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Cos’è e a cosa serve
L’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) è una specie perenne appartenente alla famiglia della Pedaliaceae e diffusa in diverse regioni del Sud Africa. Noto anche come arpagofito, l’artiglio del diavolo cresce spontaneamente nelle aree semidesertiche delle savane, nei suoli ricchi di ossidi di ferro.
La pianta dell’artiglio del diavolo presenta un tubero primario che si estende fino a due metri di profondità e dal quale si sviluppano numerose radici secondarie. Dal tubero principale, crescono fusti striscianti che spuntano dal terreno dopo le prime piogge. I fusti portano foglie opposte e lobate e grandi fiori solitari con una corolla a tubo di colore giallo, che si apre in lobi rosso-viola. I frutti che si sviluppano dopo la fioritura sono capsule legnose munite di escrescenze acute che portano spine ricurve e taglienti. Tali spine provocano forti dolori negli animali che inavvertitamente calpestano i frutti: il nome comune dell’artiglio del diavolo deriva proprio dai movimenti frenetici e inconsulti compiuti dagli animali feriti.
L’artiglio del diavolo ha una lunga tradizione in erboristeria, che ne utilizza le radici laterali e tuberizzate raccolte nella stagione autunnale da piante spontanee. Dopo la raccolta le radici vengono tagliate a rondelle, essiccate e impiegate come droga grezza o per la preparazione di estratti.
Grazie alle spiccate proprietà analgesiche e antinfiammatorie, l’artiglio del diavolo è utile nel trattamento del dolore e dell’infiammazione. L’artiglio del diavolo può essere assunto ad esempio in caso di tendiniti, mal di schiena, dolori alla cervicale, artrite, artrosi, sciatica purché non vi siano ancora compromissioni articolari gravi.
Proprietà
Le proprietà medicinali dell’artiglio del diavolo furono scoperte dalle popolazioni africane che ne utilizzavano i tuberi in decozione per trattare problemi digestivi, febbre, dolori reumatici e artrite.
Gli studi effettuati sui tuberi della pianta a partire dal ‘900 hanno evidenziato la presenza di glucosidi iridoidi costituiti per l’80% da arpagoside e per la restante percentuale da arpagide, procumboside e procumbide. Gli iridoidi presentano proprietà antinfiammatorie e antireumatiche e, grazie al loro elevato potere amaricante, possiedono anche importanti effetti digestivi, antiaritmici e ipotensivi. Oltre agli iridoidi, i tuberi dell’artiglio del diavolo contengono anche acidi polifenolici, flavonoidi composti feniletilglicosidi.
Sebbene l’attività farmacologica dell’artiglio del diavolo non sia del tutto chiara, attualmente gli estratti da esso ottenuti sono impiegati soprattutto come analgesici e antinfiammatori in caso di dolori e infiammazioni dell’apparato osteo articolare.
Come assumerlo
In commercio esistono numerose preparazioni a base di artiglio del diavolo, sia per uso esterno sia per uso interno facilmente reperibili in tutte le erboristerie. I tuberi di artiglio del diavolo utilizzati per integratori e preparazioni a uso topico devono contenere minimo l’1,2% di glucosidi iridoidi. In caso di contusioni, infiammazioni articolari localizzate, tendiniti, cervicale è possibile fare ricorso a pomate, gel e unguenti a base di artiglio del diavolo, da applicare sulla zona da trattare anche più volte al giorno.
L’uso interno dell’artiglio del diavolo, sotto forma di decotto, tintura madre o compresse, è invece indicato nel dolore acuto o cronico delle patologie reumatiche e ostearticolari. Il decotto di artiglio del diavolo si prepara con 5 grammi di droga in mezzo litro di acqua. Dopo aver sistemato la radice essiccata in acqua fredda, si porta a bollore e si lascia in infusione per 5-10 minuti, dopodiché si filtra e si consuma, bevendone fino a tre tazze al giorno.
La tintura madre si assume tre volte al giorno diluendo in mezzo bicchiere d’acqua dalle 20 alle 40 gocce di prodotto.
Infine, per quanto riguarda gli estratti secchi, il dosaggio è di 300-600 milligrammi al giorno da somministrare in tre diversi momenti della giornata.
Effetti indesiderati, controindicazioni e interazioni
L’artiglio del diavolo è considerato un rimedio sicuro e ben tollerato e ai dosaggi consigliati non presenta effetti collaterali di rilievo, anche in caso di utilizzo prolungato, ad esempio nel trattamento del dolore cronico.
Poiché il meccanismo d’azione dell’artiglio del diavolo non coinvolge le prostaglandine, l’impiego di questa droga non provoca gli effetti collaterali gastrointestinali tipici dei FANS. Tuttavia, date le proprietà amaricanti della droga, l’impiego di artiglio del diavolo è sconsigliato in caso di ulcera gastrica e duodenale e irritazioni e infiammazioni a carico della mucosa dello stomaco.
All’artiglio del diavolo sono poi attribuite anche proprietà ipocolesterolemizzanti, ipotensive, antiaritmiche, dunque la sua assunzione può interagire con farmaci dall’azione analoga potenziandone l’effetto. L’impiego di prodotti a base di artiglio del diavolo è poi controindicato in caso di ipersensibilità a uno o più componenti.
Infine, è bene non somministrare l’artiglio del diavolo in gravidanza poiché questa droga può stimolare le contrazioni uterine.
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