Baby Reindeer non è soltanto una serie, ma un vero e proprio fenomeno che, come c’era da aspettarsi, ha scatenato una tempesta di critiche sia positive che negative. A tutti gli effetti è diventata tra le serie più viste di sempre su Netflix e per il regista, autore e protagonista, il comico scozzese Richard Gadd, l’occasione per farsi conoscere e per far conoscere una storia dai tratti oscuri. La sua storia.
In Baby Reindeer ci sono un uomo vittima di abusi e stalking da parte di una donna, il rapporto indecifrabile tra vittima e carnefice, i problemi mentali. Un mix che ha catapultato sulla cresta dell’onda mediatica la protagonista: Martha nella serie, Fiona Harvey nella vita reale. Gadd non ha mai fatto il nome della donna ma, attraverso una spasmodica caccia sui social, il popolo del web è risalito alla Harvey. E lei, adesso, ha deciso di intentare una causa milionaria contro Netflix.
Fiona Harvey intenta una causa milionaria contro Netflix
Come anticipato, Richard Gadd ha deciso di raccontare la sua storia in Baby Reindeer (“piccola renna”, per chi non avesse visto la serie o non masticasse l’inglese), un prodotto targato Netflix nel quale il confine tra verità e finzione è davvero molto sottile. In molti, assistendo alle vicissitudini del protagonista, sono rimasti sconvolti: i temi affrontati sono pesanti come un macigno, attualissimi ma talmente crudi da essere talvolta ai limiti dell’assurdo.
L’operazione-onestà di Gadd ha trovato l’approvazione di moltissimi utenti della piattaforma streaming, attirando a sé anche qualche critica (inevitabile). Gadd è guardato bene dal non fare direttamente nomi e cognomi per evitare di coinvolgere i reali personaggi che orbitano nella sua storia, ma forse non è bastato. Sul web si è scatenata una vera e propria “caccia all’uomo”, anzi alla donna. E a farne le spese è stata la presunta “vera” Martha, la sua stalker nella serie (interpretata da Jessica Gunning) che, dal canto suo, non si è tirata indietro dal rilasciare un’intervista sulla TV britannica per ribadire con forza di non essere coinvolta. Un controsenso, agli occhi di molti. Troppe le contraddizioni, anche nelle stesse dichiarazioni rilasciate a Pier Morgan.
Il controverso comportamento di Fiona Harvey ha fatto parecchio discutere, ma lei non ha intenzione di cedere di un passo. Anzi, ha deciso di rincarare la dose intentando una causa milionaria contro Netflix per delle ragioni che ha reso note il portale PageSix, entrato in possesso dei documenti della denuncia.
La “vera” Martha di Baby Reindeer vuole un risarcimento di 170 milioni
Fiona Harvey ha sempre negato di essere la “vera” Martha di Baby Reindeer e continua a farlo. Ormai la sua vita è stata letteralmente sconvolta e la sua richiesta parla chiaro: vuole un risarcimento di almeno 170 milioni di dollari da Netflix per diffamazione, inflizione intenzionale di disagio emotivo, negligenza e violazione del suo right of publicity, con cui ci si riferisce al diritto di un soggetto di controllare l’uso commerciale della propria identità.
Secondo PageSix, la donna ha depositato i documenti presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti in California lo scorso giovedì: “Le bugie che gli imputati hanno raccontato su Harvey a oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo includono che Harvey sia una stalker condannata due volte a cinque anni di prigione e che Harvey abbia aggredito sessualmente Gadd – si legge nella denuncia -. Gli imputati hanno raccontato queste bugie e non hanno mai smesso, perché era una storia migliore della verità, e le storie migliori facevano soldi”.
Netflix è accusato, dunque, di aver commesso una “grave negligenza” disseminando indizi che hanno portato gli utenti del web a identificare la presunta stalker della serie in Fiona Harvey, con la “effettiva consapevolezza soggettiva del rischio coinvolto, ma tuttavia procedevano con consapevole indifferenza verso i diritti, la sicurezza e/o il benessere di [lei]”. La Harvey si dichiara “tormentata”, in preda a un “grave ed estremo disagio emotivo”: “Ha e continua a provare ansia, incubi, attacchi di panico, vergogna, depressione, nervosismo, dolori di stomaco, perdita di appetito e paura, stress estremo e malattie, tutti causati direttamente dalle bugie raccontate su di lei in Baby Reindeer“, si legge ancora nella denuncia.
“Intendiamo difendere vigorosamente la questione e sostenere il diritto di Richard Gadd di raccontare la sua storia”, ha risposto un rappresentante di Netflix interpellato direttamente da PageSix.