Ustioni: gradi, sintomi e trattamenti

Le ustioni sono lesioni della pelle causate da calore, sostanze chimiche, elettricità o radiazioni, classificate in base alla profondità e all'estensione del danno come di primo, secondo o terzo grado, e possono causare dolore, arrossamento, vesciche e cicatrici

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Antonina Distefano

Medico Chirurgo

Medico chirurgo abilitato presso l'Università degli Studi di Catania, è specializzata in Cure Palliative e Terapia del dolore.

Pubblicato: 12 Giugno 2024 10:02

L’ustione è una lesione più o meno estesa della pelle, che può interessare solo lo strato superficiale detto epidermide o anche gli strati più profondi del derma. Si tratta di una lesione tipica, causata dal contatto con fonti di calore ad elevata temperatura. Non si parla solo di oggetti, ma anche di liquidi e vapori. Le ustioni possono essere causate dall’azione sull’organismo di particolari agenti chimici come gli acidi e la soda caustica.

Il contatto col calore genera una lesione perché le proteine che compongono i tessuti cominciano a denaturarsi e a perdere la loro fisiologica, sfaldandosi. Si sviluppano, nella zona interessata, edema ed eritema. Nei casi più gravi, le alterazioni possono portare ad una importante deplezione di liquidi che, abbandonando il comparto vascolare, inducono un’alterazione nella perfusione di organi e tessuti.

Dati alla mano, le ustioni sono ad oggi la quarta causa globale di incidenti domestici e dominano anche la classifica degli infortuni sul lavoro. Mentre nei Paesi sviluppati risultano più colpiti gli uomini, con ogni probabilità per i maggiori rischi che si assumono nelle mansioni lavorative, nei Paesi in via di sviluppo sono invece le donne a dominare la classifica, per la loro vita prevalentemente domestica. La tipologia preponderante è rappresentata dalle ustioni da fiamme.

Quali sono i gradi di ustione e la loro sintomatologia

Capire se la scottatura è lieve o grave non è così complesso. È possibile suddividere le ustioni in tre diversi stadi di gravità, sulla base dello strato cutaneo interessato.

  • Le ustioni di primo grado sono interessano lo strato cutaneo più superficiale (detto epidermide). Sono le più lievi, accompagnate da dolore ed eritema. Guariscono di solito in pochi giorni, con la pelle ustionata che via via si desquama lasciando spazio alle cellule nuove. Fanno parte di questa categoria gli eritemi solari e le tipiche scottature da incidenti domestici.
  • Sono ustioni di secondo grado (o a spessore parziale) quelle dove ad essere interessato dalla scottatura è lo strato di pelle più profondo (detto derma). Le ustioni di secondo grado si possono a loro volta suddividere in due categorie: le ustioni semplici guariscono spontaneamente come quelle di primo grado, le ustioni profonde, simili a quelle di terzo grado, lasciano spesso cicatrici. La pelle si presenta arrossata e con piccole bolle chiare contenenti siero e plasma chiamate flittene. Si avverte un bruciore più intenso e talvolta dolore che si può alleviare con analgesici.
  • Le ustioni di terzo grado (o a tutto spessore) sono le più severe. Interessano gli strati più profondi della pelle, arrivando fino al tessuto muscolare, adiposo o a quello osseo. Se causate da fiamme o oggetti bollenti, si ha necrosi della pelle con la formazione delle tipiche croste secche e nere. Se, invece, sono causate dall’incontro con agenti chimici la pelle ustionata si presenta bianca e molliccia. In questo particolare tipo di ustione non si avverte dolore perché anche le terminazioni nervose vengono distrutte. Il rimedio è un intervento chirurgico.

Come stimare la gravità di un’ustione

Stimare la gravità di un’ustione, seppur senza la precisione di uno specialista, è possibile grazie all’osservazione di alcuni parametri e dei sintomi presenti.

La gravità di un’ustione è calcolata solitamente mettendo in relazione tra loro il totale della superficie colpita, l’area anatomica interessata, l’età dell’ustionato (per forza di cose sono più gravi in anziani e bambini) e se sulla zona colpita erano già presenti lesioni che potrebbero favorire lo sviluppo di infezioni. In generale, si è notato che le aree anatomiche con uno strato cutaneo più spesso e ricoperte di peli sono meno sensibili delle aree glabre o con pelle sottile, come quelle di ascelle e pieghe articolari.

Seguendo questo ragionamento, sono ustioni minori quelle di primo grado e quelle di secondo grado che interessano meno del 10% della superficie corporea. Al contrario, le ustioni sono ritenute moderate o gravi se si localizzano su viso, mani, piedi, area genitale, articolazioni, vie respiratorie e tratto digerente, o interessano più del 10% della superficie corporea. Sono considerate gravi tutte le ustioni di terzo grado.

