Chiara Ferragni, solidarietà dei vip dopo la copertina de L’Espresso: “Vergogna”

Le celebrità si schierano a sostegno di Chiara Ferragni e tacciano di ingiustizia la copertina dell’Espresso

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

Chiara Ferragni ormai la conoscono anche i nonni, anche quelli che non hanno lo smartphone e non hanno mai navigato su internet. Chiara Ferragni è a tutti gli effetti un personaggio pubblico, ad oggi tra i più chiacchierati d’Italia. E non lo è in quanto influencer, icona di stile, moglie di un rapper. Di Ferragni si parla perché imprenditrice, ricca, potente e in difficoltà, con un’indagine in corso e l’accusa di truffa.

E sulle grandi truffe, spesso, si svolgono delle inchieste, vi si dedicano copertine e reportage, con toni non sempre cordiali. È quello che è avvenuto con L’Espresso, testata che si è guadagnata il biasimo di un gran numero di celebrità del web, arrivate in massa a sostenere la loro paladina denigrata.

I vip del web contro la copertina de L’Espresso

Il numero de L’Espresso dell’8 marzo vede in copertina Chiara Ferragni truccata da Joker: “Ferragni Spa – Il lato oscuro di Chiara” è il titolo. Il settimanale ha infatti pubblicato un’inchiesta sulle società dell’influencer, le presunte magagne al loro interno e i (dicono loro) troppo bassi stipendi dei dipendenti.

La diretta interessata, volata a New York per lavoro (mentre il marito è a Parigi con chi sa chi), ha commentato ironica con un “Bellissima”, ringraziando i follower per il supporto dimostratole dopo la pubblicazione della copertina. Più che i follower comuni, però, a essersi presa particolarmente a cuore la causa dell’imprenditrice digitale più famosa d’Italia sono i fan più famosi.

Gli amichetti del web, quelli che davvero rientrano nella cerchia più intima di Ferragni e quelli che darebbero un braccio per entrarvi, si sono nelle ultime ore affrettati a prenderne le difese, scagliandosi contro il giornale e chiunque provasse a dimostrare apprezzamento verso il lavoro dei giornalisti.

Gessica Tano ci ha dedicato persino un post sul proprio feed tanto curato: “Vergognatevi” ha intimato ai giornalisti de L’Espresso, accusandoli di un gesto di una “violenza unica” e considerando un controsenso un’azione del genere dalla stessa testata che ha eletto Elena Cecchettin persona dell’anno.

Nel frattempo, senza sporcare il proprio feed Ig ma senza paura di sporcarsi le mani, l’amica di lunga data Veronica Ferraro e il make-up di fiducia Manuele Mameli hanno intrapreso una dura battaglia sotto i commenti del post a riguardo di Trash Italiano. A dare il via alla diatriba è stata la modella Chiara Celsi, che ha definito quella del L’Espresso, “la più bella cover mai fatta”.

“Poveretta sei qui a gioire per questo mentre fino a qualche mese fa le leccavi il c**o in DM come non ci fosse un domani” ha subito risposto Veronica Ferraro. “Mi fa tenerezza” è stato il più pacato ma altrettanto tagliente commento di Mameli. E la discussione è proseguita a lungo, con toni sempre più accessi, per poi essere cancellata dai diretti interessati.

Ma è davvero giusto parlare di sessismo?

Tra le critiche più popolari a L’Espresso c’è la scelta di pubblicare una copertina del genere proprio nel giorno dell’8 marzo. L’influencer Alessia Bonari non trova giusto “nella festa della donna ridicolizzarne una”; la data di uscita la rende ancor più “offensiva” per l’esperto di tech Il Viglio. “È decisamente troppo” per Sara Luna Canola e Martina Piccu.

Eppure, la copertina contro Chiara Ferragni è un clamoroso gesto di parità di genere. Quello del pagliaccio (o di Joker) è uno stereotipo comune e, nel corso degli anni, utilizzato più e più volte per mettere alla gogna i potenti. Sono già stati trasformati in pagliaccio (e non solo da L’Espresso) il ministro Matteo Salvini, l’imprenditore Bernie Madolf, il presidente Donald Trump e parecchi altri tra gli uomini più ricchi e influenti del mondo.

Perché Chiara Ferragni, anch’ella tra le persone più ricche e influenti del mondo, dovrebbe ricevere un trattamento diverso? Solo perché è donna? E tale trattamento diverso non è forse ciò che il femminismo combatte da sempre?