Monica Vitti, 90 anni in silenzio. Il ricordo di Giancarlo Giannini

"Dissero che era difficile lavorare con lei...". Monica Vitti compie 90 anni lontano da tutti a causa di una malattia degenerativa e Giancarlo Giannini le rende omaggio

Foto di Federica Cislaghi

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Pubblicato: 26 Ottobre 2021 10:19

Monica Vitti il prossimo 3 novembre compie 90 anni. Ma anche questa volta passerà il suo compleanno in silenzio, a causa di una malattia degenerativa simile all’Alzheimer. A parlare per lei ci ha pensato Giancarlo Giannini.

Con Monica Vitti, Giancarlo Giannini ha girato Dramma della gelosia, il mitico film di Ettore Scola, del 1970, dove interpreta un pizzaiolo coinvolto in un ménage à trois che vede come terzo incomodo Marcello Mastroianni. E poi nel 1975 A mezzanotte va la ronda del piacere di Marcello Fondato, dove ha il ruolo del marito che viene ucciso.

I 90 anni di Monica Vitti, il ricordo di Giancarlo Giannini

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Giannini ricorda i momenti vissuti con Monica Vitti sul set di quei film che sono capolavori della cinematografia. E in effetti, la prima cosa che Giannini sottolinea della Vitti è che “Attrici come Monica non esistono più, era bravissima e particolare, un pezzo unico. Dicevano anche che fosse difficile lavorare con lei mentre io ho scoperto una collega spiritosa, che si divertiva, che riusciva a giocare con il lavoro, come faccio anch’io, raccontiamo favole. Non parlatemi di Actor’s Studio…”.

Lei era speciale, una divina. Prosegue l’attore: “Aveva i tempi giusti che fanno scattare la risata, è matematica. Era straordinaria, la metto in quell’Olimpo speciale dove puoi trovare lei, la Magnani, la Loren, la mia Melato, la Sandrelli, da tutte ho imparato”.

La Vitti non era mai scontata e sapeva interpretare i ruoli più diversi: “Lei sapeva sempre quello che doveva fare, non giocava a entrare nel personaggio, faceva l’attrice e calcolava i ritmi, le posizioni della macchina, le luci e le ombre, non le sfuggiva nulla. Sono personaggi unici, sono stato fortunato ad averla come partner”.

Giannini poi mette a confronto Monica Vitti con Mariangela Melato (ricordiamo tutti il film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto): “Avevano due voci speciali, c’era un’affinità di istinto e preparazione massima, per questo il divertimento nel lavoro andava di pari passo con la serietà”.

Monica Vitti oggi

Da 20 anni Monica Vitti si è ritirata dalle scene, colpita da una malattia che le distrugge la memoria. A prendersi cura di lei c’è il marito, Roberto Russo, regista e fotografo di scena, che ha sposato nel 1995.

Qualche anno fa Russo, sempre molto riservato sulle condizioni di salute di sua moglie, ha rotto il silenzio per smentire la notizia che la Vitti fosse ricoverata in una clinica svizzera, precisando che l’attrice si trova nella sua casa di Roma, da dove lui stesso se ne prende cura.

Monica Vitti, l’omaggio di Rai 3

In occasione dei 90 anni di Monica Vitti (è nata il 3 novembre 1931), venerdì 5 novembre in prima serata su Rai 3 sarà trasmesso un documentario di Fabrizio Corallo, Vorrei qui chi mi ha voluto bene, a lei dedicato. Il titolo riprende una frase dell’attrice: “Sai cosa vorrei? Tutte le persone che mi hanno voluto bene averle qui davanti a me come un muro”.

Da Carlo Verdone a Michele Placido, sono in tanti che parlano di Monica, della sua vita e dei suoi film. Il documentario inizia e finisce in una Villa Borghese vuota e Placido commenta: “Mi è sembrato di vederla una decina di anni fa. Girava voce che alle 5 andava a passeggio accompagnata da Roberto Russo, e io ho pensato di averla incrociata”.

Sempre al Corriere racconta Giannini, che aveva parlato della Vitti anche a Domenica In lo scorso anno, “L’inizio col teatro è stato per lei fondamentale per l’insegnamento e la professionalità, l’educazione della voce, tanto che ha incontrato Antonioni mentre doppiava Il grido. Lo posso dire io che appena uscito dall’Accademia mi hanno messo a fare il folletto scespiriano, con la Fracci e Volontè: è una scuola straordinaria, nulla a che vedere col cinema che esige invece la sense of the camera, l’istinto dell’immagine, e Monica possedeva i segreti di entrambi i mezzi”.

E poi ricorda quanto le persone del mestiere siano semplici e divertenti, esattamente come Monica.