In ogni caso, occorre specificare che la situazione si potrebbe ulteriormente aggravare se il paziente soffre già di alcune malattie come cardiopatie, diabete, malattie epatiche e renali.

Tipologie di ustione in base alla causa scatenante

Un’ulteriore classificazione delle ustioni è in base alla causa che le ha scatenate.

Un’ustione da calore è quella generata dall’incontro con fiamme, liquidi roventi, gas o oggetti ad alte temperature. Si ha un’ustione da sostanze chimiche quando la pelle viene lesionata dall’incontro con sostanze acide o basiche, altamente irritanti. In questo caso si originano delle ustioni così forti da corrodere la pelle in profondità.

Le ustioni da elettricità o folgorazione sono tipiche dell’ingresso e dell’uscita della corrente dall’organismo. La corrente ha un punto di entrata e di uscita e, attraversando il corpo genera calore. Soprattutto se il voltaggio elettrico è molto elevato, la necrosi dei tessuti può essere molto profonda ed estesa e il danno irreparabile. Le ustioni possono infine essere causate da radiazioni. Con radiazioni si intendono sia una lunga esposizione ai raggi UV (luce solare e lampade artificiali), sia i raggi X.

Le conseguenze delle ustioni sull’individuo

Ustionare la cute significa lesionare non solo l’organo più esteso dell’organismo, ma anche il suo principale sistema protettivo nei confronti dei microrganismi che si trovano all’esterno. La pelle è, infatti, un importante filtro per l’organismo, e ferirla comporta una perdita delle capacità difensive dello stesso.

Quando la pelle è colpita da un’ustione, anche di grado lieve, si genera una perdita di liquidi che porta ad un livello di disidratazione più o meno severo. La disidratazione ha effetto sui volumi sanguigni che risultano notevolmente ridotti. La perfusione organica risulta compromessa e i tessuti faticano a svolgere le loro funzioni.  Per questo motivo, come diretta conseguenza di un’ustione medio-grave, possono emergere delle complicanze come ipotensione e shock ipovolemico. Nei pazienti gravi, l’ustione ha effetto anche sul metabolismo che risulta fortemente aumentato, portando in poco tempo a perdite di peso significative.

Se vaste aree vengono colpite da ustioni gravi può presentarsi, inoltre, uno shock termico perché la normale capacità di termoregolazione della pelle è compromessa.

Tra le conseguenze visibili di un’ustione grave c’è la formazione di un’escara, cioè di una vistosa area necrosi ed edema dei tessuti.

Prestare attenzione alle scottature, comprese quelle di grado lieve, è fondamentale, perché una loro ripetizione frequente può aumentare il rischio di sviluppare neoformazioni anche maligne, come il melanoma cutaneo.

Come avviene la diagnosi delle ustioni

Tutte le ustioni sono dannose e nessuna di esse va sottovalutata, anche la più lieve. Quando ci si brucia, è sempre bene avere l’accortezza di recarsi tempestivamente dal medico se i sintomi sono di grave entità e se persistono per lungo tempo. Questo serve a scongiurare il rischio di sviluppare cicatrici evidenti, ma anche complicanze e ogni genere di ripercussioni sulla salute dell’organismo. È fondamentale mantenere sempre un’adeguata pulizia della ferita per scongiurare un’infezione.

La diagnosi di un’ustione è abbastanza semplice e passa per l’osservazione diretta della zona lesionata. Il medico valuta, nel corso dell’esame obiettivo, la profondità e l’estensione; indaga la causa e cerca di capire se il soggetto presenta altre condizioni cliniche di rilievo. Possono essere richiesti esami del sangue e delle urine per vedere se l’ustione ha portato a scompensi o se è presente una disidratazione tanto importante da richiedere un supplemento di liquidi per via endovenosa. Una disidratazione grave può facilmente condurre l’organismo ad uno stato di shock. Questo è tipico perché i liquidi, normalmente contenuti nel sangue, vengono richiamati a causa delle alterazioni vascolari presenti nell’area ustionata.

Se l’ustione è causata da fiamme libere può essere richiesta l’esecuzione di un elettrocardiogramma ECG e RX al torace per vedere se ci sono danni ai polmoni e alle vie respiratorie conseguenti all’inalazione di fumo.

Anche se nella maggior parte dei casi l’esame è visivo, può essere richiesta una biopsia, cioè il prelievo di una parte del tessuto danneggiato per studiarlo e restituire così un’anamnesi più approfondita.

Può essere difficile determinare con precisione la profondità di una bruciatura per mezzo di un singolo esame e perciò, in alcuni casi, può essere necessario ripeterlo in più giorni. Si ricorda che, se l’ustione interessa viso, mani, piedi e area genitale è considerata grave ed è necessario recarsi il prima possibile dallo specialista per un trattamento.

