Studio del campo visivo (perimetria): come si svolge l’esame

La perimetria è un test diagnostico che misura l'estensione e la sensibilità del campo visivo di una persona, utilizzato per rilevare e monitorare patologie oculari come il glaucoma

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Lo studio del campo visivo o perimetria è un esame oculistico non invasivo volto a determinare la regione dello spazio che può essere percepita dall’occhio, fornendo informazioni circa la sensibilità della retina e l’integrità delle vie nervose che da questa si originano.

Si tratta di un test non invasivo, che non richiede somministrazione di farmaci e non provoca alcun dolore, ma necessita solamente di una certa attenzione.

Grazie alla perimetria potremo evidenziare eventuali difetti della visione, sia centrale che periferica, in particolar modo per monitorare la progressione di patologie retiniche, del nervo ottico o del sistema nervoso centrale, come il glaucoma, le neuriti ottiche e le maculopatie. Potremo anche evidenziare la densità e la profondità dei difetti, scotomi, ovvero aree scure o nere che compaiono nella vista, talvolta disposte secondo pattern specifici quali ad esempio l’emianopsia, cioè la perdita di metà del campo visivo.

Quando parliamo di campo visivo ci riferiamo a quello spazio in cui una persona riesce a rilevare la presenza di stimoli visivi, cioè ciò che si vede quando gli occhi guardano un punto fisso. I normali limiti del campo visivo sono di circa 100° sull’asse orizzontale e 75° su quello verticale.

Perché si esegue l’esame della perimetria

Lo studio del campo visivo permette di rappresentare graficamente su una griglia la porzione di spazio che la persona vede o non vede, in modo da quantificare quanta sensibilità della retina ha – eventualmente – perso il paziente.

Questi difetti dell’area campimetrica possono generarsi da danni a carico delle strutture oculari oppure a carico delle vie ottiche e della corteccia cerebrale deputata alla visione: diventa a questo punto fondamentale lo studio del campo visivo nella diagnosi del glaucoma, di infiammazioni del nervo ottico e talvolta anche nell’individuazione di alcune patologie cerebrali.

Nello specifico questo esame risulta fondamentale o comunque di grande utilità nella diagnosi e nel monitoraggio di alcune patologie che possono provocare e perdita della visione periferica e centrale quali ad esempio:

  • glaucoma
  • neuriti ottiche
  • edema della papilla
  • degenerazioni retiniche ereditarie (ad esempio retinite pigmentosa)
  • lesioni encefaliche (es. ictus, aneurismi, emorragie intracraniche)
  • alcuni tumori cerebrali o ipofisari
  • traumi cranici
  • cataratta
  • occlusioni vascolari retiniche
  • distacco di retina

Quando sottoporsi allo studio del campo visivo

La prescrizione dell’esame è a discrezione del Medico Oculista qualora durante la visita emerga il sospetto clinico di una delle patologie citate, anche in presenza di alcuni sintomi talora presenti quali riduzione della vista o la comparsa di macchie scure o colorate o flash, zone in cui la vista è annebbiata o percezione ridotta o sfalsata dei colori.

Sarà quindi il medico, in sinergia con il quadro di salute generale del paziente, a richiedere eventualmente l’esame e, una volta ottenuti i risultati, è anche probabile che vengano prescritti altri accertamenti per approfondire il quadro clinico.

Come si svolge l’esame della perimetria

L’esame perimetrico utilizza un’apparecchiatura computerizzata, il campimetro, per valutare i margini periferici della vista ed elaborare vere e proprie mappe del campo visivo: questo strumento è costituito da una cupola con uno sfondo bianco sul quale viene proiettato uno stimolo luminoso di varia forma ed intensità. Il paziente deve azionare un pulsante ogni qualvolta percepisce lo stimolo.

L’esame prevede la valutazione del campo visivo di un occhio alla volta: si copre quindi uno dei due occhi e il soggetto esaminato fissa un punto centrale davanti a sé, segnalando il momento in cui percepisce nel suo campo visivo lo stimolo luminoso. Il test viene poi ripetuto per l’altro occhio. Alla fine, viene prodotta una mappa che evidenzia:

  • eventuali punti di sensibilità ridotta;
  • aree di restringimento del campo visivo.

La valutazione del campo visivo eseguita con apparecchiature computerizzate (perimetria computerizzata) permette di rilevare perfino perdite di concentrazione del paziente che riducono l’attendibilità dell’esame.

Glaucoma e campo visivo

L’esame del campo visivo svolge un ruolo critico nella diagnosi del glaucoma e nel monitoraggio della sua progressione; il glaucoma, infatti, è una neuropatia ottica che provoca un progressivo restringimento del campo visivo, che comincia dalle zone periferiche, fino a determinare – nelle forme più avanzate – la cosiddetta “visione a cannocchiale“.

La perimetria, insieme alla misurazione della pressione oculare e la valutazione della papilla ottica, sono gli elementi essenziali per la diagnosi di glaucoma, che, nella forma più comune, decorre inizialmente in forma subdola e si rende evidente solo quando è andato perduto oltre il 50% delle fibre del nervo ottico, tanto da essere definito “il ladro silenzioso della vista”.

Preparazione, controindicazioni e rischi

Non c’è bisogno di nessun tipo di preparazione prima di effettuare lo studio del campo visivo, non sono necessarie neanche le gocce per la dilatazione della pupilla. Ciò che è fondamentale è portare con sé gli occhiali correttivi in uso e tutta la precedente documentazione medica. I rischi e controindicazioni sono assenti, l’unico fastidio potrebbe essere quello di dover fissare davanti a sé rimanendo immobili.

Fonti bibliografiche:

  • Paginemediche, Perimetria o esame del campo visivo: come si svolge