Remo Girone, il tumore sul set: “Non è stato facile. Volevano sostituirmi ne La Piovra”

Icona in "La Piovra," Remo Girone condivide la sua lotta col tumore e il successo raggiunto. Tano Cariddi è ancora un personaggio memorabile

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

L’attore italiano Remo Girone ha raccontato la sua straordinaria vita in un’intervista al Corriere della Sera. Nato nel 1948 ad Asmara, in Eritrea, Girone ha condiviso ricordi dell’infanzia e della sua carriera che lo ha portato alla celebrità internazionale.

Remo Girone è indissolubilmente legato al personaggio di Tano Cariddi, il villain machiavellico della serie televisiva La Piovra, un ruolo che ha segnato la sua carriera e lo ha consacrato come uno degli attori più iconici del piccolo schermo italiano.

Tano Cariddi, un personaggio memorabile

Tano Cariddi, un personaggio complesso e ambiguo, rappresenta uno dei punti di svolta nella rappresentazione della mafia in televisione. La Piovra ha esplorato il fenomeno mafioso con un realismo e un’intensità che non si erano mai visti prima, gettando luce sulla malavita italiana con una narrativa avvincente e drammatica.

Durante l’intervista al Corriere, Remo Girone ha descritto Tano Cariddi come un “lupo tra i lupi, un uomo nato povero in una società difficile, la cui unica strada conosciuta era quella della cattiveria”. La sua interpretazione di Tano era quella di un personaggio che, pur essendo profondamente negativo, riusciva a guadagnarsi la simpatia del pubblico grazie alla sua umanità nascosta. Girone ha detto che “Tano non era simpatico, ma era in qualche modo giustificato”, un villain il cui fascino risiedeva nella sua capacità di mostrare momenti di debolezza umana e vulnerabilità.

L’impatto culturale di Tano Cariddi

Grazie all’interpretazione di Remo Girone, Tano Cariddi è diventato un’icona della televisione italiana, con un impatto sulla cultura popolare e un intenso dibattito sulla natura del male e della redenzione. La complessità del personaggio ha portato gli spettatori a chiedersi se Tano fosse semplicemente un prodotto del suo ambiente o un uomo malvagio per scelta.

“Il pubblico aspettava i cedimenti umani di Tano,” ha spiegato Girone, sottolineando come il personaggio riuscisse a catturare l’attenzione degli spettatori con la sua dualità. “Alla fine, Tano si ripigliava e ridiventava malvagio, ma forse era tanto apprezzato perché lo interpretavo bene”, ha aggiunto con modestia l’attore.

Il ritorno al lavoro e la malattia

Nonostante una pausa forzata dovuta a problemi di salute, Girone è tornato a interpretare Tano Cariddi con la stessa intensità di sempre. Durante l’intervista al Corriere della Sera, Girone ha descritto l’esperienza come un periodo estremamente difficile. Gli fu diagnosticato un tumore e dovette sottoporsi a un intervento chirurgico seguito da dolorosi cicli di chemioterapia. “Lavorare e combattere la malattia non fu facile”, ha dichiarato.

La chemioterapia era debilitante e l’attore affrontò momenti di grande fatica e vulnerabilità. Ma, la sua determinazione e la volontà di tornare a interpretare Tano Cariddi furono inarrestabili. “Ero determinato a non lasciare che la malattia definisse la mia vita”, ha spiegato Girone, riflettendo su quel periodo.

Girone ha descritto come la produzione volesse sostituirlo, ma sua moglie propose una soluzione che gli permise di rimanere nella serie: “La mia guarigione e il ritorno di Tano Cariddi sullo schermo furono una doppia vittoria”, ha detto.

La serie, trasmessa in oltre 80 paesi, ha offerto uno sguardo penetrante sulle dinamiche mafiose e ha sensibilizzato il pubblico sulla gravità del problema. Grazie alla sua interpretazione, Girone è stato riconosciuto come una delle figure chiave di questo progetto ambizioso e culturalmente significativo.