BPCO, perché bisogna scoprire la malattia e curarla al meglio

Nel mondo più di mezzo miliardo di persone convive con malattie respiratorie croniche come l'asma, la BPCO, la bronchiectasia e altre gravi patologie

Foto di DiLei

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 21 Dicembre 2023 10:02

In Italia, sono 2,6 milioni quelle che soffrono di asma, 3,3 milioni di BPCO, più di 50 mila presentano infezioni delle basse vie respiratorie e abbondantemente oltre le 60 mila sono malate di cancro ai polmoni. Mettendo insieme tutto ciò le malattie respiratorie croniche rappresentano la terza causa di morte sul pianeta, con una stima di più di 50 mila decessi l’anno. Ma quanto pesa la BPCO? Chi rischia di più? Come si sviluppa?

Come nasce la BPCO

Si respira male, si ha quasi sempre la tosse e a volte si va incontro a febbre, perché nei bronchi pieni di muco i batteri si sviluppano a grande velocità. Dando luogo a infezioni ripetute. Potrebbe essere questo l’identikit della BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), sigla che comprende due malattie molto diffuse: bronchite cronica ed enfisema polmonare. Ma cosa succede nei bronchi di chi soffre di questa patologia? Le difficoltà a far uscire l’aria dai polmoni e quindi a farne entrare della nuova, ricca di ossigeno, riconoscono due diversi elementi causali. Nel caso dell’enfisema il problema è legato soprattutto alla progressiva distruzione degli alveoli polmonari, che rappresentano la “stazione” anatomica in cui si verificano gli scambi tra l’aria ed il sangue. In pratica è nell’alveolo che il sangue lascia l’anidride carbonica e le altre sostanze tossiche ricuperate dall’organismo e ricupera l’ossigeno che dovrà giungere a tutto l’organismo. Nel momento in cui queste “stazioni” vengono distrutte, la possibilità che avvenga questo scambio si riducono e di conseguenza il sangue che circola nel corpo è sempre meno utile. Nel caso della bronchite cronica, invece, il meccanismo di base consiste nella riduzione del diametro delle vie aeree, che porta ad un’oggettiva difficoltà per l’aria ad entrare ed uscire dalle vie respiratorie. Se poi si pensa che spesso queste due malattie si associano nello stesso individuo ecco spiegato come sia pesante da sopportare il danno per la respirazione, e alla fine per l’intero organismo.

Perché non si devono sottovalutare i sintomi di BPCO

Le caratteristiche più frequenti del quadro sono la tosse cronica con produzione di catarro, fiato corto soprattutto in corso di attività, sibili prevalenti in corso di espirazione. senso di costrizione toracica.
I sintomi iniziali sono lievi e sottovalutati dal paziente soprattutto se si tratta di un fumatore che considera non preoccupante avere del catarro al mattino e faticare a fare le scale. Col tempo la tosse diventa cronica e caratterizzata dalla produzione di muco. Col progredire degli anni i sintomi possono aggravarsi con aumento della difficoltà respiratoria, frequenti infezioni bronchiali, in particolare nei mesi invernali. La difficoltà respiratoria maggiore compare gradualmente nell’arco di un lungo periodo e nei casi più gravi può arrivare a limitare le normali attività quotidiane. Fondamentale è che le persone scoprano come affrontare la tosse: quando il sintomo dura nel tempo e non è legato ad un fatto acuto, occorre il controllo del medico.

Fate attenzione alla dispnea

Accorgersi che si sta respirando non è certo normale, e non meno “strano” è rendersi conto che si fa fatica a respirare. Sono questi i più tipici segni della dispnea, che a volte è accompagnata dalla sensazione che manchi l’aria. Si tratta di un sintomo che indica quasi sempre l’insufficiente ossigenazione del sangue. A volte il problema nasce nelle vie respiratorie: spesso fa seguito a bronchiti che si riacutizzano o a enfisema polmonare.  Ma in alcuni casi può essere il segno di malattie localizzate in altri settori dell’organismo. Ad esempio una leggera insufficienza cardiaca, il diabete, difficoltà circolatorie diffuse. Se ci si accorge di respirare male da giorni, quindi, meglio parlarne con il medico. Anche perché la visita è fondamentale per indirizzare il percorso diagnostico e di cura.

Perché è importante la spirometria

L’esame che misura la funzionalità respiratoria, ovvero la spirometria, è fondamentale quando si parla di BPCO. E’ un test molto semplice, indolore, che consente di valutare il livello di ostruzione delle vie respiratorie. E dice quanto il polmone riesce a riempirsi e svuotarsi durante un atto respiratorio. L’indagine si applica inspirando ed espirando in un boccaglio collegato ad una macchina (lo spirometro) che registra i diversi parametri del respiro, trasformando ogni atto respiratorio in parametri numerici. I risultati sono fondamentali per valutare lo stato di gravità di malattie che portano alla parziale occlusione delle vie respiratorie, come appunto la BPCO.

Fondamentale seguire bene le cure

La BPCO è una patologia respiratoria evolutiva, caratterizzata da broncoostruzione, dispnea per sforzi anche modesti e riacutizzazioni che esercitano un forte impatto sulla qualità di vita del paziente, aggravando la progressione della malattia, soprattutto se gravi e/o frequenti. Spesso i pazienti non ricevono un trattamento adeguato oppure non sono in grado di usare correttamente l’inalatore e sono scarsamente aderenti alla terapia, continuando quindi a manifestare sintomi o esacerbazioni della malattia.  Per questo è fondamentale il rapporto medico-paziente ed è di grande importanza l’aderenza alle terapie prescritte.

 

In collaborazione con GSK