Glaucoma: cos’è, sintomi, cura

Il glaucoma è una patologia oculare progressiva caratterizzata da un aumento della pressione intraoculare, che può danneggiare il nervo ottico e portare a perdita della vista

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Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Pubblicato: 25 Aprile 2024 13:02

Il glaucoma – anche conosciuto come “il ladro silenzioso della vista” – è una malattia cronica che colpisce il nervo ottico. Può portare, se non trattata, a conseguenze particolarmente negative come la perdita parziale o totale della vista.

L’aumento della pressione intraoculare (IOP) rappresenta il principale fattore di rischio e l’unico ad oggi trattabile nella quasi totalità dei casi, soprattutto nelle forme primarie. La IOP elevata determina compressione e distorsione delle strutture oculari posteriori, in particolare della lamina cribrosa sclerale che contiene gli assoni del nervo ottico in uscita dal bulbo oculare. Nel momento in cui si riscontra un effettivo danno al nervo ottico, il campo visivo inizia a ridursi partendo dalle porzioni più periferiche, procedendo man mano e coinvolgendo porzioni sempre più centrali del campo visivo fino alla perdita completa della vista.

Perché si verifica il glaucoma

All’interno del bulbo oculare si verifica un continuo flusso di produzione e riassorbimento di un liquido acquoso, che prende il nome di umore acqueo, il quale ha funzione ottica, legata alla sua trasparenza, statica in quanto mantiene tonico il bulbo, nutritiva in quanto fornisce glucosio e ossigeno e altri nutrimenti alla cornea, al cristallino, dinamica in quanto evita la formazione di aderenze tra le strutture degli occhi e protegge dai traumi e dal danno fotocromatico. Il deflusso dell’umore acqueo si verifica presso il trabecolato il quale, a causa di una riduzione delle proprie funzioni, può rallentare il riassorbimento dell’umore acqueo prodotto, andando a causare un aumento della pressione intraoculare.

L’aumento della pressione all’interno dell’occhio, causata da un ristagno di liquido non assorbito, può provocare consistenti danni al nervo ottico e, di conseguenza, lo sviluppo del glaucoma.

I sintomi del glaucoma

Come anticipato, il glaucoma è conosciuto anche come “il ladro silenzioso della vista” in quanto, al suo stadio iniziale, non presenta alcun sintomo rilevabile dal paziente. Soltanto dal momento in cui il nervo ottico inizia ad essere danneggiato a causa dell’elevata pressione intraoculare – la quale di norma non dovrebbe superare i 10 – 20 mmHg (millimetri di mercurio) – il soggetto affetto da glaucoma inizierà a manifestare i primi sintomi della malattia: la perdita di porzioni del campo visivo.

La perdita di porzioni del campo visivo avviene in maniera progressiva. La prima porzione di campo visivo che il glaucoma sottrarrà al soggetto affetto è quella laterale, superiore e inferiore. Inizialmente quest’ultimo potrebbe non accorgersi di un restringimento del suo campo visivo.

Il glaucoma, purtroppo, non è una malattia ad avanzamento lineare. Ciò significa che, se questi campanelli d’allarme vengono ignorati e non si procede tempestivamente ad una visita oculistica che diagnosticherà la malattia per poi curarla, il glaucoma potrebbe arrivare a sottrarre anche la porzione centrale del campo visivo del soggetto, il quale si troverebbe in uno stato di cecità permanente.

Diagnosi del glaucoma

La visita specialistica assume importanza fondamentale dal momento che le fasi iniziali della patologia non sono caratterizzate da una sintomatologia particolarmente evidente.

Durante la visita si potrà quindi effettuare una tonometria per verificare l’alterazione della pressione intraoculare, e una gonioscopia che permette di visualizzare le strutture responsabili del deflusso e produzione dell’umore acqueo e procedere così alla distinzione dei vari tipi di glaucoma.

Inoltre potrebbe rendersi necessaria una pachimetria per prendere misura dello spessore della cornea.

Fondamentali per la diagnosi e per valutare la progressione della patologia sono:

  • La perimetria o esame del campo visivo ovvero la valutazione dell’estensione del campo visivo
  • Un OCT (tomografia a coerenza ottica) per verificare lo spessore delle fibre nervose che avvolgono il nervo ottico.

In altri casi ci si può avvalere anche di:

  • Una perimetria computerizzata FDT (Frequency Doubling Technology) per rilevare deficit o alterazioni del campo visivo
  • Test valutativo per la percezione di colori e contrasti
  • Un’angiografia in fluoresceina (FA) per evidenziare eventuale presenza di aree ischemiche retiniche in presenza di un tipo di glaucoma definito neovascolare, secondario a patologie sistemiche o oculari

Le tre diverse tipologie del glaucoma

Una volta effettuati tutti gli esami specifici richiesti dal medico oculista, sarà più facile per lo specialista fornire una diagnosi precisa al paziente. Se questa confermerà la presenza di glaucoma, una prima importante suddivisione si avrà tra glaucoma ad angolo aperto, glaucoma ad angolo stretto e glaucoma congenito.

