L’orgasmo multiplo esiste davvero? Cos’è e come raggiungerlo

In teoria, chiunque non abbia un periodo refrattario può avere più di un orgasmo. Provarci è lecito e anche divertente, a patto che non diventi uno stress.

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Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

Sì, esiste davvero. Quando si parla di orgasmo multiplo si fa riferimento alla capacità di avere più orgasmi in un periodo di tempo ravvicinato, per cui sarebbe più corretto parlarne al plurale. Un trucco che riesce più facile a chi ha genitali femminili, ma non così impossibile neppure per chi ha un pene. Normalmente il periodo refrattario che interviene dopo l’eiaculazione lo rende improbabile, ma c’è una piccola percentuale che riesce ad anticipare la sensazione di piacere praticando l’edging o di avere orgasmi ravvicinati più del solito con un certo tipo di stimolazione. Sono rari, ma esistono: i pochi studi in materia stimano che la percentuale di ventenni multiorgasmici sia inferiore al 10% e che scenda sotto al 7% passata la boa dei trenta. Per chi ha un clitoride invece la questione è più soggettiva: scegliere se fermarsi o continuare dipende dalla sensibilità, dall’umore e in generale dallo stesso insieme di circostanze da cui dipendono gli orgasmi solitari.

Una definizione sfuggente

La prima difficoltà affrontata da chi effettua ricerche sull’argomento è, come sempre, arrivare a una definizione chiara e condivisibile. Non è così facile stabilire quanto tempo deve passare tra un orgasmo e l’altro perché si possa parlare di orgasmi multipli, tanto più che il numero massimo di orgasmi consecutivi è estremamente variabile da persona a persona. Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Sex Research ha approfondito la questione con un’indagine che ha coinvolto 419 donne di età compresa tra i 18 e i 69 anni, scoprendo che se alcune si fermano a 2 altre riferiscono di essere arrivate alla cifra da capogiro di 101. Non sempre si può scegliere quanto estendere il piacere: solo il 47.5% sente di avere pienamente voce in capitolo sull’avere o meno più orgasmi in una singola sessione, mentre il 52.5% si sente in controllo solo in parte.

Non tutti gli orgasmi sono uguali

Molti esperti sono d’accordo nel ritenere la differenza tra orgasmo vaginale e clitorideo fuorviante e superata. Non solo perché il clitoride è coinvolto in entrambi i casi, ma anche perché non è questo che si intende quando si dice che gli orgasmi non sono tutti uguali.
Lo spiega molto bene l’ostetrica e divulgatrice Violeta Benini nel suo Senza tabù (Fabbri Editori): ci sono quelli che somigliano a fuochi d’artificio e quelli che si notano appena, perché sono così deboli che è difficile capire se siano arrivati davvero. Le ragioni per cui si ha un “piccolo orgasmo” possono essere diverse, dalle disfunzioni che compromettono la sensibilità di pene e clitoride alle emozioni che interferiscono con l’eccitazione. Poi ci sono gli orgasmi “timidi”, quelli che sembrano arrivare con un crescendo di piacere ma poi si perdono per strada, fanno vivere alti e bassi o addirittura non si palesano più. Altri orgasmi invece si fanno desiderare, richiedono molto impegno e fino all’ultimo non si sa se si riveleranno molto intensi o poco soddisfacenti.

La capacità di avere più di un orgasmo in tempi ravvicinati però non dice molto sul tipo di esperienza che si vivrà. Averne uno, due, dieci o cento non garantisce che saranno tutti belli allo stesso modo, né si vince qualcosa rispetto a chi ne ha solo uno o nessuno.

Come aumentare le probabilità

Sappiamo che non esistono istruzioni valide per tutte e che le probabilità di raggiungere o meno uno o più orgasmi dipendono da tanti fattori, dalla salute del pavimento pelvico alla consapevolezza del nostro corpo e di cosa funziona meglio per noi, se la stimolazione diretta o indiretta, se le carezze o il sesso orale.

Detto questo, è importante per chi vuole provare ad avere più orgasmi consecutivi mantenersi nella fase alta dell’eccitazione, spiega la sessuologa Roberta Rossi in Vengo prima io (Fabbri Editori), riprendendo la stimolazione in tempi brevi dal primo orgasmo (sempre che non sentiate fastidio!). Da questo punto di vista, l’edging è vostro amico: tenersi al limite, interrompendosi ad arte sul più bello, potrebbe regalarvi le sensazioni giuste. Un altro consiglio è quello di alternare stimolazioni e posizioni, lasciarsi trasportare dalla fantasia se si è da sole o concentrarsi sul contatto con il corpo dell’altra persona se si è in due.

A sorpresa, le partecipanti allo studio a cui abbiamo accennato riportano di essere riuscite più facilmente ad avere più di un orgasmo insieme a un partner o a una partner. Quello che invece non stupisce è che abbiano confermato che le probabilità aumentino quando si è di buonumore, quando ci si sente vicine all’altra persona e quando si è rilassate, insomma quando si è nella giusta predisposizione fisica e mentale.

Quanto ai metodi, il più comune rimane la stimolazione diretta del clitoride con le dita per il primo orgasmo mentre dal secondo in poi le risposte variano: c’è chi ci arriva con la penetrazione, chi con l’uso di sex toys, chi con la stimolazione anale e chi con quella del seno. Come decidere quando fermarsi? Nella maggior parte dei casi (il 62%) si smette di cercare il piacere quando ci si sente soddisfatte, altre volte vince la stanchezza o i doloretti da iperstimolazione.

Ricordati che non è una gara

Una ricerca pubblicata nel 2019 su Archives of Sexual Behavior fa notare che esistono anche i “cattivi orgasmi”, ovvero situazioni in cui la reazione fisiologica si innesca ma a livello emotivo, psicologico e sensoriale il piacere non c’è, anzi, qualcuno addirittura prova dolore. Può sembrare un controsenso, ma le ragioni identificate dai ricercatori sono più che comprensibili: capita a chi si sente sotto pressione nel dover raggiungere l’orgasmo a tutti i costi, o magari quando si dice sì a un rapporto per non deludere l’altra persona ma non si ha davvero voglia di essere lì in quel momento.

Ecco perché molti sessuologi che si occupano di divulgazione insistono tanto sullo sfatare il mito dell’orgasmo come tappa irrinunciabile e obbligatoria di ogni singolo rapporto. Magari alcuni orgasmi saranno più belli di altri, magari ci saranno giorni in cui ci sentiamo più felici e rilassate e tutto diventa facile, mentre nei picchi di stress o di nervosismo è tutto complicato. Altre volte ancora è tutto bellissimo, ma proprio non c’è verso di arrivarci. Essere consapevoli che possono esserci alti e bassi e che soprattutto non si tratta mai di una colpa o di una mancanza aiuta a vivere il sesso in maniera più serena e di conseguenza rende più probabile l’eventualità di averne uno, piccolo o grande che sia, solitario o primo di una lunga serie.