Platinette sull’obesità: “Sono malato, colpa di una delusione d’amore”

Mauro Coruzzi in arte Platinette torna a parlare della sua obesità, spiegandone la radice e come è cambiata la sua vita dopo l'ictus di un anno fa

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Mauro Coruzzi è Platinette, Platinette è Mauro Coruzzi. Un binomio inscindibile che accompagna da sempre uno dei volti più noti del piccolo schermo e una delle voci più apprezzate in radio, qui in Italia. A 70 anni Coruzzi ha vissuto molte vite, segnate anche da problemi di salute di cui non ha mai fatto segreto. Ci è voluto un po’ per riprendersi dall’ictus che lo aveva colpito nel marzo dello scorso anno, restano però i problemi legati all’obesità di cui ha parlato in una breve ma significativa intervista ad Adnkronos.

Mauro Coruzzi obeso per una “delusione d’amore”

“Oggi ho 70 anni ma da sempre convivo con una obesità grave. Ho iniziato a soffrirne per un grande dolore dovuto ad una delusione d’amore quando di anni ne avevo 18″, ha ammesso senza mezzi termini ad Adnkronos. Com’è nel suo stile, del resto. Mauro Coruzzi, in arte Platinette, è diventato celebre anche per via della sua grande onestà e dell’apertura a temi che, purtroppo, spesso sono ancora considerati tabù. O comunque qualcosa di cui avere vergogna.

Una malattia come l’obesità ha tante sfaccettature. Superficialmente si pensa che sia legata soltanto a un rapporto di pura voracità nei confronti del cibo, a qualcosa di materiale e terreno ma non è proprio così. Tralasciando fattori come la predisposizione genetica, a essa spesso si associano disturbi della mente non necessariamente legati da un rapporto di causa-effetto, ma che di certo si danno manforte.

Platinette lo ha ribadito nell’intervista: “Lo ammetto, sono malato, l’obesità è una patologia di cui non ci si deve vergognare. Ma sia chiaro, oltre che un grave problema di salute pubblica è soprattutto un disturbo mentale. I nutrizionisti se lo mettano in testa, senza il supporto degli psicologi il paziente non ne verrà mai fuori”. Una raccomandazione più che un monito, che il conduttore radiofonico e personaggio televisivo ha deciso di divulgare in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, che si celebra ogni anno il 4 marzo.

Platinette, l’importanza del supporto psicologico

I fattori di rischio legati all’obesità sono molteplici e non è raro sentire di persone in continua lotta per riportare il proprio peso (e di conseguenza tutto l’organismo) a un certo equilibrio. In un quadro simile è facile restare vittima di problemi di salute anche gravi.

Mauro Coruzzi è stato colpito da ictus ischemico un anno fa, un evento che lo ha segnato profondamente e che forse per la prima volta lo ha messo di fronte al “fatto compiuto”: “Mi sono sentito bloccato in un fermo immagine. Paralizzato tanto dall’incapacità quanto dalla sorpresa di non riuscire ad avere reazioni”, aveva raccontato allora spiegando come per una fortunata coincidenza – si trovava insieme al suo fisioterapista – era stato possibile soccorrerlo tempestivamente.

“Le ho provate tutte”, ha raccontato ad Adnkronos a proposito del perdere peso, tornando sull’intervento di chirurgia bariatrica che è stato decisivo “per la mia sopravvivenza”. In ogni caso, conta moltissimo farsi aiutare “altrimenti non se ne esce”: “Io mi conosco, so che potrei cascarci di nuovo. Convivo con la mia condizione come posso, cerco di non prendere peso, di essere meno dipendete dal cibo. (…) Bisogna capire perché tanti pensano in continuazione [e in modo compulsivo] al cibo e perché presuppongono che solo dal cibo possano ottenere benessere e soddisfazione”.

Una vita più sana che include anche attività fisica regolare è una fatica più che accettabile per salvaguardare la propria salute, ma senza dimenticare un support psicologico, questa l’esperienza raccontata da Coruzzi.