È un momento magico per Mahmood, tra i big più apprezzati dello scorso Festival di Sanremo. La sua Tuta gold è in cima a tutte le classifiche di streaming, e sta riscuotendo grande successo anche all’estero. Ma la vita di Alessandro Mahmoud (questo il suo vero nome) non è sempre stata così serena: lo ha raccontato proprio il cantante nello studio di Verissimo, condividendo con Silvia Toffanin alcune delle pagine più dolorose della sua esistenza. Nella lunga intervista in onda il 18 febbraio, Mahmood ha ripercorso gli anni dell’adolescenza, segnati dal bullismo, ed altri momenti bui che lo hanno convinto ad affrontare un percorso di analisi.
Verissimo, Mahmood e il bullismo
Tuta gold è uno dei brani del momento: sono milioni gli streaming, ed anche la coreografia che accompagna il brano è virale su tutti i social. Agli ascoltatori più attenti, tuttavia, non saranno sfuggiti alcuni versi della canzone, in cui Mahmood spiega di aver “preso delle botte alle medie”. Su questo delicato tema l’artista è tornato nel corso della sua ospitata a Verissimo, in onda il 18 febbraio. “Sono versi in cui voglio raccontare i momenti più difficili per evidenziare il fatto che mi hanno fortificato. La tuta gold è la metafora della corazza che mi sono creato in questi anni. Quando ho scritto questa canzone mi sono reso conto di cosa ho attraversato e come l’ho affrontato. A primo impatto non è mai facile, c’è sempre un velo di tristezza che ti accompagna finché non risolvi quella cosa con te stesso. Ma posso dire di aver fatto quel lavoro” ha spiegato l’artista.
Se la parentesi legata ai bulli sembra essere stata ormai accantonata, lo stesso non si può dire della turbolenta relazione con suo padre, raccontata nell’album d’esordio Gioventù bruciata: “Non si è ancora risolta ma sono fiducioso. C’è tempo”.
L’incendio e il percorso in analisi di Mahmood
Un altro episodio che ha particolarmente turbato Mahmood è stato l’incendio del palazzo in cui abitava a Milano, in via Antonini: “Era la mia prima casa in affitto. Fino ai 27 anni ho vissuto con mia mamma. Ho preso la mia casa in affitto ed è successo che il palazzo è andato in fiamme. Quel giorno ero dentro con due miei amici, ed una di loro si rese conto di cosa stava succedendo perché vedevamo un’ombra con del fumo. Siamo usciti e ci siamo salvati, ma poi sono dovuto tornare da mia madre. All’inizio è stato pesante, perché quando hai il tuo spazio sei felicissimo. Tornare da mamma ti destabilizza. Adesso ho trovato un altro appartamento in affitto e mi sono tranquillizzato”.
L’evento ha comunque spinto Mahmood ad iniziare un percorso di analisi: “Fa sempre bene andare in analisi. Mi ha aiutato a sbloccare delle cose che avevo dentro di me. Il brano Stella cadente l’ho scritto proprio uscendo da una seduta. E’ un flusso di coscienza. Non dico le cose sempre a voce, alcune le tengo per me e scriverle è un modo per farle uscire. Ho usato questo disco come se fosse una seduta”.
Mahmood e l’amore
Infine, incalzato da Silvia Toffanin, Mahmood ha parlato della sua situazione sentimentale: “Sono molto felice in questo periodo. Da gennaio non ho tempo per l’amore, devo lavorare. Ma sono felice. In passato in amore ho sempre sofferto. Io anche quando non soffrivo facevo in modo di soffrire. Anche quando una cosa è semplice devo complicarla. Adesso però ho meno tormenti: sono in un momento di gioia”.