C’è qualcosa in Al Bano che affascina, e non smette mai di farlo. Sarà la voce, che sa di terra pugliese e di struggente malinconia, o forse quegli occhi che, anche dopo sessant’anni di carriera, si accendono come quelli di un ragazzo al primo debutto. Ospite di Mara Venier a Domenica In, Al Bano ha regalato al pubblico un racconto intimo, potente, dolcissimo e insieme doloroso. Un viaggio nei suoi ricordi, tra le note che hanno segnato la storia della musica italiana e i momenti privati, quelli che lasciano il segno e che, a volte, ancora oggi, faticano a trovare le parole per essere raccontati.
Al Bano tra ricordi ed emozioni forti a Domenica In
Il salotto domenicale di Mara Venier ha accolto Al Bano con quell’affetto genuino che solo lei sa esprimere. Ad attenderlo, un lungo video omaggio che ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera: dalle origini a Cellino San Marco al successo planetario, passando per i duetti con Romina Power e una discografia che ha attraversato intere generazioni.
Il cantante è apparso visibilmente commosso, quasi disarmato di fronte a quelle immagini che non solo raccontano una storia artistica, ma anche una vita vissuta con intensità, tra momenti di grande luce e altri di profonda oscurità. “In ogni favola ci sono dei momenti neri”, ha detto. Ed è lì, nel buio di quei momenti, che Al Bano ha toccato con delicatezza uno dei dolori più grandi della sua vita: la scomparsa della figlia Ylenia.
“Il destino mi ha fregato”: il ricordo di Ylenia
Quando Mara ha toccato il tema più delicato, Al Bano ha provato a rispondere. Ha parlato del passato con uno sguardo adulto, consapevole, e insieme ancora segnato da quel dolore mai risolto. “Bisogna sempre fermarsi e vedere come si è vissuto”, ha riflettuto, ricordando il suo arrivo a Milano con una valigia di cartone, le friselle, una bottiglia d’olio e una di vino. Un ragazzo del Sud con pochi mezzi e tanti sogni, che però non poteva immaginare tutto ciò che lo attendeva.
“Ho dovuto affrontare delle cose impensate, che non erano scritte nei miei pensieri ma nel mio destino. E il destino mi ha fregato”, ha confidato, lasciando intravedere quel baratro emotivo in cui si trova ogni volta che si parla di Ylenia. “Ricordo la tragedia con mia figlia. Sentivo tutto, ma non mi è stato possibile. Impostavo le cose in un modo, ma andavano in un altro”.
Ma poi, con la voce rotta e lo sguardo fisso, è arrivata la resa emotiva. “Ne parleremo in un’altra puntata. Perché si toccano delle corde interiori dentro che non riesco a dire”. Un silenzio potente, più forte di qualsiasi parola. Mara, con quell’empatia che la contraddistingue, non ha insistito. Ha cambiato argomento, lasciando ad Al Bano lo spazio per respirare e rimettere ordine dentro sé.
L’amore per la famiglia, i genitori e i nipoti
Superato quel momento, Al Bano è tornato a parlare di ciò che oggi gli dà gioia e serenità: la famiglia. Ha ricordato con affetto i suoi genitori, in particolare il padre, figura centrale nella sua crescita: “Non è mai stato un padre padrone, mi ha dato la forza per fare quello che ho fatto. I suoi insegnamenti mi guidano ancora”. Un ritratto tenerissimo, reso ancora più vivido dai piccoli aneddoti, come quando gli faceva gli auguri di compleanno “qualche mese dopo”, presi com’erano dal lavoro nei campi.
Poi, con un sorriso più leggero, ha raccontato la sua esperienza di nonno. “È una splendida stagione”, ha detto con evidente emozione. “Ogni mese mi prendo tre giorni per stare con loro, cancello tutti i miei impegni”. Ed è proprio questo Al Bano: un uomo diviso tra la voce da tenore e il cuore da nonno, tra i palchi internazionali e le chiacchiere a tavola con i nipotini.