Pressione ballerina, perché è un rischio anche da giovani

Quando i valori della pressione tendono a modificarsi, si apre la via a possibili rischi di scompenso cardiaco: è bene tenerla sotto controllo.

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Che l’ipertensione sia un pericolo per la salute del cuore e delle arterie è ormai chiaro, tanto da far chiamare questo fattore di rischio “killer silenzioso”. Quello che invece spesso si sottovaluta è la necessità di misurarla regolarmente, almeno una volta l’anno se i valori sono accettabili quindi tra i classici 130-85 millimetri di mercurio, e di parlare con il medico se qualcosa non va. Ma ci sarebbe un altro aspetto da tenere presente: se tra una misurazione e l’altra i livelli pressori tendono a modificarsi, sarebbe importante chiedere al curante come comportarsi. Fin da giovani.

Perché il cuore è più a rischio

A porre il punto su questo specifico aspetto, ovvero le variazioni da un controllo all’altro dei valori della sistolica (cioè la massima) e/o della diastolica, (pressione minima), è una ricerca apparsa su Jama Cardiology, condotta in diverse città americane e coordinata dagli esperti dell’Università John’s Hopkins.

o studio si chiama CARDIA, acronimo che sta per  Coronary Artery Risk Development in Young Adults, e ha seguito nel tempo circa 5000 persone tra i 18 e i 30 anni, monitorati per una trentina d’anni. 2400 di loro sono state sottoposte e misurazioni controllate della pressione arteriosa per 8 volte in 25 anni: alla fine di questo periodo si è osservato cosa è accaduto al loro cuore attraverso un ecocardiogramma, esame del tutto indolore che consente di visualizzare come è messo il tessuto cardiaco e cosa succede sia quando il ventricolo sinistro è al massimo della pressione sia quando si rilassa e si riempie progressivamente, ovvero nella fase di diastole.

Da questa osservazione si è scoperto un dato estremamente importante: quanto più i livelli della pressione arteriosa sono mutati da un controllo all’altro, a partire dalla giovane età quando ancora non si considera l’importanza di questo dato, tanto più il ventricolo sinistro tende ad espandersi, aprendo quindi la strada a possibili rischi di scompenso cardiaco.

Come se non bastasse, quando la pressione tende a modificarsi da una misurazione all’altra lo sforzo per il cuore appare maggiore rispetto alle situazioni in cui invece i valori permangono stabili nel tempo. Attenzione: non si tratta di vedersi riconosciuta un’ipertensione. Questa valutazione appare indipendente dai livelli medi di pressione. È solo il fatto che la pressione sia “ballerina” pur se sempre all’interno di livelli accettabili, a far sì che in qualche modo la situazione per il cuore tenda a peggiorare nel tempo, almeno stando a quanto riporta la ricerca americana.

Misuriamola da giovani

A far rilevare la necessità di controlli pressori fin dalla giovane età sono anche alcuni dati epidemiologici di grande interesse. L’ipertensione arteriosa vera e propria riguarda circa il 3,5 per cento dei bambini e degli adolescenti, ma se consideriamo anche i bambini con valori pressori persistentemente alti (cosiddetta pre-ipertensione) le percentuali aumentano attestandosi tra il 5,7 e il 7 per cento. A segnalare questi numeri  sono stati recentemente gli esperti Gruppo di Studio Ipertensione Arteriosa della Società Italiana di Pediatria.

Se poi i bambini sono in sovrappeso o obesi, la percentuale sale ancora. Poi, nell’ambito dei controlli, non bisogna dimenticare che la pressione “ballerina” può dipendere anche da altri aspetti, come ad esempio la tensione che si prova quando il dato viene raccolto dal medico, in base all’effetto “camice bianco” che può comunque avere un peso per alcune persone.

Ma, come insegna lo studio americano, conta anche molto che i valori si mantengano sostanzialmente stabili nel tempo. In questo ci possono aiutare anche alcuni “sotterfugi” utili per la salute. Ad esempio si sa che l’ascolto della musica classica, oltre a favorire la regolarizzazione dei battiti cardiaci e addirittura limitare i valori di colesterolo, favorirebbe un miglior controllo della pressione.

Se si vive un periodo di particolare stress, poi, anche un pizzico di riposo dopo i pasti (quando il sangue viene “rubato” per la digestione), può aiutare a non far alterare troppo i valori pressori. Infine un consiglio per chi è in terapia, secondo le indicazioni del medico: non cambiate le cure e prima di modificare qualcosa parlatene sempre con il curante.