Il diritto di vestirsi come si vuole, ma anche quello di mostrare tutte le sfaccettature di se stessa, dalla skin positive a una ferma posizione sul cat-calling. Tutte questioni care ad Aurora Ramazzotti che ora si è nuovamente fatta portavoce di quel diritto alla libertà sul proprio corpo che ancora non tutti capiscono. Lo ha fatto dopo che una sua storia, in cui indossava una maglia senza reggiseno sotto, ha dato vita a una serie di polemiche. Ma davvero sentiamo ancora il bisogno di puntare il dito su queste cose?
Aurora Ramazzotti, “Free the nipple”
Ironia e intelligenza: Aurora Ramazzotti ha sempre dimostrato di saper rispondere alle critiche con eleganza. Così ha fatto anche questa volta, quando – dopo aver pubblicato nelle sue storie Instagram un’immagine in cui la si vede indossare un top senza reggiseno sotto – ha risposto a tono a chi si è scandalizzato e ha spiegato, con un pizzico di sarcasmo, anche che tutte le specie animali sono dotate di capezzoli.
Poi è stata la volta di una serie di scatti postati sul feed. Aurora è solare e nelle foto indossa una maglia gialla. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: “Free the nipple”, ovvero “Libera i capezzoli”.
Nelle foto non c’è nulla di scandaloso, ma c’è ancora chi pensa che il corpo femminile debba restare celato sotto strati e strati di stoffa.
Con il suo sarcasmo pungente Aurora ha dato una lezione importante a chi – ancora – si scandalizza per così poco. Il corpo, che per altro non ha mostrato, è suo e rivendica il diritto di indossare ciò che vuole. Ed è bellissima (non solo esteticamente) ma di quella bellezza che trasuda forza, consapevolezza, decisione.
Ma questa è solo stata una delle tante volte in cui la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti ha saputo insegnarci qualcosa.
Aurora Ramazzotti, tutte le sue lezioni importanti
Dalla skin positive al cat-calling Aurora Ramazzotti non si è mai tirata indietro quando si è trattato di dire la sua. Lo ha sempre fatto con quella leggerezza che fa arrivare più chiaramente i messaggi importanti.
Come quello di non avere paura di mostrarsi davvero sui social, al di là dei filtri. Lo aveva fatto nell’estate del 2020 quando aveva pubblicato sul suo profilo Instagram un’immagine in cui la si vedeva senza trucco, mostrare i suoi problemi di pelle. Ma il messaggio era ancora più profondo, nel lungo testo – tra i vari spunti di riflessione – aveva scritto: “Sfrutterò questa stessa piattaforma che sa di perfezione per ricordarci che la perfezione non solo non esiste, ma non è neanche bella. Siamo belli noi, con le nostre cicatrici, e anche se sembra tutto un po’ cliché, a questo punto non c’è cosa a cui credo di più”.
Verità ma anche indignazione, come quando ha condiviso (sempre attraverso il social) il suo punto di vista sul cat – calling, che altro non è che una molestia e avviene quando una ragazza per strada si sente rivolgere complimenti di cattivo gusto. Ne aveva parlato nelle sue storie Instagram affermando: “Ragazzi, ci rendiamo conto che nel 2021 succede ancora, e di frequente, il fenomeno del cat calling? Sono l’unica che ne è vittima costantemente, nonostante io sia una che di solito si veste un po’ da maschiaccio?”.
Messaggi importanti, tutti, che hanno una costante: il diritto alla libertà senza giudizio. Che piace anche a noi.