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Cos’è il calazio?
Prima di capire come possiamo prevenire il calazio e quali sono i consigli per trattarlo al meglio, è bene capire di cosa si tratta. Il calazio è una patologia infiammatoria che colpisce la zona delle palpebre, nello specifico la parte interna oppure in esterna. Il calazio non è una problematica di tipo infettiva, ma viene causato da un’infiammazione che colpisce la piccola ghiandola di Meibomio che ha il compito di controllare le secrezioni lipidiche, mantenendo sempre lubrificata la parete oculare e in generale tutto l’occhio. Solitamente si ha una manifestazione che si evidenzia come un piccolo rigonfiamento dolente che provoca irritazione, arrossamento, gonfiore e prurito. Spesso si verifica anche una secrezione di liquido e un arrossamento di tutta la palpebra, che provoca un fastidioso rigonfiamento.
Le cause del calazio sono individuabili in moltissimi fattori differenti, che derivano da problematiche interne al corpo ma soprattutto da condizioni ambientali ed esogene. La prima di tutte è una scarsa igiene della zona che circonda gli occhi e che non a caso colpisce soprattutto i bambini più piccoli, che tengono a toccarsi sempre con le mani sporche il viso e gli occhi, trasportando germi e batteri patogeni. Altri fattori correlabili al calazio sono anche il diabete mellito, condizioni di stress eccessivo, lo stato di gravidanza, infiammazioni oculari generiche e un’alimentazione sbagliata. Si, esatto! L’alimentazione può influenzare anche la formazione del calazio e per questo motivo nell’articolo vi daremo qualche consiglio utile per prevenire e anche trattare questa problematica oculare.
Differenza tra calazio e orzaiolo
Spesso può capitare di confondere queste due problematiche che interessano l’occhio, che possono sembrare molto simili ma in realtà hanno delle caratteristiche differenti che permettono di distinguerli. Il calazio è una piccola cisti granulosa che può formarsi all’interno della palpebra a causa dell’ostruzione del dotto escretore delle ghiandole di Meibomio e a differenza dell’orzaiolo non ha una natura infettiva. L’orzaiolo, quindi, viene provocato da germi e batteri e quindi anche la terapia sarà differente, rispetto a quella prevista per il calazio. Ma la principale differenza che permette di riconoscere le due problematiche che colpiscono l’occhio sta nella sede di formazione del rigonfiamento, che per il calazio è all’interno o sul bordo della palpebra ed è generalmente indolore. Il calazio, partendo da un piccolo puntino biancastro poco visibile, aumenta di dimensione fino a diventare una cisti leggermente più grande, quasi come una fosse una nocciolina. I sintomi tipici del calazio sono:
- prurito;
- arrossamento;
- sensazione di corpo estraneo nell’occhio;
- fotofobia e difficoltà ad adattarsi alla luce;
- lacrimazione intensa;
- sensazione di pesantezza sulla palpebra;
Come è stato già detto, tra i sintomi, non c’è il dolore nella zona di formazione del rigonfiamento, che invece è provocato dall’orzaiolo.
Trattamento del calazio
Il calazio è caratterizzato da un’ostruzione dei dotti della ghiandola di Meibomio, deputati alla secrezione del normale liquido di natura idro-lipidica, che lubrifica e protegge l’occhio. Per questo motivo, la soluzione principale per risolvere questo problema, sta nello sbloccare il dotto e far defluire normalmente la secrezione. Per facilitare la guarigione ma soprattutto per prevenire tale disaggio, è bene tenere l’occhio pulito attraverso una attenta beauty routine e agevolando la regressione dell’escrescenza attraverso impacchi caldo-umidi, più volte al giorno. Il fastidio si allevia quando si rompe l’ascesso e il calazio espelle il pus biancastro presente al suo interno. Spesso vengono consigliati impacchi tiepidi a base di camomilla, che oltre ad avere un’azione decongestionante per i dotti, esplicano anche una blanda azione lenitiva sulla zona interessata dall’infiammazione.
Solo in casi molto molto rari, è possibile intraprendere la terapia chirurgica, che consiste in un’incisione seguita da un raschiamento (courettage). Per evitare la formazione di cicatrici si interviene dall’interno della palpebra, mentre meno spesso si procede dall’esterno mettendo, poi, dei punti. L’intervento viene eseguito in anestesia locale e in regime ambulatoriale, ad eccezione dei bambini, che devono essere sedati per evitare movimenti bruschi o situazioni che possono rendere difficoltoso l’intervento.
Prevenzione
Per evitare l’insorgenza e quindi prevenire la formazione del calazio, è consigliato, inoltre, mantenere uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione poiché la problematica si sviluppa, in maggior frequenza, in pazienti che consumano molti dolci, insaccati e altri cibi estremamente grassi o che soffrono di stati ansiosi e patologie intestinali.
