Andrea Occhipinti si confessa: “Mai nascosto la mia omosessualità. Mio padre? Un violento”

Andrea Occhipinti, produttore e popolare ex attore, ha parlato in una recente intervista dei suoi trascorsi sentimentali e del controverso rapporto con il padre

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Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

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L’adolescenza turbolenta, il rapporto con un padre violento e la consacrazione al cinema: Andrea Occhipinti, ex attore ed oggi apprezzato produttore, si è raccontato a 360 gradi in una recente intervista.

Andrea Occhipinti, tra cinema e vita privata

Andrea Occhipinti, fondatore di Lucky Red, è uno dei produttori più apprezzati del panorama italiano: grazie al suo lavoro, sono arrivate nei nostri cinema le pellicole di autori come Ang Lee, Lars Von Trier, Robert Altman o Danny Boyle, solo per citarne alcuni. Eppure, prima di trovare la sua dimensione dietro la macchina da presa, negli anni ’80 era stato un attore molto richiesto: “Ho lavorato per Scola, Bolognini, Dino Risi. Solo che non era il mio vero mestiere, sentivo delle fragilità, ero insoddisfatto ed ero iperattivo. Aspettare la chiamata del regista mi metteva angoscia”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

In quegli anni Andrea divenne estremamente popolare anche grazie ad una bellezza fuori dal comune, che gli costò non pochi problemi: “Ero un po’ attenzionato, da uomini e donne. Avevo reazioni diverse, sorridevo, ci restavo male. Una volta, con un uomo greve e insistente, piansi. Una signora mi chiuse nella cabina di uno stabilimento di Fregene e accadde. La presi sportivamente”.

Eppure, i personaggi che interpretava sul grande schermo, erano molto lontani dalla sua persona: “Mi sceglievano come eroe romantico, il bel tenebroso, ma non ero a mio agio, era tutto stucchevole. Io, un sex symbol, laddove ero omosessuale. Cosa che non ho mai nascosto, ma non lo dicevo pubblicamente. Fuori di casa ero libero, mai condizionato o represso. Ho vissuto la mia sessualità con serenità e gioia”, ha spiegato il produttore.

Oggi Occhipinti è felicemente impegnato con un uomo spagnolo da 31 anni, ma ricorda ancora con simpatia alcuni aneddoti dal set: “Ricordo il remake de La ciociara. Sophia Loren mi dava del lei. Dino Risi mi raccomandò la spontaneità in una scena dovevo darle un bacio. Solo che non calibrai le labbra e la Loren mi diede uno schiaffo dicendomi: che te possino”.

Andrea Occhipinti e il rapporto col padre

Di tutt’altro genere, invece, la parentesi dedicata ai ricordi familiari: “Ero un adolescente timido e irrequieto. Ho sperimentato tutto, anche la droga. Non avendo riferimenti, come accade a tanti ragazzi, navigavo in modo pericoloso tra cose legali e illegali. Ho avuto un rapporto difficile con mio padre, medico condotto, vinse il concorso a Formello, fuori Roma, e sono cresciuto in campagna”. Proprio a proposito della figura paterna, Occhipinti ha ricordato la sua reazione quando capì che era omosessuale: “Un giorno gli dissi che non doveva andare a casa di mamma, mi urlò scagliandomi uno specchio addosso: e tu, dove pensi di andare coi tuoi amici froci? Così mi fece capire che aveva capito”.

Una violenza apparentemente immotivata, dietro cui si celeva in realtà un disturbo psichiatrico: “Mio padre era bipolare. Adorabile in certi momenti e uomo di cultura, aveva un lato oscuro che lo faceva diventare violento. Si creò un’altra famiglia. Mia madre, maestra elementare, aveva l’assillo di non poter badare a me e a mia sorella Francesca. Così, un po’ allo sbando ma con la voglia di non pesarle, a 20 anni cercai di essere autonomo”, racconta ancora.

Iniziò così per Andrea una folgorante carriera al cinema, che lo vide recitare in pellicole cult e salire addiruttura sul palco del Festival di Sanremo. Il punto di svolta arrivò nel 1995 con la nascita di Lucky Red: “Il primo film che produssi fu L’amore molesto di Mario Martone. Il mio orgoglio? Che tanti registi e scrittori si sono avvicinati al cinema grazie ai nostri titoli”.