Vaccinazione Covid-19, le indicazioni per gravidanza e allattamento

L'Istituto Superiore di Sanità ha fornito alcune indicazioni importanti per le donne in gravidanza o che allattano e intendono vaccinarsi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 25 Settembre 2021 12:27

Ci voleva un punto fermo per poter offrire alle donne che sono in dolce attesa ed allattano un quadro chiaro e preciso su tempi e modi per la vaccinazione per il virus Sars-CoV-2. A fare luce sul tema, in base alle evidenze scientifiche che mostrano la sostanziale sicurezza della vaccinazione in gravidanza sia nei confronti del feto che della madre, alle nuove evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta, alla crescente circolazione della stessa variante e al notevole abbassamento dell’età mediana all’infezione in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha quindi aggiornato le indicazoni disponibili.

Il risultato è la raccomandazione per estendere l’offerta vaccinale, con vaccini a mRNA, a tutte le donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre che desiderino vaccinarsi. Ovviamente, non si può fare a meno di seguire le regole generali di prevenzione, a prescindere dalla scelta di vaccinarsi: attenzione all’igiene delle mani, ad impiegare la mascherina negli ambienti chiusi e in prossimità di altre persone non conviventi/non vaccinate, al rispetto della distanza fisica di sicurezza, al necessario ricambio d’aria ambientale.

Ecco come comportarsi

In primo luogo, non a caso, si parla di immunizzazione nel secondo e terzo trimestre. Infatti, pur se la vaccinazione possa essere considerata in qualsiasi epoca della gravidanza, ad oggi sono ancora poche le evidenze relative a vaccinazioni eseguite nel primo trimestre. Le donne che desiderino vaccinarsi in questa epoca gestazionale devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario anche alla luce dell’evidenza che la febbre, che rientra tra le possibili reazioni al vaccino, può causare un aumento del rischio di malformazioni congenite.

Particolare attenzione va prestata a chi presenta specifici fattori di rischio per il rischio di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2, sia in termini di possibili contatti sia sotto l’aspetto di condizioni soggettive che possono incrementare le possibilità di contagio. In particolare le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da Sars-CoV-2 (come chi lavora in ambito sanitario o chi assiste dei malati) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da Covid-19 (in questo caso contano l’età superiore ai 30 anni, l’obesità, la presenza di altre patologie o la cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria) vanno considerate, a detta dell’ISS, un obiettivo prioritario per la vaccinazione in gravidanza.

Infine va ricordato, sempre in base alle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, che il personale sanitario è tenuto a illustrare nella maniera più chiara possibile il rapporto tra rischi e benefici, così da permettere a ogni donna di prendere la decisione più appropriata per il proprio caso. I sanitari devono raccomandare la vaccinazione dei conviventi per limitare ulteriormente il rischio di contagio delle donne in gravidanza e durante l’allattamento. Se poi una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza. Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

Le indicazioni per chi allatta

Le donne che allattano, come già previsto dalle precedenti indicazioni ad interim dell’ISS, possono vaccinarsi, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento. Sia chiaro: occorre un’attenta informazione alla gestante che offre il suo latte al piccolo, che spieghi come la vaccinazione non esponga il lattante a rischi ma addirittura gli permetta di assumere, tramite il latte, anticorpi contro Sars-CoV-2. Per quanto riguarda la altre vaccinazioni del bambino, non ci debbono essere variazioni nel calendario vaccinale che viene proposto nei primissimi mesi di vita.