  • Glaucoma ad angolo aperto

Nel caso la diagnosi confermi la presenza di un glaucoma ad angolo aperto, il decorso della malattia sarà lento e progressivo, causato dall’alterazione di pressione dell’umore acqueo all’interno dell’occhio. Questo tipo di glaucoma degenererà lentamente non provocando alcun sintomo se non la progressiva riduzione del campo visivo

  • Glaucoma ad angolo stretto

Nel caso invece la diagnosi confermasse la presenza di glaucoma ad angolo stretto – malattia fortunatamente meno diffusa – il degenerare del glaucoma sarà piuttosto veloce. La malattia infatti può presentarsi all’improvviso, causata da una brusca interruzione del riassorbimento dell’umore acqueo presso il trabecolato. Questa brusca ostruzione configurando un quadro di cosiddetto “glaucoma acuto” sarà subito percepita dal paziente scatenando dolore oculare, nausea, vomito, visione sfocata e aloni attorno alle fonti luminose. Anche il trattamento dovrà essere tempestivo per evitare sequele irreversibili alla funzione visiva.

  • Glaucoma congenito

Questa forma di glaucoma si può manifestare già dalla nascita o nei primissimi anni di vita del bambino. È dovuto ad una malformazione delle vie di deflusso dell’umore acqueo ed è tra le prime cause di cecità infantile.

Come curare il glaucoma

In una fase iniziale, il glaucoma – specie nella sua versione ad angolo aperto – potrà essere trattato con una terapia farmacologica a base di colliri. Se questo trattamento dovesse risultare insufficiente a controllare la malattia e la pressione oculare continuasse il suo lento danneggiamento del nervo ottico, in genere si fa ricorso all’intervento para-chirurgico (uso di laser) o all’intervento chirurgico. Gli interventi chirurgici e parachirurgici sono tutti mirati ad ottenere un controllo della pressione oculare laddove la terapia medica si sia dimostrata inefficace. Inoltre, sono molteplici e non tutti sono indicati per le diverse tipologie di glaucoma.

Nel glaucoma ad angolo aperto spesso si utilizzano tecniche più o meno invasive che hanno lo scopo di ripristinare le vie di deflusso dell’umore acqueo o crearne di nuove, oppure di ridurre la produzione di umore acqueo, agendo sulle strutture che lo rilasciano, ottenendo in ogni caso un abbassamento della pressione intraoculare. Le principali sono:

  • Trabeculoplastica laser (ALT o SLT)
  • Procedure ciclodistruttive (es. ciclofotocoagulazione, ciclocrioterapia)
  • Chirurgia filtrante perforante (trabeculectomia)
  • Chirurgia filtrante non perforante (es. canaloplastica)
  • Procedure di shunt (tecniche microinvasive di drenaggio anteriore, dispositivi di drenaggio posteriore)

Nel trattamento del glaucoma ad angolo stretto sono inoltre utili:

  • L’iridotomia YAG laser
  • La chirurgia della cataratta

A seconda del tipo di glaucoma diagnosticato, il medico specialista si riserverà di indirizzare il paziente verso quello che è il trattamento più adatto alle sue esigenze.

Come prevenire la comparsa del glaucoma

Non vi è un vero e proprio modo per prevenire la comparsa del glaucoma. Ci sono però alcuni soggetti a rischio, ai quali – per prevenzione – si consiglia vivamente di sottoporsi a periodiche visite oculistiche così da evidenziare in tempo un eventuale insorgere della malattia.

  • Pazienti che presentano parenti affetti da glaucoma, i quali hanno una percentuale di possibilità di sviluppare anch’essi la malattia compresa tra il 10 e il 15%
  • Soggetti che presentano uno spessore ridotto della cornea
  • Soggetti che presentano un disco ottico che appare alterato e non si presenta nella sua normale anatomia
  • Soggetti che lamentano difetti dell’ampiezza del campo visivo
  • Pazienti che presentano difetti oculari riconducibili alla possibile comparsa di glaucoma
  • I soggetti che presentano elevata miopia
  • I soggetti diabetici
  • I soggetti che – a causa di altre patologie – sono costretti per lungo tempo alla somministrazione di farmaci cortisonici i quali potrebbero provocare un aumento del tono oculare

Mantenere uno stile di vita sano può contribuire a ridurre il rischio di sviluppare il glaucoma anche nei soggetti ad alto rischio. Ciò include mangiare una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura, fare regolare attività fisica e evitare il fumo di tabacco. Inoltre, i pazienti ad alto rischio di glaucoma devono essere particolarmente attenti a eventuali sintomi che potrebbero indicare lo sviluppo della malattia. Anche se il glaucoma è spesso asintomatico nelle fasi iniziali, ci sono alcuni segnali di allarme ai quali prestare attenzione, tra cui:

  • Visione offuscata o annebbiata
  • Visione periferica ridotta
  • Halo intorno alle luci
  • Mal di testa e dolore agli occhi
  • Difficoltà nell’adattarsi all’oscurità

Fonti bibliografiche: