Disturbi alimentari, l’epidemia dimenticata: cancellato il fondo per gli ambulatori

La legge di Bilancio 2024 cancella il fondo per gli ambulatori a supporto dei pazienti affetti da disturbi alimentari

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Maria Francesca Moro

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La politica ha smesso di occuparsi dei disturbi alimentari. Per il biennio 2023/2024, il Governo aveva stanziato un fondo pari a 25 milioni di euro per l’apertura di nuovi ambulatori e l’assunzione di personale specializzato nella cura di chi è affetto da disturbi del comportamento alimentare. Il fondo è stato cancellato dalla legge di Bilancio 2024.

Stop al sostegno alle cure dei disturbi alimentari

I 25 milioni di euro stanziati precedentemente dal Governo avevano il fine principale di aumentare il numero di ambulatori specializzati nella cura dei DCA – Disturbi del Comportamento Alimentare, così da garantire il diritto alle cure anche a coloro che non possono permettersi i costi richiesti da una struttura privata.

Il fondo ha permesso di implementare i servizi esistenti, di aprire nuovi ambulatori o ampliarne i servizi. Con i milioni stanziati, fino ad oggi, sono stati assunti 780 professionisti tra psicologi, psichiatri e neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti e nutrizionisti e medici specialisti in nutrizione clinica.

Adesso che il progetto si concluderà, a meno che le aree dedicate ai Disturbi della Nutrizione dell’Alimentazione (DAN) non riescano a essere inserite nella rete dei LEA – Livelli essenziali di assistenza entro il 31 ottobre 2024, gli ambulatori istituiti per la lotta contro i disturbi alimentari saranno costretti a chiudere, lasciando senza cure tutti i pazienti presi in carico.

I centri contro i disturbi alimentari in Italia

Il venir meno dei fondi aggrava la situazione italiana che offre a sostegno di chi soffre di anoressia, bulimia e eating disorder, “una rete insufficiente” così come definita da Laura Dalla Ragione, direttore Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria al Corriere della Sera. “L’ultimo censimento del 2023 ha contato 126 strutture sul territorio nazionale, di cui 112 pubbliche e 14 private accreditate”.

I centri non sono molti e non sono distribuiti equamente sul territorio nazionale. Quasi la metà dei centri, 63, si trovano nel Nord Italia: 20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia. Al Centro il numero si dimezza quasi, arrivando a 23 centri, di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria. Altri 40 ambulatori sono distribuiti tra Sud e Isole: 12 in Campania e 7 in Sicilia. “Nel Molise non ci sono proprio. Puglia, Sardegna, Abruzzo e Calabria ne hanno un paio appena” spiega Dalla Ragione.

E la pandemia Covid non ha fatto che aggravare la già delicata situazione. Con il Sistema Sanitario Nazionale al collasso e tutte gli sforzi finalizzati a contenere il dilagare del virus, molti ambulatori sono stati chiusi, numerosi trattamenti sospesi e i posti letto dedicati ai pazienti affetti da DAN sono stati assegnati ai malati di Covid.

Più di 3mila le vittime di DCA in Italia

L’abbandono forzato dei pazienti richiesto dal Covid ha peggiorato la situazione degli italiani che soffrono di disturbi alimentari. Dei 3,5 milioni di cittadini che presentano disturbi della nutrizione, il numero di ricadute o peggioramenti è salito esponenzialmente durante il periodo di lockdown e, ancora, negli anni seguenti.

Il Governo guidato da Giorgia Meloni sceglie così di trascurare un disturbo che, in Italia, ha un tasso di decessi superiore alle 3mila vittime. Nel 2023 “i decessi sono stati 3.780. Con un’età media di 25 anni” dichiara Laura Dalla Ragione, e i numeri sono falsati al ribasso, perché nel 40% dei casi i DCA non sono diagnosticati. Tra i giovani, i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.