Negli ustionati che lamentano mal di testa o vertigini e hanno avuto bruciature dovute al fuoco, si può sospettare un avvelenamento da monossido di carbonio o avvelenamento da cianuro.

I trattamenti più efficaci e la prognosi

Sono previsti diversi trattamenti per le ustioni in base alla loro gravità.

Le ustioni di primo grado guariscono, di norma, spontaneamente nel giro di una settimana circa. È fondamentale mantenerle costantemente pulite per evitare infezioni, perché le scottature sono comunque delle soluzioni di continuità nella cute. Nei casi in cui è presente bruciore o dolore, il medico può proporre una terapia farmacologica a base di analgesici come ibuprofene e paracetamolo. Soprattutto nei primi giorni, è consigliato coprire la ferita con un bendaggio sterile in modo da impedire ulteriormente ai microrganismi di intaccare l’organismo.

Questo tipo di trattamento è ideale anche per le ustioni di secondo grado semplici e superficiali. Se il dolore si presenta più intenso possono essere somministrati oppioidi come la morfina, per lenirlo.

Per questi tipi di ustioni, la prognosi è generalmente buona. Una volta guarita, la cute torna alla normalità.

Per le ustioni di secondo grado profonde e per tutte quelle di terzo grado, è fondamentale un intervento medico tempestivo. Per tutti i pazienti colpiti, è necessario un ricovero con trattamento ospedaliero, non solo per la cura delle ferite profonde, ma anche per scongiurare l’insorgenza di complicanze a danno di altri apparati e sistemi. Le lesioni lasciano in questo caso vistose cicatrici, che possono essere corrette ricorrendo alla terapia chirurgica di innesto cutaneo. Utilizzando la tecnica della biopsia, viene prelevata una parte del tessuto lacerato per studiarlo e un’area di cute sana da reimpiantare sopra le ferite.

Nelle ustioni più gravi, a causa dell’elevato grado di disidratazione e perdita di liquidi, può essere necessario somministrare liquidi per via endovenosa.

Se la parte interessata da ustione è una piega articolare, sulle quali si formano cicatrici che vanno a limitare i movimenti, si può fare ricorso a sedute di fisioterapia per svolgere esercizi di allungamento e facilitare la mobilità delle articolazioni. Ovviamente si inizia quando l’innesto è riuscito e la zona non presenta più problemi acuti.

In ogni caso, è importantissimo curare adeguatamente la cute fino alla completa guarigione, per evitare infezioni. La pulizia può essere garantita anche solo facendo scorrere acqua sulla ferita, e coprendola successivamente con bende sterili per proteggerla da agenti patogeni.

Si ricorda che durante il processo di guarigione è normale avvertire prurito, mentre nelle ustioni elettriche può essere presente formicolio per alcuni giorni.

Fortunatamente, per gli ustionati gravi, esistono diversi centri ustioni, dei reparti ospedalieri con personale e macchinari specializzati per il trattamento di questo tipo di infortunio.

Le ferite che richiedono la chiusura chirurgica con innesti cutanei o lembi devono essere trattate il più urgentemente possibile.

Come comportarsi quando si è vittima di un’ustione

Ecco un piccolo vademecum su come comportarsi se si è vittima di un’ustione o se qualcuno vicino a noi lo è e ha bisogno di aiuto.

Quando l’ustione è lieve e di primo grado, si raccomanda di raffreddare la ferita con acqua a temperatura ambiente, stando attenti a pulirla adeguatamente. In seguito, medicarla e coprirla con una garza sterile. Nei giorni successivi, indossare indumenti di cotone e non schiacciare la zona. Mantenere l’abitudine di fare scorrere quotidianamente acqua fresca sulla ferita (per 15/20 minuti), prima di ricoprirla.

Se la bruciatura è grave, eliminare gli abiti e accessori. Mentre lo si fa, bisogna avere l’accortezza di non lesionare ulteriormente la zona. Se i tessuti, però, sono incollati alla cute ustionata, non si devono rimuovere.

In attesa dei soccorsi, far sdraiare il paziente e coprirlo. Il personale medico procederà a recuperare la vittima e a condurla al centro ustioni più vicino. Il soggetto dev’essere coperto con una metallina, questo dispositivo permette di mantenere costante la temperatura corporea. Non applicare nulla (creme, pomate, lozioni) sulla pelle dell’ustionato, non bucare le bolle e non dare alla persona da bere.

L’intervento medico prevede il controllo della pervietà delle vie aeree e della respirazione, con eventuale intubazione del malato. Si tratta di una procedura utilizzata quando le ustioni derivano da fiamme e l’eccessiva inalazione di fumo può compromettere gli scambi respiratori.

A chi è fortemente disidratato, vengono somministrati liquidi per via endovenosa, per ristabilire il normale volume sanguigno. Le trasfusioni di sangue sono richieste in casi rari quando il livello di emoglobina scende eccessivamente.

Fonti bibliografiche: