Amadeus, il volto storico della televisione italiana, ha affrontato una nuova sfida nella sua carriera con il programma Chissà chi è, trasmesso sul Nove. Dopo aver abbandonato la Rai e il grande successo di I Soliti Ignoti e del Festival di Sanremo, il conduttore ha fatto il suo debutto su Discovery. Tuttavia, non tutto è andato secondo le aspettative.
Nonostante l’enorme esperienza accumulata negli anni, i primi risultati di ascolto del nuovo show sono stati piuttosto deludenti, portando Amadeus a riflettere sulla possibilità di apportare modifiche al palinsesto per migliorare le performance.
Le difficoltà di “Chissà chi è”
Non è un mistero che Chissà chi è, un format che ricorda da vicino il fortunato I Soliti Ignoti, stia faticando a conquistare il pubblico nella fascia oraria dell’access prime time.
Amadeus, che è abituato a dominare gli ascolti con la sua naturalezza e carisma, non ha mai raggiunto il 4% di share con questa nuova proposta sul Nove. Durante un’intervista a Radio Deejay, ospite di Linus e Nicola Savino, Amadeus ha parlato con sincerità delle difficoltà che sta affrontando: “Si deve capire se è il caso di continuare a quell’ora… D’altronde non bisogna incaponirci”.
Le sue parole riflettono una consapevolezza lucida e pragmatica: il programma non ha avuto il riscontro desiderato e potrebbe essere necessaria una strategia diversa per rialzare gli ascolti.
Per Amadeus, infatti, il passaggio da Rai 1 a Discovery ha rappresentato un cambiamento radicale. Rai 1, con il suo pubblico consolidato e fedele, offriva un terreno sicuro per i suoi programmi.
Sul Nove, invece, il panorama è ben diverso: il canale è più piccolo e non può contare sulla stessa vastità di spettatori, il che ha comportato un inizio in salita per il suo Chissà chi è.
“L’Italia è il Paese più conservatore in televisione“, ha spiegato Amadeus, “il 60% rimane sulla prima rete, il 40% gira”. Il pubblico televisivo italiano, infatti, sembra preferire i canali storici come Rai e Mediaset, rendendo difficile per nuove emittenti o programmi emergenti affermarsi rapidamente.
Il piano alternativo: un possibile cambio di orario
Amadeus non si lascia abbattere e, come ha più volte dimostrato nella sua carriera, è pronto a fare tutto il possibile per migliorare la situazione. Durante la sua chiacchierata a Deejay Chiama Italia, il conduttore ha sottolineato l’importanza di restare flessibili: “Non bisogna intestardirsi”.
Questa frase racchiude il suo approccio pragmatico: se un programma non funziona in un determinato orario, è meglio cambiare strategia piuttosto che insistere senza risultati. È quindi aperta la possibilità di modificare l’orario di messa in onda di Chissà chi è per cercare di intercettare un pubblico diverso o maggiore.
Ma cosa potrebbe significare un cambiamento di orario per il programma? Spostarsi a una fascia meno competitiva potrebbe essere una soluzione per evitare il confronto diretto con colossi televisivi come Striscia la Notizia o I Soliti Ignoti.
Amadeus stesso ha sottolineato come la concorrenza in quella fascia oraria sia molto dura, e lo stesso Nicola Savino, diretto rivale con il suo 100% Italia su Tv8, ha scherzato con lui sulla situazione, dichiarando: «Io e Nicola insieme non riusciamo ad arrivare al 5% di share».
Oltre a un possibile spostamento di orario, Amadeus ha anche anticipato che il suo impegno televisivo non si limita a Chissà chi è. Dal 6 novembre, infatti, tornerà sul piccolo schermo con La Corrida, programma storico che sarà trasmesso in diretta ogni mercoledì sera. Questo nuovo appuntamento potrebbe rappresentare un’occasione per risollevare il morale del conduttore e, chissà, attrarre nuovo pubblico anche per il suo programma sul Nove.