Ghali a Che tempo che fa dopo le polemiche in Rai. Le parole di Fabio Fazio

In seguito alle controversie scaturite a Sanremo, Ghali ospite di Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', discute dell'importanza della pace riferendosi alla situazione a Gaza

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

In una società sempre più interconnessa e globale, le parole degli artisti risuonano con una forza che va oltre la semplice espressione creativa, diventando a volte un catalizzatore per il dialogo su temi di rilevanza sociale e politica. Ghali, la cui ascesa ha segnato il panorama musicale italiano, è stato protagonista di un momento di forte impatto culturale e mediatico durante l‘ultima edizione del Festival di Sanremo. Domenica 18 febbraio, come ospite atteso del programma Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio, Ghali si appresta a ripercorrere quel momento e a condividere la sua arte e il suo impegno civile, dopo le polemiche che hanno infiammato il dibattito pubblico.

Ghali a “Che tempo che fa”: dialogo aperto e senza filtri

Ghali, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, porta con sé non solo il talento musicale che lo contraddistingue ma anche un’eco di quelle polemiche scaturite a Sanremo. La sua presa di posizione, “Stop al genocidio”, riferendosi alla situazione a Gaza, ha scosso l’opinione pubblica e ha provocato una reazione a catena nei media, culminata nella lettura di un comunicato da parte di Mara Venier a Domenica In che esprimeva la solidarietà dell’Italia verso Israele. Ghali, però, non si tira indietro e, forte del suo principio di libertà di espressione, ribadisce l’importanza di un messaggio di pace, di condivisione e di giustizia sociale, temi che da sempre informano il suo lavoro e la sua vita.

La pace è per tutti, è quello che abbiamo imparato a scuola, – ha detto Ghali a Fazio, evitando esplicitamente però la parola genocidio – è strano ritrovarsi oggi in un mondo così. Ci hanno insegnato una cosa per tutta la vita e ad un certo punto sentiamo che non si può. Per me è la cosa più importante: qualsiasi cosa è da condividere. Il successo, tutti i beni che abbiamo su questo pianeta, non sarebbero delle ricchezze se non fossero condivisibili. Sono condivisibili solo se stiamo tutti bene e se c’è pace, se in una stanza siamo in 10 e 7 persone stanno male pure le altre 3 staranno male. Se in una stanza di 10 persone 7 stanno bene, le altre 3 anche se stanno male inizieranno a riprendersi. È importante stare tutti bene per quanto sembri banale. (Ghali a Che tempo che fa)

Nel cuore dell’intervista a Che tempo che fa, Fabio Fazio solleva una riflessione che sembra riecheggiare nel silenzio dello studio: la strana contraddizione del nostro tempo riguardo il concetto di pace. Da bambini, a scuola, ci insegnavano a scrivere temi sulla pace, a sognarla come l’obiettivo supremo dell’umanità. E ora, sembra che professarla pubblicamente diventi motivo di critica. Ghali, riflettendo sulla sua recente esibizione a Sanremo, dove ha espresso un desiderio di pace facendo riferimento alla situazione a Gaza, condivide il peso delle critiche ricevute. Sul palco dell’Ariston, voleva portare un messaggio personale e giusto. Un invito a fermare il genocidio, un appello alla pace. Eppure, questo desiderio di condividere un pensiero di speranza si è trasformato in oggetto di polemica. Ghali sottolinea come, nonostante gli ostacoli, il suo impegno rimane saldo: promuovere la pace attraverso la sua arte, le sue canzoni, convinto che le ricchezze del mondo possano essere tali solo se condivise in un contesto di benessere collettivo.

Ghali
Fonte: IPA
Ghali

Tra autenticità e rinascita artistica

Fabio Fazio, con la sua consueta perspicacia, osserva come, in seguito alla partecipazione di Ghali al Festival di Sanremo, la percezione pubblica nei suoi confronti abbia subito un notevole cambiamento. “Il pubblico ha iniziato a vedere Ghali sotto una nuova luce, riconoscendone l’autenticità e la sincerità”, commenta Fazio, sottolineando come queste qualità abbiano contribuito a rafforzare il legame tra l’artista e i suoi fan. Ghali, si lascia andare a riflessioni personali sulla sua carriera, ammettendo di non essere stato pronto ad affrontare il successo iniziale. Il successo lo ha sopraffatto, perdendo così il contatto con le ‘cose vere’ della vita. Questo periodo di smarrimento personale è stato complicato ulteriormente da eventi difficili, come la malattia della madre, che lo hanno spinto a cercare sostegno psicologico. La musica, per Ghali, diventa così non solo un mezzo di espressione artistica, ma una vera e propria ancora di salvezza, uno spazio sicuro dove elaborare il dolore e ritrovare sé stesso.

Ghali: impegno oltre la musica, tra critiche e solidarietà

Durante l’appuntamento con Che tempo che fa, Fabio Fazio introduce un tema di grande attualità e sensibilità, toccando il nervo scoperto delle recenti prese di posizione della Rai riguardo le dichiarazioni di Ghali nella sua canzone Casa Mia. La critica velata di Fazio non lascia spazio a interpretazioni: c’è un evidente disappunto per come l’ente pubblico ha gestito le parole dell’artista, parole che invece di trovare sostegno, hanno visto una distanza presa dalle istituzioni mediatiche. La discussione si amplia quando Fazio porta all’attenzione il riconoscimento internazionale di Ghali, citando un articolo del New York Times in cui viene evidenziato l’impegno del rapper per la causa dei migranti. “Nato da genitori tunisini, Ghali non ha ricevuto la cittadinanza italiana fino a oltre metà della sua vita, a causa delle leggi stringenti sulla cittadinanza per i figli di migranti”, riporta l’articolo, sottolineando come, nonostante ciò, il rapper si identifichi profondamente sia con l’Italia che con la Tunisia.

Il suo impegno va ben oltre la musica: Ghali si è distinto per le sue azioni concrete a favore dei diritti dei migranti. Il suo gesto di donare un gommone a Mediterranea Humans, un’organizzazione no-profit dedicata al salvataggio in mare, dimostra una volontà di agire attivamente per il cambiamento. Questa barca, denominata Bayna, in omaggio a una delle sue canzoni, ha contribuito al salvataggio di 227 persone nel Mediterraneo, tra cui un neonato di soli due mesi, nel novembre 2023.