Ci sono momenti in cui trovare le parole è difficile, difficilissimo. Ma se la volontà è quella di veicolare messaggi forti e significativi, allora nel dolore si può trovare anche la forze di comunicare. Così ha fatto Barbara Lombardo, moglie di Totò Schillaci, morto il 18 settembre, dopo una lunga malattia e un ricovero, il 7 dello stesso mese, che aveva lasciato poche speranze alla famiglia e i fan del campione delle “notti magiche” di Italia ’90. La donna ha preso la sua sofferenza in mano e, a Storie Italiane, su Rai 1, accompagnata dal figlio Mattia, ha raccontato gli ultimi momenti dell’amato compagno e il suo desiderio: che rimanga come un esempio per tutti i ragazzi che hanno un sogno.
Barbara Lombardo: l’ultimo ricordo del suo Totò Schillaci
“Totò era un galantuomo, una persona umile e io mi sono innamorata proprio di questo, della sua umiltà e della sua gentilezza”. Così ha raccontato Barbara Lombardo, visibilmente commossa, e già queste poche parole dicono tanto della coppia che sono stati come coppia e del carattere di Totò, che lo aveva reso l’eroe di intere generazioni. “Era l’amore della mia vita…È l’amore della mia vita”. Lo ha detto ai microfoni di Storie Italiane, a una commossa Eleonora Daniele.
Il dolore è tanto: “Però i nostri figli mi danno la forza di andare avanti, guardando Mattia vedo il volto di suo padre”, aggiunge, “e questo affetto è meraviglioso perché mio marito ha lasciato un bel ricordo di sé stesso al di là delle sue prodezze sportive. Un uomo buono che ha lasciato veramente tanto amore, ed è quello che si vede dall’affetto delle persone. Per tre anni e mezzo abbiamo lottato contro questa malattia. Diciamo che lui l’aveva superata, avevano detto che era guarito e quando è arrivata la proposta di fare un programma televisivo abbiamo deciso di riprenderci la nostra vita in mano, ma dopo il rientro dalla trasmissione abbiamo fatto nuovamente degli accertamenti. Le metastasi avevano preso la parte cervicale, è stato sottoposto a chemioterapie, radioterapie, è stato veramente massacrato però lui ha lottato veramente, è stato un guerriero. Lui voleva vivere per me, per i suoi figli e fino all’ultimo ce l’ha dimostrato”.
A parlare anche il figlio, Mattia Schillaci, nato nel giugno 1990, proprio quando papà Totò faceva sognare un Paese intero: “Lascia un dolore tremendo, era un punto di riferimento per tutti e non ci sono parole. La sua storia la conosciamo tutti: una persona che dal nulla è diventato quello che è diventato. Speriamo che almeno questo rimanga come esempio per tutti i ragazzi che ci credono. Cosa direbbe papà? A volte era molto riservato, ma è giusto che tutte le persone che sono qui lo vogliono salutare. Di lui porterò con me tantissimi ricordi, sin da quando ero piccolo quando giocavamo insieme a pallone. Mi porterò tanti insegnamenti di vita: mi ha insegnato a lottare sempre, a farcela da solo con le mie forze e la mia volontà a crescere e a superare gli ostacoli come ha fatto sempre lui, da solo”.
L’addio a Totò Schillaci
Totò Schillaci, idolo di Italia ‘90, è morto a 59 anni. Soffriva di un tumore al colon. La camera ardente è stata allestita nello stadio Renzo Barbera del Palermo e i funerali si svolgeranno la mattina di venerdì 20 settembre. Sono stati tantissimi i fan e gli amici che hanno voluto portare un tributo all’idolo della nazionale italiana: una vera e propria fiumana di persone che hanno voluto regalargli l’ultimo saluto, un semplice gesto d’affetto e di ringraziamento.
Un tributo che non ha sorpreso la famiglia, conscia di quanto fosse ancora amato tra la gente che mai l’aveva dimenticato negli anni. La moglie Barbara Lombardo e il figlio Mattia lo hanno voluto sottolineare: “Si merita tutto questo, siamo felici”. E sono tantissimi anche gli amici del mondo dello spettacolo che gli hanno voluto dedicare un ultimo messaggio, un ultimo pensiero, un ultimo saluto.
“Ciao Totò, con te se ne vanno le notti magiche della giovinezza di tutti noi. Grazie per i sogni. Sei stato il nostro eroe”, scrive Antonella Clerici, tra le prime a ricordare le gesta del campione di Palermo, vinto nel fisico dalla malattia ma non nell’anima, che ha mantenuto salda e combattente fino alla fine.