Perché si perde la memoria quando si diventa anziani

Con l'invecchiamento, il cervello subisce cambiamenti strutturali e funzionali che possono portare a una riduzione delle capacità cognitive, inclusa la memoria

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

I vuoti di memoria occasionali sono esperienze comuni a molte persone, indipendentemente dall’età, e possono essere attribuiti a diversi fattori non patologici. Per esempio, il normale stress, la mancanza di sonno, il sovraccarico di informazioni, e le distrazioni possono influire sulla nostra capacità di ricordare alcuni dettagli come il posto dove abbiamo lasciato le chiavi o il nome di qualcuno.

Con l’avanzare dell’età, è vero che alcune persone possano diventare più sensibili alle dimenticanze, ma spesso ciò non deve generare allarme. La memoria può essere influenzata da fattori come i cambiamenti ormonali e metabolici che avvengono naturalmente nel corso degli anni, la riduzione dell’attività cerebrale legata al processo di invecchiamento, o dalla diminuzione della capacità del cervello di filtrare le distrazioni, che potrebbe rendere più difficile concentrarsi e codificare nuove informazioni nella memoria a lungo termine.

Tuttavia, se i vuoti di memoria diventano frequenti o si manifestano in modi che interferiscono con la vita quotidiana, potrebbe essere utile un consulto medico. Certi tipi di demenza, come l’Alzheimer, iniziano con sintomi simili a dimenticanze ma che poi si evolvono in un decadimento cognitivo più serio.

Inoltre, ci sono condizioni reversibili che possono influenzare la memoria, come le carenze vitaminiche, ipotiroidismo, infezioni e interazioni tra farmaci. D’altro canto, mantenere uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare, attività intellettuali stimolanti e un buon sonno, può aiutare a preservare la salute del cervello e la memoria.

Quando la perdita di memoria deve preoccupare 

Con l’avanzare dell’età, è naturale che il cervello subisca alcune trasformazioni che possono influenzare le nostre capacità cognitive quotidiane. Si può notare che impieghiamo più tempo per assimilare informazioni nuove, e che abbiamo bisogno di più sforzi per memorizzare e richiamare le informazioni apprese. Anche la velocità con cui elaboriamo i pensieri e le informazioni può diminuire.

Questi cambiamenti non sono necessariamente segnali allarmanti o sinonimi di perdita di memoria significativa. Spesso, concedendosi il tempo necessario, le informazioni “sommerse” emergono nuovamente. La distinzione cruciale è tra i normali oblii legati all’età e quelli che potrebbero suggerire l’inizio di una patologia cognitiva. Quest’ultima categoria può includere dimenticanze frequenti che influenzano la vita quotidiana, difficoltà nel compiere compiti familiari, smarrimento in luoghi conosciuti o variazioni nel comportamento e nell’affettività che non hanno spiegazioni apparenti.

Se si sospetta che il declino della memoria o altri cambiamenti cognitivi superino la normale esperienza di invecchiamento, è importante considerare una valutazione da parte di un neurologo. Questo specialista può esaminare le varie sfumature dei sintomi, differenziando i cambiamenti normali da possibili condizioni di salute che richiedono attenzione, come i vari tipi di demenza o altre malattie neurologiche.

In particolare, è raccomandato prestare attenzione a qualsiasi cambiamento nelle abilità cognitive o comportamentali che appaiano improvvisi o progressivi e che influenzino la capacità di svolgere le attività quotidiane. Una diagnosi precoce può essere cruciale per gestire qualsiasi condizione sottostante e, in alcuni casi, può essere possibile rallentare la progressione di tali disturbi o gestirli in modo più efficace.

Le cause della perdita di memoria negli anziani

Ma perché quando si diventa anziani la memoria diventa un po’ “ballerina”? Innanzitutto perché l’ippocampo, una regione del cervello coinvolta nella formazione e nel recupero dei ricordi, spesso va incontro a processi involutivi con l’età. Anche gli ormoni e le proteine ​​che proteggono e riparano le strutture cerebrali e intervengono nella regolazione delle loro funzioni si alterano e diminuiscono con il passare degli anni.

Inoltre, occorre considerare che le persone anziane spesso sperimentano una diminuzione del flusso sanguigno al cervello, riduzione che può compromettere la memoria e portare a cambiamenti nelle capacità cognitive. Le difficoltà di memoria possono derivare anche da fattori psicologici, per esempio da una fragilità emotiva, da tristezza e depressione, da una certa tendenza all’isolamento, dalla volontà di privilegiare i ricordi belli rispetto a quelli negativi, dalla mancanza di attenzione. Anche l’uso di alcuni farmaci e la presenza di altre condizioni patologiche (come traumi cranici o stress psicofisico) potrebbero contribuire al fenomeno.

Tutti questi cambiamenti sono fisiologici e associati con l’avanzare dell’età.

Come aiutare la memoria negli anziani 

Il cervello è in grado di adattare la sua funzionalità a qualsiasi età, quindi una significativa perdita di memoria non è un risultato inevitabile dell’invecchiamento. Ma, proprio come con la forza muscolare, senza un po’ di allenamento si rischia di perdere questa funzione.

Lo stile di vita, le abitudini e le attività quotidiane hanno un enorme impatto sulla salute del cervello. Qualunque sia la propria età, ci sono diversi modi per migliorare le proprie capacità cognitive, prevenire la perdita di memoria e proteggere il proprio cervello. Per esempio, è utile:

  • fare le parole crociate: è un’attività che aiuta sia a ricordarsi le conoscenze apprese in passato sia a imparare nuovi concetti;
  • vedere film, ascoltare il telegiornale, leggere libri e riviste, ma in maniera più attenta: per esempio, cercando di ricordarsi i nomi dei personaggi;
  • camminare e avere uno stile di vita attivo: il movimento migliora la vascolarizzazione cerebrale e dunque le facoltà intellettuali e cognitive;
  • seguire i corsi specifici di potenziamento della memoria, che insegnano strategie ad hoc.

Ci sono anche degli integratori che il medico può suggerire dopo un’accurata visita che possono aiutare, come l’omega-3, gli antiossidanti come la vitamina E, la curcuma, la fosfatidilserina e altri supplementi che contengono ingredienti come il Ginkgo Biloba, spesso pubblicizzati per le loro capacità di migliorare la memoria. Tuttavia, è importante sottolineare che qualsiasi integratore dovrebbe essere assunto dopo aver consultato un professionista della salute, in quanto l’efficacia e la sicurezza possono variare a seconda del singolo individuo e delle sue specifiche condizioni di salute.

Fonti bibliografiche: