In qualche modo, pare di rientrare in una visione bucolica d’altri tempi. Si piantano i semi, si potano i rami stanchi per l’autunno, si pongono le basi per la fioritura primaverile di tante piante. A prescindere dal tipo di coltivazioni e dalle strategie di coltura, ricordate che mettersi in compagnia a seguire un appezzamento di terreno o piuttosto una serie di vasi con piante varie sul proprio terrazzo può rivelarsi d’aiuto per la salute.
Il motivo? Potrebbe essere una buona abitudine che favorisce scelte di benessere: in primo luogo la regolare attività fisica, legata anche alla tendenza a fare i lavori in giardino. Ma non bisogna dimenticare che chi si affida al benessere dei campi è maggiormente portato a nutrirsi con alimenti salutari, ricchi di fibre. Risultato: con questa buona abitudine si riduce il rischio di sviluppare malattie croniche e soprattutto si è meno portati ad andare incontro ad ansia e stress. A dirlo è una ricerca degli esperti dell’Università del Colorado di Boulder apparsa su Lancet Planetary Health.
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Il valore del lavoro assieme
La ricerca ha preso in esame poco meno di 300 adulti: metà si sono dedicati al giardinaggio in compagnia (previo corso specifico e consegna di semi) oltre che di un appezzamento di terra l’altra metà ad un gruppo che è stato fermo un anno prima di iniziare al dedicarsi al verde. Risultato: dopo soli sei mesi chi praticava il giardinaggio tendeva a mangiare più fibre vegetali, con evidenti ripercussioni positive sul microbiota e sul benessere dell’intestino. Ma non basta.
Chi faceva giardinaggio ha anche incrementato i livelli di attività fisica settimanale. Come se non bastasse, in chi ha scelto la via del verde sono risultati ridotti i valori di stress ed ansia, con miglioramento più significativo del benessere psicologico. In qualche modo, insomma, la cura del verde può diventare una vera e propria “missione” per la salute. D’altro canto si sa che quante più aiuole, giardini ed orti cittadini ci sono in un’area geografica, tanto maggiore è il benessere della popolazione.
A dirlo è uno studio condotto dagli scienziati del Barcelona Institute for Global Health (insieme a quelli dell’Università Statale del Colorado e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo la ricerca, che ha preso in esame i dati di nove indagini che hanno seguito la salute di otto milioni di individui in vari Paesi del mondo tra cui l’Italia, se si legano i dati relativi alla mortalità prematura con quelli delle immagini dei satelliti relativi al luogo di vita del campione, ci si accorge che quanto più aumenta il vedere vicino a casa tanto più calano le morti in età più giovanile. Addirittura, stando a quanto pubblicato su Lancet Planetary Health, alla crescita di 0,1 dell’indice della vegetazione entro mezzo chilometro da casa corrisponde un calo del 4 per cento della mortalità prematura.
Il benessere nasce dal pollice verde
Nello studio del verde, secondo gli esperti, occorre farsi guidare dalla luce. Le piante – come del resto anche gli esseri umani – hanno bisogno della luce giusta per svilupparsi al meglio: non dimenticate mai che le finestre esposte verso nord tendono a creare una luminosità minore nell’ambiente e il verde può avere più difficoltà a crescere in queste aree.
Per quanto riguarda la nostra salute, ricordiamo che quando si sta al sole si fa un carico naturale di Vitamina D, che aiuta a combattere l’osteoporosi e si favorisce la funzione del sistema immunitario che ci difende dalle infezioni. Come se non bastasse, i raggi solari aumentano le endorfine, veri e propri strumenti di benessere psicofisico che riducono il cortisolo, contribuendo a ridurre lo stress. Poi c’è l’aspetto psicologico da non dimenticare: portare a casa un bel mazzo di fiori, qualche pomodoro o un cavolo appena estirpato dalla propria terra, significa non solo sentirsi utili ma anche capire che si raccoglie, grazie al proprio lavoro, ciò che si è seminato.
La natura vicino a casa, insomma, ci fa sentire bene ed importanti. Curare un orto o un giardino significa impegnarsi giorno dopo giorno, mettendo in conto che ci possa essere qualche fallimento e soprattutto sapendo che ogni pianta deve trovare il suo habitat di luce, anche in uno spazio ristretto.