Ornella Muti: l’aborto mancato, il segreto del suo nome, il ritorno a teatro

Ornella Muti si è raccontata ripercorrendo alcune delle tappe più importanti della sua vita, dall'aborto mancato all'amore per gli uomini della sua vita

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Redazione

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Ornella Muti è una delle attrici più amate dal pubblico: di recente è tornata in teatro impersonando Penelope, la moglie di Odisseo che per 20 anni lo ha aspettato a Itaca, nello spettacolo Mia moglie Penelope, liberamente tratto dal libro Itaca per sempre.

Nell’impersonarla ci metto la mia anima. Le donne, in fondo, allora come oggi, devono sapersi difendere”, ha confessato. E proprio in occasione di questo ritorno sul palco, l’attrice si è raccontata in una lunga intervista, ripercorrendo alcune tappe fondamentali della sua crescita personale e professionale.

Ornella Muti, l’aborto mancato e la nascita di Naike

Bellissima, talentuosa, uno dei volti più apprezzati del panorama cinematografico italiano (e non solo): Ornella Muti si è raccontata al Corriere della Sera, in una lunga intervista dove ha ripercorso alcune delle tappe più importanti della sua vita, prima fra tutte l’esperienza della maternità, quando aveva appena 18 anni.

“Ragazza madre” ha sottolineato ai microfoni del giornale. “Non è stato tanto facile”. Sua madre le chiese se volesse interrompere la gravidanza “anche se in Italia l’aborto era illegale, all’estero si poteva fare tranquillamente. Persino il mio agente cinematografico di quel periodo me lo consigliò, perché dovevo girare un film. Avrei dovuto abortire per fare un film? Assolutamente no! Quindi ho deciso di portare a termine la gravidanza, altrimenti il Signore mi avrebbe detto “pussa via!”… ed è nata Naike“.

Quella di portare avanti la gravidanza è stata una decisione solo sua, dato che in molti le consigliarono di abortire: “Erano altri tempi, praticamente la preistoria rispetto a oggi, e poi non ho voluto“.

Ornella Muti, la storia dietro il suo nome d’arte

Al Corriere della Sera la Muti non poteva non parlare della sua lunga carriera cinematografica, iniziata quando aveva appena 14 anni. “Avevo perso mio padre tre anni prima. Avrei avuto bisogno di una figura maschile di riferimento e invece non ce l’avevo. Mi sono affacciata alla vita da ‘zoppa’, senza sapere chi sono gli uomini”.

Fu Damiano Damiani a sceglierla per un ruolo molto difficile nel film La moglie più bella, ispirata alla vicenda di Franca Viola. Non si era candidata per quel film, aveva accompagnato sua sorella al provino, ma “venni scelta io proprio perché avevo l’età del personaggio”. Ed è stato sempre Damiani a farle cambiare nome “da Francesca Rivelli a Ornella Muti, un connubio che si rifà a due opere di Gabriele D’Annunzio: la Ornella di La Figlia di Iorio e la Elena Muti di Il Piacere. Ma a me non è mai piaciuto. Oltretutto, ogni tanto su certi set qualcuno, i primi tempi, mi prendeva in giro, giocando su Muti la muta… vabbé, la cattiveria non manca mai… ci può stare…”.

L’amore per Ornella Muti (e il silenzio su Celentano)

Sull’amore la Muti ha le idee chiare: si definisce una “sognatrice”: “L’importante è credere nell’amore, però io sono cieca e vado sbattendo a destra e a manca: in certi casi nella mia testolina bacata non ho voluto vedere ciò che era evidente“.

Silenzio assoluto invece su Adriano Celentano e sulla loro frequentazione: “Non è il caso di parlarne… Oltretutto è stato lui, una volta, a fare dichiarazioni in merito con sua moglie presente, un errore da parte sua e io sono rimasta francamente un po’ sorpresa. Che ci vogliamo fare? Questo è l’universo maschile: io, a suo tempo, ho avuto rispetto della sua famiglia”.