Nonostante la bufera mediatica e la maxi multa ricevuta, l’azienda dolciaria Dolcezze di Riviera – di proprietà di Fabio Fazio per il 5% – cerca di ristabilire la propria immagine con una nota ufficiale che punta alla trasparenza. “Abbiamo regolarizzato”, chiarisce la società in merito alle irregolarità riscontrate dai Carabinieri del reparto Tutela agroalimentare di Torino che hanno condotto le indagini all’interno dell’attività di Varazze. La multa è stata pagata e le etichette corrette, ma l’eco della vicenda continua a far rumore, anche per via del legame con il conduttore televisivo. E mentre l’azienda prova a voltare pagina, il caso solleva ancora interrogativi su controlli, etica e fiducia dei consumatori alla quale l’operato di Lavoratti continua a rivolgersi malgrado la sanzione già pagata mesi fa.
La nota dell’azienda dopo la notizia della sanzione
“Tutte le nostre materie prime, a cominciare dal cioccolato, sono di altissima qualità e attentamente selezionate. È proprio attorno a questo principio che abbiamo scelto di costruire, con tenacia e coerenza, l’intera filosofia della nostra azienda”, si legge nella nota pubblicata da Ansa, con la quale Dolcezze di Riviera chiarisce la sua posizione in merito alla sanzione ricevuta a seguito delle incongruenze sulle etichette emerse dall’indagine condotta dai Carabinieri.
“La sanzione amministrativa ricevuta ben quattordici mesi fa, riguarda un’etichettatura relativa alla Nocciola Tonda di Giffoni, ritenuta non conforme dal nucleo dei Carabinieri, sebbene validata da un parere della Camera di Commercio di Torino, ente specializzato in etichettatura alimentare”, si legge ancora nel comunicato, che vuole così assicurare trasparenza sull’operato dell’azienda che afferma di continuare a lavorare seguendo i valori della qualità e dell’attenzione verso il cliente.
Le ragioni della sanzione
“La sanzione è stata sanata e il packaging regolarizzato immediatamente. Per quanto riguarda invece il pistacchio, sono state riscontrate 44 tavolette e 62 vasetti di crema, su una produzione di migliaia di pezzi, in cui è stato utilizzato erroneamente del pistacchio siciliano privo della dicitura DOP, perché si trattava di pistacchio acquistato per prove tecniche, a differenza di tutte le altre nostre produzioni in cui viene regolarmente impiegato pistacchio certificato Dop”, spiega ancora l’azienda di Fabio Fazio, che ha così voluto dare conto anche dei volumi di prodotto interessati dall’indagine, le cui etichette sarebbero già state distrutte.
E ancora: “Relativamente al Sale Marino di Trapani, precisiamo che tutto il sale acquistato e impiegato nelle nostre lavorazioni è correttamente Sale Marino di Trapani Igp”. La notizia della sanzione ricevuta e già pagata per un ammontare di oltre 60000 euro, uscita dopo oltre un anno dagli accertamenti dei militari, è stata letta come un attacco indiscriminato e rivolto verso l’azienda di cui il conduttore di Che tempo che fa detiene il 5% mentre il 45% è intestato alla moglie Gioia Selis. Davide Petrini e Alessia Parodi, che hanno partecipato al salvataggio dell’azienda nel 2022, detengono invece il 5 e il 45% rispettivamente.
“Ci dispiace profondamente per questo attacco frontale e gravemente lesivo dell’immagine dell’azienda, per il quale ci riserviamo ogni azione legale. Nonostante sia sempre più difficile fare impresa in Italia, continueremo a lavorare con la stessa cura, trasparenza e serietà che da sempre ci contraddistinguono”, si legge infine.