Francesca Manzini e i disturbi alimentari: “Ogni giorno è una conquista”

Francesca Manzini torna a parlare dei disturbi alimentari e del percorso che l'ha portata alla rinascita, anche grazie all'amore del compagno Marco Scimia

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Francesca Manzini è diventata celebre per le sue divertenti imitazioni, per la battuta sempre pronta e per quel suo sorriso che potremmo definire a dir poco contagioso. Non è un caso che sia stata riconfermata ancora una volta al timone di Striscia la Notizia al fianco di Gerry Scotti, con il quale ormai forma una delle coppie di conduttori più amate del TG satirico di Antonio Ricci. Ma a fronte di un presente radioso si cela un passato segnato dai disturbi alimentari e da difficoltà di cui la Manzini ha sempre parlato senza mezzi termini. Un modo per condividere una parte di sé, ma anche per l’obiettivo più nobile: aiutare gli altri.

Francesca Manzini, il dolore per la separazione dei genitori

Non è la prima volta che Francesca Manzini racconta di questo passato che definire tragico forse non è poi così esagerato. Una delle ultime occasioni era stata l’intervista rilasciata a Caterina Balivo nel talk La Volta Buona, lo scorso settembre, adesso è tornata a farlo dalle colonne del settimanale Gente.

L’adolescenza non è stata semplice per la Manzini che sin da giovanissima ha dovuto affrontare la separazione dei genitori. I litigi erano diventati la norma e lei ha provato a cancellare il suo dolore e riempire il vuoto con il cibo. È così che funzionano i disturbi alimentari, sono qualcosa che parte sempre e comunque da un “trauma psichico”, come lei stessa ha spiegato, dalla “sensazione di non essere amati”.

“Mio padre, che è un dirigente della Lazio, era sempre via o comunque distratto dal lavoro e mia madre era troppo assorbita dai suoi problemi coniugali per occuparsi di me. E io, all’inizio mangiavo, cosa che mi è sempre piaciuta, senza accorgermi che il cibo diventava un modo per riempire un vuoto. A 15 anni pesavo 72 chili, ma nel tempo sono arrivata anche a 92“, ha raccontato nell’intervista.

Francesca Manzini e i disturbi alimentari

Da quel momento il rapporto con il cibo non è più stato sano e ad aggravare la situazione ha contribuito un altro “mostro” che talvolta viene fin troppo sottovalutato: il bullismo. Sentirsi scagliare addosso parole dure da parte dei propri coetanei l’ha portata a non avere alcuna reazione, a essere come “anestetizzata”. “Credo di aver iniziato a imitare la voce degli altri perché la mia non la sentivo – ha spiegato -. Era il mio corpo a parlare, prima ingrassando e poi dimagrendo. Diceva: ‘Guardami, mi sto lasciando morire’“. Poi l’ultima goccia: “Una sera mio padre mi disse: ‘Pari un’anfora!'”.

Da lì il primo percorso con un nutrizionista che l’ha messa di fronte al fatto compiuto: rischiava il diabete. E questo non ha fatto altro che gravare ancor di più sulla sua mente già fragile, sulle sue insicurezze, facendole pensare insistentemente al dolore e alla malattia. Un vortice buio e freddo che, pian piano, l’ha spinta verso l’anoressia: “Con la dieta iniziai a mangiare sempre meno e a sentire sempre meno la fame. Ero terrorizzata dal diabete e, senza accorgermi, scivolai nell’anoressia. Persi 25 chili in otto mesi, arrivando a pesare 47 chili e io sono alta 1 metro e 70. (…) Avevo sempre freddo, ero stanca, soffrivo di emicrania, mi girava la testa, mi dava fastidio la luce, tanto che dormivo con gli occhiali da sole”.

La rinascita di Francesca Manzini tra fede e psicoterapia

Poi in quella vita “segnata dagli eccessi”, come lei stessa l’ha definita, è arrivata anche la bulimia. Come ci si risolleva da tutto questo? Come si può riprendere il controllo di sé e andare avanti, anziché continuare a lasciarsi precipitare in quel vuoto?

Per l’attrice e imitatrice ha avuto un peso positivo il suo “forte istinto di sopravvivenza”, così come l'”innato umorismo” che l’ha sempre contraddistinta, forse anche come reazione a quanto le stava accadendo. “Mi sono fermata poco prima del punto di non ritorno”, ha ammesso, raccontando come le siano stati d’aiuto da una parte il supporto spirituale, dall’altra un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale, intrapreso dopo la diagnosi di tumore poco prima della pandemia.

Sembra un paradosso, eppure l’ennesimo tragico evento è stato la spinta per risalire: “Ha risvegliato in me la voglia di vivere. (…) Ho capito che non si guarisce mai dai disturbi alimentari, che le ricadute sono frequenti, ma ora posso controllarle. (…) Ogni giorno è una conquista“. Tutto grazie alle proprie forze ma anche al supporto inestimabile del fidanzato Marco Scimia, che le è stato vicino durante il percorso di guarigione.