Ed Gein, la vera storia del crudele serial killer della serie Monsters su Netflix

La vera storia di Ed Gein, tra i serial killer più efferati della storia, è molto peggio di quella raccontata in Monsters su Netflix

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Maria Francesca Moro

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Il true crime, le storie dei crimini davvero accaduti, è l’ossessione di questi anni. Libri, trasmissioni televisive, podcast, film e, naturalmente, serie tv: il genere horror investigativo è tra i più seguiti in ogni sua forma. E tra le serie più viste al mondo su Netflix c’è Monsters, l’antologia di Ryan Murphy e Ian Brennan che ripercorre le storie dei più efferati criminali della storia. La nuova terza stagione, presentata come “la più agghiacciante finora” racconta di Ed Gein, detto il “macellaio di Plainfield”.

La vera storia di Ed Gein

Ed Gein nasce nel 1906 a La Crosse, nello stato Usa del Wisconsin. Figlio di George e Augusta, lui alcolizzato, lei ossessionata da rigidi precetti religiosi. Per allontanare i due figli – il fratello maggiore di Ed è Henry – dalle tentazioni della società, Augusta decide di trasferire l’intera famiglia in una isolata fattoria di Plainfield. Alla morte del padre e dopo quella misteriosa del fratello, Ed si ritrova a vivere da solo con una madre divenuta sempre più autoritaria e ossessionata dall’idea del peccato. Quando anche Augusta muore, a causa di una serie di ictus nel 1945, Ed è solo al mondo. Privo di quegli amici che la madre gli impedì di crearsi.

Da quella tranquilla cittadina, scomparvero due donne nel giro di tre anni: Mary Hogan, nel 1954, e Bernice Worden, nel 1957. Gein confessò entrambi gli omicidi nel 1957. Mary e Bernice non sono però le sue uniche vittime, le altre le profanò già morte. Indagini successive rivelarono che tra il 1947 e il 1952 Gein riesumò i corpi di nove donne, portandoli in casa per imbalsamarli, mutilarli e farne pezzi d’arredamento o oggetti da collezione.

Solitario e con parecchio tempo libero, era un avido lettore di riviste d’attualità. Si interessò degli esperimenti umani commessi dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e delle tribù di cannibali scoperte nelle isole dei Mari del Sud. A loro si ispirò nel realizzare sedie e tamburi rivestite di pelle umane.

In casa sua furono ritrovate vulve e nasi conservati in scatole da scarpe e resti umani dentro scatole di cereali. Sulle pareti della sua camera da letto i volti scuoiati delle sue vittime. Con gli scalpi, i visi e i capelli delle donne frugate dal cimitero locale aveva costruito delle maschere e realizzato una sorta di abito indossabile ricavato dalla pelle delle gambe e del busto di una donna.

Incriminato per omicidio di primo grado, fu giudicato incapace di affrontare il processo per infermità mentale e trascorse il resto della propria vita ricoverato in un ospedale psichiatrico. Morì nel 1984 a 77 anni. Non fu mani processato né condannato per i furti di cadavere né per la profanazione dei corpi. Il suo obiettivo, spiegarono i medici che lo avevano in cura, era quello di riportare in vita la madre e, quando non poté dissotterrarne il corpo, iniziò a dedicarsi a quello di altre donne.

Il serial killer più famoso del cinema

A poche miglia da Plainfield, quando Gein fu arrestato, viveva lo scrittore Robert Bloch. E fu proprio al “macellaio pazzo” che Bloch si ispirò per scrivere Psycho, il best seller che, nel 1960, fu trasformato in capolavoro cinematografico da Alfred Hitchock. Fino ad allora i mostri del cinema erano vampiri, alieni, creature magiche. Fu con Gein che si iniziò a capire che le persone reali possono fare molta più paura dei personaggi delle favole. E ai vari Dracula, al cinema e in libreria, si sostituirono gli Psycho, gli Annibal e i Jack squartatori.

Alla figura di Ed Gein si ispira anche l’inquietante personaggio di Leatherface, “faccia di cuio”, nel cult horror Non aprite quella porta, che indossa maschere di pelle umana e uccide perché crede che la propria famiglia sia in pericolo. Ancora, a Gein assomiglia Buffalo Bill del Silenzio degli innocenti, intento a costruirsi un abito da donna con i corpi delle giovani che uccide dopo non aver ottenuto la possibilità di cambiare sesso.

A Ed Gein è dedicato il libro Monster Psycho Killer, dell’autore di true crime Harold Schechter, da cui sono state prese molte informazioni utili a scrivere quest’articolo.