Se si è particolarmente predisposti alla formazione di queste problematiche oculari, è bene adottare come sana abitudine quella di pulire mattina e sera accuratamente le ciglia e le palpebre con un cotton fioc imbevuto di acqua tiepida, in modo da evitare l’ostruzione dei dotti. Tra i consigli utili bisogna ricordarsi di rimuovere sempre il make-up dalle palpebre a fine giornata e prima di andare a dormire.
Bisogna lavare e igienizzare sempre con attenzione le mani prima di toccare gli occhi per limitare la diffusione delle infezioni e inoltre bisogna evitare di grattare o schiacciare il calazio.
Dieta per prevenire e contrastare il calazio
Trattandosi di una problematica improntata su di una situazione infiammatoria, buona cosa per la sua risoluzione sarà ridurre lo stato di infiammazione generale dell’organismo con un’alimentazione antinfiammatoria ad hoc. Ma prima di capire quali alimenti scegliere e quando mangiarli, sarebbe opportuno anche conoscere le condizioni di salute di due organi strettamente correlati alla depurazione del corpo dalle tossine e dalle molecole ad azione pro-infiammatoria. Stiamo parlando di intestino e fegato. Un non adeguato funzionamento di questi due organi, infatti, rende difficile il corretto smaltimento delle tossine.
In primis, l’intestino che risulta essere il primo filtro nei confronti di tante sostanze ad azione pro-infiammatoria, che arrivano con l’alimentazione. Quando quest’ultimo non funziona correttamente o presenta disbiosi intestinali, infiammazioni e maggiore permeabilità, permette a tossine e altre molecole di arrivare più facilmente nei vari tessuti dell’organismo.
Altro problema può essere invece legato al fegato, che, come principale organo emuntore (organo che filtra e detossifica), può essere soggetto a problematiche che ne riducono le sue abilità detossificanti e permettono quindi alle tossine e alle molecole pro-infiammatorie di agire indisturbati sugli altri organi e tessuti, come l’occhio. In questi casi può essere utile anche approcciarsi ad una dieta di tipo detossificante.
Ma la salute di questi due organi è determinata anche dall’alimentazione che si segue e che ne può influenzare il funzionamento, provocando squilibri a cascata, che possono manifestarsi con un semplice calazio o con quadri dismetabolici ben più complessi (diabete, sindrome metabolica, dislipidemie). Per questo motivo, i consigli che verranno dati in questo articolo, riguarderanno una dieta antinfiammatoria che tenga sempre presente la salute di organi come fegato e intestino. L’alimentazione antinfiammatoria prevede uno schema dietetico che sia:
- privo di alimenti grassi, soprattutto se si parla di acidi grassi saturi;
- ricco di alimenti vegetali e fibre (in particolar modo verdure, legumi, cereali integrali, introdotti gradualmente se l’intestino non è abituato a consumarli);
- povero di alimenti fritti, alimenti pesanti e sostanze tossiche (fumo, alcol, caffè ecc.);
- a ridotto contenuto di zuccheri semplici, presenti nei prodotti confezionati e nei prodotti da forno (es. merendine, biscotti), latticini e di altri alimenti conservati;
- ricco di metodi di cottura leggeri (al vapore, scottatura ecc.);
- giusto apporto di acqua e tisane durante la giornata.
Un altro aspetto importante da tenere presente è anche quello delle eventuali intolleranze alimentari che, se non individuate e trattate, creano uno stato costante di infiammazione silente di bassa intensità, che si sedimenta nell’organismo e fa da terreno fertile per altri disturbi.
Alimenti poveri di grassi (soprattutto saturi)
Per un’alimentazione sana e completa, si devono introdurre tutti i principali macronutrienti che comprendono carboidrati, grassi e proteine. Ma per non favorire uno stato di salute negativo, occorre ridurre un po’ le percentuali di grassi, soprattutto quelli cattivi (saturi), presenti nei prodotti confezionati e nelle merendine. Uno degli alimenti che sicuramente andrà evitato, sarà quindi la carne rossa, che oltre ad essere ricca di grassi saturi, contiene anche altre sostanze chiamate nitrosammine, che in grandi quantità non sono amiche del corpo umano. La carne rossa dovrebbe essere consumata al massimo 1 volta a settimana e dovrebbe sempre essere accompagnata da una grande quantità di verdure. Altri prodotti che vanno evitati perché ricchi di acidi grassi saturi sono gli insaccati come prosciutto e mortadella.
