Marco Giallini parla della moglie: “Morire è prassi ma non a 40 anni”

"Il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni", il ricordo di Marco Giallini per la sua Loredana

Pubblicato: 20 Maggio 2021 15:19

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Io parlo ancora con mia moglie morta“, così racconta Marco Giallini, uno degli attori italiani più amati di sempre, il dolore per la scomparsa improvvisa della sua compagna. A luglio saranno 10 anni.

In un’intervista al Corriere della Sera Marco Giallini parla della sua vita oggi, del suo essere padre e vedevo e del suo amore sconfinato per la moglie Loredana, anche adesso che da anni non c’è più.

“Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana“. E prosegue: “Ero arrivato qui, a Tor Lupara, per Loredana. Ci siamo messi in 40 metri, non eravamo abbienti. Ci siamo sposati nel ’93, facevo teatro e altri lavori, però avevo ripreso la scuola, mi ero iscritto a Lettere e a scuola di recitazione. Ero diventato bravo, colto, oltre che bandito”.

Poi la decisione di diventare popolare quando è rimasto vedovo, per dare un futuro ai suoi figli, come aveva scelto con Loredana: “Per dare una possibilità in più ai figli. Dovevo tirarli su come ci eravamo promessi. Lei voleva che facessero il Classico, uno lo fa, l’altro l’ha finito: è una cosa stupenda, chi fa il Classico si riconosce da lontano”.

Quando Loredana muore, Giallini resta con due figli di 12 e 5 anni: “Il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi, capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Fare a meno è questione di testa, anche fare a meno delle menti dei bimbi non più chiare, del loro pensiero: vorresti sapere che pensano il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla: mamma mamma”.

E il dolore non passa mai: “E che passa? Ti dimentichi un po’ la voce”. Con Loredana, prosegue l’attore, “ci parlo ancora. Quando sto solo e qualcosa non va. Dico: Eh amore mio…”. Un’altra che prendesse il suo posto non l’ha trovata, ma nemmeno l’ha cercata: “Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una”.

A dargli una mano coi suoi ragazzi ci hanno pensato il fratello di Loredana e la moglie: “Mi hanno aiutato il fratello di Loredana e sua moglie, che si sono trasferiti al piano di sotto. I miei figli mi dicono ti amo. Quanti figli ti dicono: ti amo? Sono bravi. Il grande, una volta, mi disse: io l’adolescenza non l’ho avuta, mamma è morta che avevo 12 anni e non ho avuto nessuno da punire”.

E alla morte, sì, ci pensa: “Sto che la notte ancora aspetto il rientro dei ragazzi, sto sempre lì che stanno per morire. Poi, li sento e scrivo: buonanotte, amori”.