Dopo una carriera densa e segnata da ruoli iconici, acrobazie spettacolari e un amore dichiarato per il cinema in sala, Tom Cruise raggiunge finalmente un traguardo che sembrava sfuggirgli da sempre: il Premio Oscar.
Non un riconoscimento qualsiasi, ma quello più simbolico, che riassume tutto il suo percorso da attore: l’Oscar alla carriera.
Tom Cruise riceve il Premio Oscar alla carriera
Quella dell’Oscar sembrava una missione impossibile, ma si sa, a Tom Cruise le missioni impossibili non fanno paura. L’attore, da sempre icona del cinema americano d’azione, riceve finalmente il suo primo Premio Oscar, e non un premio qualsiasi: quello alla carriera.
A consegnarglielo sarà l’Academy che, il 16 novembre, conferirà il riconoscimento durante la 16ª edizione dei Governors Awards, nella Ray Dolby Ballroom dell’Ovation Hollywood.
La tanto ambita statuetta arriva per Tom Cruise a 62 anni per il suo “incredibile impegno nei confronti della nostra comunità cinematografica, dell’esperienza teatrale e della comunità degli stuntman ci ha ispirato tutti” spiega l’Academy, che continua: “Cruise è stato un convinto sostenitore dell’esperienza teatrale e ha contribuito a guidare l’industria attraverso un periodo difficile durante la pandemia di COVID-19. Dimostrando un profondo impegno per la sua arte, inclusa l’esecuzione di tutti i suoi stunt”.
A ricevere gli altri premi alla carriera durante la 16esima edizione anche l’attrice e coreografa Debbie Allen, l’iconica musicista e attrice di fama internazionale Dolly Parton e lo scenografo Wynn Thomas.
Tutte le volte che Tom Cruise si è avvicinato all’Oscar
Questa non è la prima volta che Tom Cruise flirta con l’Oscar. Anzi, negli anni ci è andato parecchio vicino collezionando 4 nomination: speranze poi puntualmente infrante come in una storia d’amore mai davvero sbocciata.
La sua prima candidatura arriva nel 1990, quando interpreta un veterano del Vietnam in Nato il quattro luglio. È giovane, intenso, e la critica lo prende sul serio ma non abbastanza da ricevere il premio più ambito. Nel 1997 ci riprova con Jerry Maguire, e anche lì sembra fatta: il ruolo dell’agente sportivo in crisi d’identità diventa iconico e gli regala la seconda nomination come miglior attore protagonista.

Nel 2000 cambia strategia e si presenta in una veste inedita: in Magnolia è un istrionico guru della mascolinità tossica. Stavolta la nomination è come miglior attore non protagonista. La sua interpretazione è potente, fuori dagli schemi, che lascia il segno ma che non gli permette di stringere tra le mani la statuetta.
L’ultima occasione, almeno prima del riconoscimento alla carriera, è recentissima: nel 2023 Top Gun: Maverick viene candidato come miglior film. Cruise, che ne è anche produttore, ci mette anima, corpo e cuore, nella speranza che il sequel del suo cult anni ’80 convinca anche l’Academy. Ma ancora una volta, niente da fare.
Insomma, Tom e l’Oscar si sono rincorsi per decenni tra alti, bassi e acrobazie spesso letterali. Fino a oggi, quando arriva finalmente il premio più simbolico di tutti. Quello che non riguarda un solo ruolo, ma tutta una carriera. E che, in fondo, può essere visto come un bellissimo lieto fine.