Le Iene, Carlotta Ferlito: “Abusi anche nel mondo della ginnastica artistica”

Carlotta Ferlito, campionessa di ginnastica artistica, racconta alle Iene gli abusi fisici e psicologici presenti anche nel suo mondo. E la denuncia che le costò la fine della carriera

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Non solo Farfalle: dopo la ritmica, la denuncia degli abusi fisici e psicologici di cui sono vittime le giovani ginnaste si sta estendendo a macchia d’olio anche nel mondo della ginnastica artistica. Già Vanessa Ferrari, oro olimpico, aveva raccontato la sua esperienza, ora è il turno di un’altra ginnasta

A parlare, ai microfoni delle Iene, è Carlotta Ferlito, campionessa di artistica, bronzo alle Olimpiadi, oro alla World Cup e ai Campionati italiani e voto noto grazie alla trasmissione di MTV “Ginnaste-Vite parallele“. Che racconta il suo calvario e la denuncia fatta nel 2016, insieme al suo team e contro i “piani alti”, la Dirigenza, che le è costata la fine improvvisa della sua carriera.

Anche Carlotta è stata vittima di abusi fisici e psicologici: pesata continuamente, definita “maiale” se prendeva pochi grammi, costretta a ritmi di allenamenti disumani che in una occasione le sono quasi costati la vita.

Eppure lei alla fine ha parlato, ci ha messo la faccia, ben prima dello scandalo esploso quest’anno. Ma non è servito a niente, se non a porre fine in maniera drammatica e repentina alla sua carriera.

Ho fatto una denuncia, con il mio team, rivolta ai piani alti. Abbiamo denunciato tutto il sistema di abusi, nella speranza di migliorare il sistema. Ma ho ottenuto l’opposto: è stata avviata una procedura federale nei miei confronti. E non è cambiato nulla, non è stata fatta nessuna indagine”.

“Da quel momento non ho più gareggiato– prosegue Vanessa – sono stata allontanata e non è stata una coincidenza.. È stato un trauma, una chiusura che non ho scelto e che sto ancora oggi affrontando in terapia. Avrei voluto finire la mia carriera in maniera diversa. Racconterò ai miei figli che siccome ho parlato, sono stata tagliata fuori“.

È bene che se ne parli, che si cerchi di rendere questo mondo un posto migliore per chi verrà dopo. Perché io spero che nessuna subisca quello che ho subito io”.

Carlotta ha poi partecipato alla trasmissione in prima serata, pronunciando un monologo davanti alle telecamere:

“Vi assicuro che per un’atleta la cosa più difficile al mondo è essere allontanata dallo sport che hai praticato fin da piccola, lo sport per cui hai dato tutto. Ma io ho parlato con la convinzione che se provi a far sentire la tua voce, alla fine, qualcuno ti ascolta.

Questo sport non può e non deve più essere fatto anche di violenze psicologiche e fisiche.

Nessuna ragazzina dovrebbe essere presa a sberle, umiliata se chiede di andare in bagno, costretta a fare esercizi dove rischia l’osso del collo solo per punizione.

Essere chiamata ‘maiale’ per aver osato mangiare un biscotto in più. Nessuna dovrebbe essere costretta a dimenticare dove sta il confine fra il giusto e lo sbagliato, fra normalità e malattia, come invece è successo a me, che, a un certo punto, ho accettato quasi tutto.

Io ho reagito e, oggi, quel confine ce l’ho ben presente.

Per questo voglio scegliere con la mia testa, imparare a guardare al mio fisico con affetto anziché con paura, recuperare le cene saltate, stare lontana dalla violenza e imparare a perdonarmi. Voglio decidere quando e come inizia e finisce la mia carriera. Essere autonoma, anche scomoda se serve, non obbedire a nessuno.

Ogni giorno cerco di migliorare, proprio come facevo in passato, da atleta. Solo che oggi lo faccio da persona, da donna. E questa volta lo faccio da sola, senza che nessuno possa permettersi di dirmi che cosa è giusto e cosa è sbagliato per me”