L’esorcista compie 50 anni, la storia vera dietro l’horror più spaventoso di sempre

La vera storia che ha ispirato il film L’esorcista, il cult horror che ha appena compiuto 50 anni

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

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Il 26 dicembre 1973 faceva il suo esordio nei cinema degli Stati Uniti L’esorcista, il film diretto da William Friedkin che, 50 anni dopo, resta ancora l’horror più spaventoso di sempre. Ancora più terrificante perché tratto da una storia vera.

La vera storia dietro L’esorcista

L’esorcista è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore William Peter Blatty, che per scrivere il suo inquietante capolavoro si ispirò a un articolo di giornale che, nel 1949, raccontava dell’esorcismo eseguito su un giovane ragazzo del Maryland, negli Stati Uniti. Il ragazzo è conosciuto come Roland Doe e la sua storia ispirò L’esorcista, tra i film horror più famosi e terrificanti di sempre.

Doe era un ragazzino tranquillo e riservato, figlio unico di genitori protestanti, amava leggere e si trovava più a suo agio con gli adulti che con i coetanei. In particolare, l’adolescente era fortemente legato alla zia Harriet, appassionata di spiritismo e frequente praticante dei riti con la tavola Ouija, quella che serve a contattare le anime dei morti nell’aldilà.

La zia Harriet morì quando Roland aveva 13 anni e, afflitto da un insopportabile nostalgia, il ragazzo tentò di contattarla attraverso le tecniche Oujia che proprio da lei aveva appresso. Da quel momento in poi, Roland non fu più lo stesso. Il giovane iniziò a urlare in latino (lingua che non aveva mai studiato), divenne irrequieto e, di notte, dalla sua stanza proveniva rumori di graffi e di pensanti mobili spostati con violenza.

La famiglia si rivolse ai medici che lo valutarono però in buona salute. Si tentò così con la parapsicologia, ma fu lo stesso esperto J.B. Rhine a consigliare ai genitori di Roland di chiedere aiuto a un prete cattolico. Entra qui in scena il padre gesuita Albert Hughes che, assieme a nove colleghi, praticò su Roland più e più esorcismi che andarono avanti per ben nove settimane.

Il resoconto di tutti gli esorcismi fu trascritto da padre Raymond Bishop, ed è proprio su questi quaderni che si è basata la sceneggiatura del film L’esorcista. Qui, si racconta del materasso che tremava sotto il peso del ragazzo, delle sue urla incontenibili, dei graffi che comparivano all’improvviso sulla sua pelle dopo la comunione e della scritta Hello comparsa con il sangue sul suo petto.

Roland Doe e la sua famiglia non hanno mai parlato pubblicamente di quel che accadde nel 1949, ma è stato comunicato che, in seguito agli esorcismi, il ragazzo si riprese, continuò gli studi in una scuola cattolica, si sposò ed ebbe tre figli. Ad oggi, la tesi più avvalorata è quella che sostiene che il ragazzo fosse affatto da una grave malattia psichica allora sconosciuta, ad esempio schizofrenia o sindrome di Tourette.

L’esorcista, un film maledetto

A far paura non è soltanto la storia vera da cui fu tratto il film, anche le riprese della pellicola si tinsero di tinte fosche. Durante le riprese, la giovane protagonista Linda Blair perse uno dei nonni e, in seguito, fu costretta a essere accompagnata da una scorta h24 a causa delle minacce ricevute da fanatici religiosi secondo cui il film inneggiava a Satana.

Gli attori protagonisti Jack MacGowran e Vasiliki Maliaros morirono subito dopo la fine delle riprese, per cause note ma improvvise, influenza il primo, cause naturali la seconda. L’interpete Max Von Sydow vide invece morire il fratello mentre si trovava sul set. Infine, il figlio di Mercedes McCambridge, che diede la voce al demone, uccise la moglie e le due figlie e si tolse la vita poco tempo dopo la candidatura del film agli Oscar.