Ipertensione, dormire meno di sette ore aumenta il rischio

Dormire meno di sette ore aumenta il rischio ipertensione del 7%. Un sonno inferiore a cinque ore lo aumenta dell'11%.

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La pressione alta, si sa, alza il rischio di andare incontro ad infarto ed ictus, ovviamente se non si provvede a riportare i valori entro i limiti consigliati caso per caso dal medico. L’ipertensione viene definita nella maggior parte dei casi essenziale, ovvero non ha una causa ben chiara.

Quello che a volte non si considera, però, è che le nostre abitudini possono in qualche modo facilitare i rialzi pressori. Così, se esageriamo con il sale e quindi aumentiamo l’introito di sodio, se non controlliamo il peso, se non ci muoviamo regolarmente, ovviamente rischiamo di più. Ma c’è un aspetto cui non spesso si pone la giusta attenzione. È il sonno. Se dormiamo poco e magari anche male, l’ipertensione è in agguato. Soprattutto nella donna. La conferma viene da una ricerca presentata al congresso dell’American College of Cardiology, secondo cui dormire meno di sette ore è associato a un rischio maggiore di sviluppare ipertensione negli anni.

Un’analisi su oltre un milione di persone

L’indagine ha preso in esame i risultati di 16 diverse ricerche, misurando l’incidenza dell’ipertensione in 1.044.035 persone provenienti da sei paesi che non avevano una precedente storia di ipertensione arteriosa. Il monitoraggio dei soggetti è durato mediamente cinque anni, con punte anche di 18 anni.

Dormire poco è risultato associato (quindi senza un chiaro rapporto causa- effetto) a un rischio più elevato di sviluppare ipertensione dopo aver aggiustato i fattori di rischio demografici e cardiovascolari, tra cui età, sesso, istruzione, indice di massa corporea, fumo e altro. A rischio particolari sono apparsi i soggetti che dormivano meno di cinque ore.

In particolare, secondo quanto riporta in una nota il ricercatore principale Kaveh Hosseini, dell’Università di Los Angeles, si è “notata una tendenza tra durate di sonno più lunghe e una maggiore incidenza di ipertensione, ma non era statisticamente significativa”. Lo studio ha rilevato che dormire meno di sette ore era associato a un aumento del rischio del 7% di sviluppare ipertensione, che arrivava all’11% quando la durata del sonno riportata era inferiore a cinque ore.

In confronto, è noto che il diabete e il fumo aumentano il rischio di ipertensione di almeno il 20%.  Secondo gli esperti, anche le interruzioni nel sonno possono diventare un fattore di rischio, limitando il numero di ore totali dedicate al riposo ma non solo. Infatti, tra gli elementi su cui si punta l’attenzione c’è anche il sonno interrotto, magari per eccesso di cibo, uso di alcol, lavoro notturno, ansia e/o depressione e apnee notturne.

A rischio soprattutto le donne

Cosa colpisce dell’indagine? In primo luogo la quasi assoluta mancanza di peso dell’età, almeno calcolando i rapporti tra sonno e ipertensione. Ci sarebbe invece una differenza di genere. Rispetto agli uomini, le donne che hanno riferito di dormire meno di sette ore avevano un rischio maggiore del 7% di sviluppare la pressione alta.

Secondo gli studiosi, quindi, dormire poco sembra essere più rischioso per le donne, almeno sul fronte del rischio di sviluppare ipertensione e di conseguenza aumentare i pericoli di infarto ed ictus. Anche se lo studio presenta alcuni limiti, in particolare legati alla percezione soggettiva della durata del sonno che si può rivelare ingannevole, occorre comunque considerare con attenzione la situazione. E prestare attenzione a dormire bene. Ne va della salute del cuore e delle impennate della pressione arteriosa che col tempo lo mettono a rischio!