Giacomo Urtis, la toccante rivelazione sul papà: “Sono il figlio perfetto, ma mai un bravo”

Genny Urtis racconta il difficile rapporto con il padre, tra identità, trasformazioni e il bisogno profondo di essere vista e compresa davvero

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Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 7 Maggio 2025 14:00

Giacomo Urtis, noto chirurgo estetico dei vip e volto ricorrente nei salotti televisivi, ha deciso di abbassare la voce e parlare di qualcosa che va ben oltre filler e botulino. Il rapporto con suo padre. “Sono il figlio perfetto, ma mai un bravo”, ha detto. Tutto è lì: il successo, i sacrifici, il silenzio di chi aspetta un riconoscimento che non arriva mai.

Giacomo Urtis, il dolore mai raccontato

“Vengo da una famiglia molto cattolica”, ha spiegato al settimanale Chi. E qui già si capisce dove si vuole andare a parare. L’identità di genere, l’orientamento sessuale, tutto ciò che esula dal copione della “normalità” di stampo cattolico viene guardato con sospetto, o peggio, ignorato.

“Quando vede i ragazzi che mi guardano si imbarazza, se mi vesto troppo da donna peggio. Mia mamma invece no, lei mi rammenda pure le calze”, ha raccontato. Il padre si blocca, la madre ricuce — letteralmente — ogni strappo. Il contrasto è servito.

La famiglia cattolica e quel figlio troppo “perfetto” per essere accettato

Giacomo Urtis snocciola i punti del suo curriculum familiare come una lista della spesa: “Faccio tante cose, ho aperto cliniche, ho fatto tv, ho cantato anche a livelli alti, abito con loro, li accudisco, li faccio vivere in una villa a Milano…”.

Insomma, più figlio di così si muore. Ma niente: “Sono il figlio perfetto, ma un ‘bravo’ da mio padre mai”. Quel “bravo” diventa una medaglia mancata, il voto in pagella che non arriva mai, anche se hai fatto il tema migliore della classe. E in questo silenzio, si annida una forma di giudizio che pesa più di qualsiasi rimprovero aperto.

La confessione a Chi: “Mia madre mi rammenda le calze, papà si imbarazza”

In quelle pieghe sentimentali dell’intervista, Giacomo — o meglio, Genny, come ora vorrebbe farsi chiamare — ha aperto il cassetto delle cose scomode. Ha parlato del suo percorso, della terapia, della transizione. E sì, anche della mastoplastica additiva. “Avendo una cosa in più cambia tutta la prospettiva… Di seno ho voluto una terza, niente di troppo grosso, anche perché frequento ambienti di un certo tipo, e non mi andava di apparire troppo provocante”. Sempre chirurgica, anche nell’ironia.

C’è un paradosso che emerge da tutta la vicenda: Giacomo Urtis ha un pubblico che lo acclama, lo segue, lo desidera. È uno che si è rifatto da solo, nel corpo e nella carriera. Ma il sipario di casa resta semichiuso. È come se tutto il mondo potesse dire “bravo”, tranne chi conta di più. Lì non c’è applauso, non c’è risata, solo uno sguardo imbarazzato.

Mastoplastica, identità e riconoscimento: chi è davvero Genny Urtis

“Mi sto conoscendo piano piano”, ha confessato. Il nome Genny non è una maschera, è una rinascita. Il corpo si modella, certo, ma è la mente che cambia per davvero. Urtis non nasconde le difficoltà, né il fatto che ci sia ancora strada da fare.

“Ci vuole tempo, coraggio e pazienza”, dice. E se papà non ha ancora detto “bravo”, pazienza. La vera approvazione — quella che conta — forse è finalmente arrivata da sé. Non da un genitore, non dal pubblico, ma da chi ti guarda allo specchio senza vergognarsi più.