È morto Alain Delon, l’annuncio dei figli: “Momento estremamente doloroso”

Alain Delon è morto all'età di 88 anni e con lui se ne va una delle icone più celebri del cinema di tutti i tempi

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Alain Delon è morto all’età di 88 anni e con lui se ne va un’icona del cinema, nel senso più ampio del termine. Bello da togliere il fiato, dotato di un fascino inusuale e di un talento che lo ha portato sulla vetta del successo. A dare l’annuncio della sua dipartita sono stati i figli in un comunicato congiunto, condiviso con France Presse: “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, oltre che il suo cane Loubo, hanno l’immensa pena di annunciare la dipartita di loro padre. Si è spento serenamente nella sua casa di Douchy, con accanto i suoi figli e i suoi familiari. La famiglia chiede di rispettare la propria intimità in questo momento di lutto estremamente doloroso“.

Il dolore dei figli

Dei figli di Alain Delon si è sentito spesso parlare e non in termini troppo dolci. Sono note le diatribe, specialmente tra Anthony e Anouchka, proprio in merito al padre che ormai anziano e malato aveva soltanto bisogno di tutto il sostegno possibile. Sono arrivati persino a denunciarsi, avviando una vera e propria battaglia legale. Qualcosa che, certamente, non avrebbe mai potuto guarire il padre dal linfoma ormai esteso, né tanto meno adesso potrebbe riportarlo in vita.

In momenti del genere ogni astio svanisce, anche solo per poco, lasciando il posto a un dolore che inevitabilmente colpisce dritto al cuore. “Alain Fabien, Anouchka, Anthony, così come (il suo cane) Loubo, annunciano con immensa tristezza la dipartita del loro padre. È morto pacificamente nella sua casa a Douchy, circondato dai suoi tre figli e dalla sua famiglia”, aggiungendo che la stessa “chiede gentilmente di rispettare la sua privacy, in questo momento di lutto estremamente doloroso”.

Addio a un’icona del cinema

Non è semplice descrivere in poche righe una carriera come quella di Alain Delon. Il divo dagli occhi di ghiaccio, che ha incarnato un ideale di cinema irripetibile, lascia dietro di sé un’eredità di talento e prestigio senza pari. Attore lo è stato per una vita intera, sin dalla consacrazione avvenuta grazie al ruolo da protagonista in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, nel lontano 1961.

Nato l’8 novembre 1935 a Sceaux, nell’Hauts-de-Seine, un prospero sobborgo dove suo padre gestiva un piccolo cinema, il Régina, e sua madre, Edith, lavorava in una farmacia, da bambino ha dovuto affrontare il suo primo grande dolore: la separazione dei genitori. Si ritrovò presto in un collegio, poi in una famiglia adottiva. E proprio quel dolore, con ogni probabilità, ha dato linfa a quel temperamento irruente che è stato poi una delle sue cifre vincenti professionalmente parlando.

La critica non è sempre stata dolce con Delon, “troppo bello per essere vero”, eppure i registi lo desideravano e gli hanno offerto ruoli che sono diventati iconici. Basti pensare al Gattopardo, ancora una volta alla corte di Luchino Visconti, capolavoro del cinema in cui ha interpretato Tancredi al fianco della splendida Claudia Cardinale e di un altro gigante, Burt Lancaster. Ma l’elenco potrebbe continuare: Les félins di René Clément con Jane Fonda, L’Insoumis di Alain Cavalier e ancora la parentesi hollywoodiana per poi tornare in patria dove ha collaborato con Jean-Pierre Melville in film come Le samouraï, Il cerchio rosso, Un poliziotto.

Cucitasi addosso l’immagine del bel tenebroso, solitario e ai limiti della legge, Delon si lancia nella produzione di un lungo ciclo di film noir e nell’interpretazione di polizieschi – non sempre ben riusciti -, fino al (quasi) ritiro dalle scene negli anni ’80, seguito da una parentesi televisiva.