Ambra Angiolini si confessa, senza filtri, parlando della bulimia, del rapporto con la figlia Jolanda, nata dall’amore per Francesco Renga, e delle possibili nozze con Massimiliano Allegri. L’ex stella di Non è la Rai ha raccontato in un libro il suo percorso per sconfiggere i disturbi alimentari che l’hanno tormentata per un lungo periodo.
“Non era vero desiderio di mangiare il mio – ha confidato al settimanale F -. Era fame d’amore, fame di me stessa, come se il cuore si fosse sostituito alla pancia e viceversa […] Chi soffre di bulimia e anoressia sente tutto, troppo, è come se ti avessero dato un litro di sangue ma tu ne contieni un decilitro, vorresti crescere per contenerlo tutto, invece resti piccola, sempre più piccola e allora mangi tanto – o smetti di mangiare – sperando che qualcuno se ne accorga e ti aiuti. Fino a quando capisci che solo tu puoi fare in modo che quello strano modo di amare diventi un valore aggiunto”.
Per Ambra, che ha sofferto di bulimia da quando aveva 14 anni, la salvezza è arrivata grazie alla relazione con Francesco Renga e alla prima gravidanza, che ha portato alla nascita di Jolanda. “Non c’è virus né batterio, non c’è un punto fisico del corpo su cui fare terapia e probabilmente c’è una cura diversa per ciascuno – ha svelato -. La mia è stata il viaggio più ‘dentro’ di tutti: la pancia piena di Jolanda”. Da quel momento l’attrice ha iniziato il suo processo di guarigione. “Lei – ha detto la Angiolini riferendosi alla figlia- ha fatto in modo che la mia pancia diventasse improvvisamente il posto più accogliente e pieno della terra”.
Dall’amore per Renga è nato anche Leonardo. Oggi l’attrice, dopo l’addio al cantante, è di nuovo felice accanto a Massimiliano Allegri. Un amore maturo che ha portato nuova stabilità nella vita di Ambra e l’ha fatta crescere ancora. Spesso si è parlato di possibili nozze fra i due, ma la Angiolini ha stupito ancora una volta tutti mettendo in chiaro la situazione: “Mi arrabbio quando mi chiedono se io e Max ci sposiamo – ha detto -. Stiamo insieme da tre anni, ovviamente il flusso è positivo e non c’è bisogno di definire le cose. Lui non è in alcun modo inibito dal mio carattere, riesce a sopportare bene i miei sproloqui. Magari in cuffia ascolta le partite, ma finché la faccia sembra presente funziona…”