Indimenticabile. Quando dicono che un profumo è per sempre e caratterizza una persona in modo indelebile, è proprio la sensazione di non poter togliere dalla mente quella sensazione olfattiva che rimane. Nel tempo. Perché l’olfatto è il senso più antico, almeno sotto l’aspetto dell’evoluzione. E diventa una sorta di traccia incancellabile nei meandri inesplorati del nostro sistema nervoso. Ben più del gusto.
Ed è per questo che il desiderio di un buon caffè la mattina spesso viene guidato più dalle narici che dall’oggettiva necessità di berlo. Grazie alla persistenza delle sensazioni olfattive, quindi, ci troviamo spesso a trovare ben radicate nella memoria molecole volatili che nel naso interagiscono con milioni di neuroni sensoriali nell’epitelio olfattivo, per poi diventare segnali chimici e quindi elettrici, per la decodificazione finale del cervello. Per sottolineare quanto questo senso sia importante, seppur spesso sottovalutato, è nata l’iniziativa “Il Profumo dei Ricordi”.
Si tratta di una fragranza per ambiente ispirata dal racconto delle persone che hanno sofferto della perdita dell’olfatto a causa della rinosinusite cronica con poliposi nasale. Grazie a questo speciale profumo, è possibile sostenere le associazioni dei pazienti che si occupano primariamente di questa patologia.
Indice
Come nasce la sensazione olfattiva
Prima di tutto, ricordiamo che siamo in grado di riconoscere un grandissimo numero di molecole odorose. Sicuramente non arriviamo alle capacità dei cani o dei conigli, che ci battono di gran lunga. Ma comunque, se ci alleniamo a percepire gli aromi e gli odori, possiamo migliorare. Ma cosa succede?
Sostanzialmente respiriamo aria, e con essa molecole odorose che vanno ad interfacciarsi con i neuroni sensoriali, che si trovano nell’epitelio olfattivo. Si crea quindi un legame chimico, che diventa poi stimolo elettrico per giungere al cervello dove ci sono cellule nervose specializzate di secondo livello, presenti nel bulbo olfattivo. Il segnale viene quindi trasmesso alla corteccia olfattiva primaria fino al punto d’arrivo, nella corteccia frontale e orbitofrontale. Così riconosciamo gli odori.
Gli stessi odori che guidano le scelte a tavola e le sensazioni di disgusto, in qualche modo, potrebbero anche interagire sul fronte emotivo. Pensate solo al ruolo dei feromoni, così significativi per gli animali ed anche per noi, anche se non ce ne accorgiamo. Ci sono teorie che dicono come questi composti con le loro capacità chimiche riuscirebbero a guidare l’accoppiamento.
Cos’è e come funziona l’olfatto retronasale
Attenzione. Pensare che l’olfatto sia un senso “semplice” sarebbe profondamente sbagliato. Perché non lavora sempre da solo. E in molti casi interagisce con la vista e soprattutto con il gusto. Questo ci fa capire come mai il “naso” del sommelier è così allenato, in un percorso che parte dall’osservazione del vino, passa all’aroma per poi iniziare la degustazione vera e propria.
Quello che spesso non si riesce a comprendere, parlando di sensazioni, è che quando mangiamo si attiva un secondo olfatto. Si chiama olfatto retronasale. E se abbiamo il naso chiuso, magari anche proprio per la presenza di poliposi nasale e rinosinusite cronica, non riesce a funzionare bene. Cosa succede? Bisogna ricordare un pizzico di anatomia per comprenderlo.
Se normalmente quando siamo all’aperto le molecole che stimolano l’olfatto risalgono dal naso, quando mangiamo o degustiamo queste salgono attraverso il nasofaringe. E il segnale si disperde nelle vie nervose in una sorta di sistema globale di sensazioni che vengono poi decodificate dal cervello.
Cosa succede a chi soffre di poliposi nasale
La poliposi nasale è una malattia infiammatoria cronica di tipo 2, poco conosciuta, che colpisce il 2-4% della popolazione adulta, manifestandosi prevalentemente dopo i 40 anni e con una maggiore incidenza negli uomini.
I suoi sintomi, soprattutto in fase iniziale, sono spesso sottovalutati: ostruzione delle vie respiratorie con difficoltà a respirare, dolore facciale e mal di testa continui, fino ad arrivare, nelle forme più avanzate, alla perdita dell’olfatto e del gusto. La perdita dell’olfatto che interessa circa il 90% dei pazienti con poliposi nasale severa, ha un impatto pesante non solo sulle capacità sensoriali ma anche sulla memoria olfattiva, alterando profondamente l’esperienza di vita e il benessere psicologico dei pazienti.
Lo conferma Veronica Seccia, Dirigente Medico, Responsabile dell’Ambulatorio di Rinologia, U.O. Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Pisa: “la rinosinusite cronica con poliposi nasale è una patologia caratterizzata da una reazione infiammatoria di tipo 2 che è frequentemente associata ad altre malattie delle vie aeree che ne aggravano ulteriormente i sintomi.
È dovuta infatti alla reazione iperattiva del sistema immunitario che può anche essere alla base di altre malattie come l’asma, la dermatite atopica e la rinite allergica, che possono coesistere nello stesso paziente e ne aggravano ulteriormente il quadro clinico”.
“I pazienti affetti da questa patologia invalidante affrontano ripetuti interventi chirurgici e trattamenti con steroidi orali, spesso senza riuscire comunque a stare meglio, consolidando così fortemente il loro senso di rassegnazione verso la loro condizione – fa sapere Simona Barbaglia, Presidente Associazione Nazionale Pazienti Respiriamo Insieme-APS. Oltre a provare fisicamente, la poliposi nasale rappresenta anche una barriera che allontana le persone dai ricordi e dalle emozioni evocati dai profumi.
Il Profumo dei Ricordi va oltre la semplice fragranza; è un segnale di speranza e un gesto di solidarietà verso coloro che convivono con questa malattia. Rappresenta l’impegno condiviso di molteplici attori per aumentare la consapevolezza su questa malattia ed una opportunità in più che la nostra associazione ha avuto per sostenere chi soffre di poliposi nasale, che si unisce a tutti gli altri servizi, attività e progetti che realizziamo ogni anno per garantire loro il più ampio diritto di cura e di tutela sociale”.