Alimenti vegetali ricchi di fibre
Le fibre sono sostanze che aiutano principalmente il benessere dell’intestino e della microflora batterica che vi risiede, ma hanno anche altri ruoli preziosi nella detossificazione dell’organismo. Infatti, questi nutrienti sono in grado di modulare e quindi ridurre l’assorbimento di zuccheri, grassi ma anche di scorie e altre molecole di scarto presenti negli alimenti. Per introdurre delle quantità sufficienti di fibre, è possibile scegliere alimenti come:
- Alimenti integrali (pane, pasta e cereali);
- Frutta (mele, pere e kiwi);
- Verdura (Finocchi, carciofi e spinaci);
- Legumi (ceci, fagioli, lenticchie)
Evitare alimenti fritti e altre sostanze tossiche
Esistono specifici alimenti che possono apportare più danni, che effetti positivi al corpo umano. Il tutto dipende, ovviamente, anche dalla quantità di assunzione di queste sostanze, ma in generale gli alimenti fritti sono tra i maggiori responsabili di squilibri lipidi ma anche di introduzione nel corpo, di sostanze non proprio benefiche che si vengono a formare durante il processo di frittura. Queste molecole spingono il corpo verso uno stato di infiammazione generalizzata, che è un terreno fertile per la formazione di problematiche come quella del calazio.
Alimenti privi di zuccheri semplici
Anche gli zuccheri, soprattutto se semplici, possono aggravare gli stati infiammatori e predisporre a diabete e altre patologie metaboliche. Questo perché sono indispensabili per la formazione dei trigliceridi che andranno a contribuire alla crescita delle cellule adipose, che risultano essere tessuti che producono alti livelli di molecole che stimolano l’infiammazione del corpo. Questo non significa che bisogna rinunciare ai carboidrati complessi (come pasta, riso e patate) nella propria alimentazione ma semplicemente che si devono ridurre i quantitativi di zuccheri semplici che vengono introdotti. Le principali fonti di zuccheri semplici sono rappresentate da:
- Bibite gassate;
- Dolciumi e prodotti confezionati;
- Succhi di frutta;
- Zucchero da tavola;
- Miele;
- Alcuni tipi di frutta (fichi, uva, castagne, datteri e uva passa).
Acqua e idratazione corretta
Tra i consigli più importanti che si possono dare per combattere l’infiammazione e allontanare scorie e metaboliti di scarto dal corpo, c’è sicuramente una sana e costante idratazione giornaliera. L’acqua, soprattutto se oligominerale, allontana i liquidi che altrimenti rimarrebbero intrappolati nei tessuti e aiuta così il processo di riduzione del gonfiore e depurazione dei tessuti. Il consiglio è di bere circa 1,5 L di acqua al giorno, con assunzioni ben distanziate nel tempo. Nel caso in cui non si riesca a bere con facilità, è possibile assumere tisane, tè e acque aromatizzate ma senza aggiungere zucchero o miele.
Esempio di giornata antinfiammatoria
Colazione | Spremuta d’arancia + 2 fette di pane integrale tostato con miele |
Spuntino | 1 finocchio + 200 ml di tè nero |
Pranzo | 80 g di riso integrale o altri cereali (farro o orzo) con curcuma + verdura cotta (spinaci, biete, cicoria, verza) + verdura cruda (lattuga, rucola, soncino) + 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva |
Merenda | yogurt greco + frutti rossi + 20 g di cioccolato fondente |
Cena | 300 g di pesce (merluzzo, nasello, spigola) o 250 g di carne bianca (pollo, tacchino o coniglio) + piccola fonte di carboidrati (250 g di patate, 30 g di riso basmati o 60 g di pane di segale) + verdure e scelta (carciofi, spinaci, asparagi) + 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva |
Post-cena | Poco prima di coricarsi è possibile assumere un infuso o una tisana a base di semi di finocchio, melissa, camomilla o altre piante ad azione digestiva |
Altre indicazioni generali da ricordare
- Fare un consumo minimo di carne rossa, insaccati, formaggi, latticini, prodotti in scatola o confezionati ma anche di fritture.
- Bisogna assolutamente ridurre il consumo di sale e zuccheri semplici, che vengono aggiunti ai pasti.
- Le uova (2) possono essere consumate 1 volta a settimana mentre i legumi possono essere inseriti 2-3 volte a settimana insieme al primo piatto o in alternative alle scelte proteiche della sera.
- Preferire sempre metodi di cottura che siano delicati e che quindi salvaguardino i valori nutrizionali degli alimenti.
Il calazio è una problematica che si può prevenire con i consigli e il parere esperto di un nutrizionista. Scelte alimentari e uno stile di vita sano possono infatti contrastare la formazioni di questa spiacevole sintomatologia.