X Factor 2025: Finite le fasi delle Audition, con i Bootcamp i ragazzi si giocano l’ultima possibilità di accedere alla fase finale delle Last Call, entrare nelle squadre definitive e approdare agli agognati Live. Giovedì 9 ottobre è andata in onda la seconda fase dei Bootcamp.
Il nuovo meccanismo prevede l’unanimità dei giudizi, o il concorrente non passa. Se non c’è consenso plenario, i giudici si ritirano in camera di consiglio per trovare un accordo e formulare il verdetto. Non si sa come, ma Lucifero Lauro riesce sempre a farla da padrone: è capitato che con il suo giudizio positivo contri gli altri tre negativi sia riuscito a far passare il concorrente. E, di contro, con il suo unico negativo, convincere tutti gli altri a rispedirlo a casa.
Non è, almeno sulla carta, il più preparato tecnicamente – qui Gabbani e Paola la fanno da padroni – e nemmeno il più logorroico, ma placido e sornione, tra un sorrisetto sotti baffi e una linguetta tra i denti, governa il gioco e decide i destini.

Che abbia carisma e personalità, lo si era capito ben prima di XF. Che fosse così astuto e stratega, lo stiamo scoprendo a XF. Se Paola è sempre la più materna e sanguigna, Jake il più ironico e arguto (abbiamo un debole, sì), Gabbani una piacevolissima scoperta, Lauro parte sempre in sordina e poi ai Live esplode. Ricordiamo che lo scorso anno, pur vincendo Mimì, del team Agnelli, Achille era arrivato in finale con la squadra INTATTA e i suoi ragazzi si sono classificati rispettivamente, secondi (Les Votives), terzi (Patagarri) e quarto (Lorenzo Salvetti).
Anche ieri sera, seconda puntata di bootcamp, ha diretto la musica e tra un battibecco e l’altro Gabbani-Lauro (domande tecniche si-domande tecniche no) ha fatto passare chi voleva lui.
“Quando Lauro dice sì e sì” scrivono su Twitter, “Potevano mettere solo Lauro come giudice a questo punto”. D’altronde con quella faccia da schiaffi, quel sorriso irresistibile e beffardo gli si perdona tutto. E la storia della scorsa edizione gli dà ragione in quanto a scelte. Una sola cosa non gli si può proprio perdonare: la permanente.