Giuliana De Sio: la malattia, il dolore per la madre alcolizzata, il rapporto con Troisi

Dall'infanzia agli ultimi progetti l'attrice si è confessata in una lunga intervista a cuore aperto dove ha parlato del suo percorso

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Redazione

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A 66 anni Giuliana De Sio ha una vita intera da raccontare, tra grandi successi televisivi e cinematografici e un vissuto a tratti anche molto drammatico. Originaria di Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, la De Sio ha lavorato con alcuni tra i più grandi registi del panorama cinematografico italiano, tra cui Mario Monicelli e Massimo Troisi, e ha vinto, tra gli altri premi, anche due David di Donatello.

La carriera della De Sio, come la stessa attrice ha raccontato, è iniziata un po’ per caso. È stato il collega Alessandro Haber a scoprirla a Roma, città dove Giuliana si è trasferita dopo il liceo, quasi scappando da una situazione familiare alquanto complicata.

Giuliana De Sio, l’infanzia difficile e la sua salvezza

Vivevo in una famiglia difficile” ha raccontato la stessa attrice a Corriere “Mio padre, avvocato, se ne andò di casa molto presto, quando mia sorella Teresa ed io eravamo bambine. Mia madre, laureata in medicina, senza aver mai praticato la professione, cominciò a bere. Era una donna infelice, una delle più infelici che abbia mai conosciuto”.

Giuliana anche ammesso che è stato per lei davvero complesso “stare vicino a una persona alcolizzata. La mattina fino a una certa ora, era ancora lucida, e mi pareva di intravedere in lei una mamma come tante altre, diciamo normale. Poi iniziava a bere birra, diventava aggressiva, sgradevole, solitaria, chiusa in sé stessa, e non era più mia madre. Io facevo uno slalom, tra i suoi momenti di lucidità e quelli in cui era fuori di testa, per instaurare un possibile rapporto con lei. Il bello e il brutto, li affrontava bevendo”.

Nota, oltre che per la sua bravura, anche per il suo carattere molto ruvido, Giuliana De Sio ha anche ammesso che andando via di casa si è salvata, grazie proprio al suo carattere che ha domato con la psicanalisi: “Sono stata aiutata da una trentina d’anni in analisi: ho vissuto dei transfer furibondi con i miei analisti, ma evidentemente sono serviti a qualcosa. Non so come sarei diventata se non mi fossi sdraiata sul lettino dello psicoanalista”.

Giuliana De Sio ha lavorato con Troisi in Scusate il Ritardo

Giuliana De Sio, la malattia e il rapporto d’amicizia con Massimo Troisi

Reduce dalle riprese in Marocco per il film Raqmar di Aurelio Grimaldi, la De Sio si è anche aperta sul periodo tra i più difficili della sua vita che risale solo a due anni fa.

“Era il febbraio 2020” ha raccontato “Sono stata contagiata dal Covid-19 probabilmente perché giravo con la compagnia nei teatri di tutta Italia. Un’esperienza traumatica, distopica. Sono finita con urgenza allo Spallanzani, chiusa in una stanza, una cella, senza capire cosa mi stesse accadendo, né sapere cosa succedeva fuori, perché nessuno poteva venire a trovarmi. Poi in camera arriva un televisore, vedo la tragedia, le file di bare, e ho capito che di quella cosa potevo morire. Nella mia vita sono sopravvissuta a tante cose, pure stavolta ce l’ho fatta… devo avere una buona fibra”.

La vita di Giuliana De Sio è stata costellata da tanti dolori e sfide, ma anche da amori e incontri con uomini importanti, tra cui Massimo Troisi.

Tra lei e il regista e attore napoletano non c’è stata mai alcuna liaison, ma una grande e profonda amicizia: “lo adoravo come uomo e come eccezionale protagonista. Oltre a essere colto, poetico, aveva sempre la battuta pronta, originale, senza essere mai retorico… “ ha affermato Giuliana che ha anche confessato che proprio durante il primo incontro con Troisi, in occasione dell’inizio delle riprese di Scusate il ritardo, fece una brutta gaffe. 

Ci trovavamo in riunione nella hall dell’albergo e io comincio a sentire un ticchettio, quindi chiedo: c’è qualcuno di voi che ha una sveglia in tasca?” ricorda l’attrice “a quel punto, Massimo sbottona la camicia, mi fa vedere una cicatrice che attraversava tutto lo sterno… aveva una valvola al cuore. Un’assurda figuraccia, non sapevo come rimediare, ma lui ci scherzò sopra per sdrammatizzare”.