L’ansia per la gravidanza può far anticipare il parto

I sintomi ansiosi durante la gravidanza sono un fattore di rischio per parto pretermine: cosa dice lo studio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Cercate di vivere serenamente la dolce attesa. Se vi fate prendere dalle ansie, con il timore di non essere adeguate per quanto sta avvenendo, non solo siete a maggior rischio di sviluppare problemi psicologici, ma anche di andare incontro al parto prima del previsto. A segnalare questa situazione è un’interessante ricerca apparsa su Health Psychology, che punta l’attenzione sulla necessità di monitorare adeguatamente lo stato psicologico, ed in particolare i sintomi ansiosi, durante i nove mesi dell’attesa.

I rischi per la donna

La ricerca ha preso in esame la relazione tra la durata della gravidanza e i livelli di ansia, partendo da un dato già disponibile nella letteratura scientifica. Stando alle indagini infatti poco meno del 25% delle gestanti può presentare segni significativi di ansia e che questo elemento diventa un vero e proprio fattore di rischio per parto pretermine o comunque nascita del bebè prima della trentasettesima settimana. Ma questa indagine va oltre.

Sono state studiate quasi 200 donne in dolce attesa, cui sono state somministrate diverse scale per la misurazione dello stato ansioso, alcune sul fronte generale ed altre specifiche per il periodo della gestazione. L’ansia correlata alla gravidanza, se presente in particolare nelle ultime settimane di attesa, è risultata associata ad un maggior rischio di nascite precoci. Attenzione però: non bisogna pensare che l’ansia possa essere presente solo nell’ultimo trimestre.

Stando allo studio, la presenza di quadri ansiosi anche già nelle prime settimane di gravidanza può diventare un vero e proprio “motore” per il malessere psicologico futuro, con ampliamento dei rischi di vivere male l’attesa. Per questo, a detta degli studiosi che hanno realizzato l’indagine, appare di grande importanza considerare globalmente lo stato psicologico delle donne fin dall’inizio della gravidanza, allargando anche all’ansia le osservazioni che già si fanno per la depressione, attraverso screening mirati. Ma soprattutto, sul fronte scientifico, appare importante valutare quanto e come l’ansia in gravidanza possa influire sui tempi del parto e quindi sul benessere anche fisico di madre e figlio.

Da noi, attenzione alla trappola demografica

Nel nostro Paese, peraltro, queste problematiche vanno affrontate con grande attenzione visto che aumentano sempre di più le culle vuote. Come ha recentemente ribadito al Congresso Her Promise tenutosi a Roma, il presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) Nicola Colacurci, ”il crollo delle nascite in Italia è legato a molteplici ragioni a partire da motivazioni sociali ed economiche e alla carenza di tutele della famiglia che inducono le giovani coppie a rinviare, a volte in maniera indefinita, la decisione di avere un figlio.

Se si vuole riuscire a invertire questa tendenza bisogna che i diversi attori, incluse le Società scientifiche, vadano ad agire su diversi piani e aspetti come per esempio, una maggiore informazione sulla capacità riproduttiva della donna in rapporto all’età, sugli stili di vita connessi con la sfera riproduttiva, l’implementazione di servizi sociali, l’interruzione del percorso lavorativo della donna durante la gravidanza, la facilitazione di accesso a tecniche avanzate di procreazione assistita e il supporto sociale ai primi mille giorni”.

Il rischio, anche sotto l’aspetto sociale, è quello della “trappola demografica”. Ci sono pochi genitori che a loro volta mettono al mondo pochi figli, a cui va aggiunta la circostanza che il desiderio di genitorialità è frenato da tanti fattori. “Oggi le donne fanno il primo figlio ad un’età molto più avanzata rispetto al passato, attorno ai 35 anni – fa sapere Francesca Moccia, Vice Segretario Generale Cittadinanzattiva. Bonus, detrazioni fiscali e agevolazioni sono iniziative utili che però non creano quel generale clima di fiducia e quella facilità di accesso che servirebbero. Sono urgenti misure universali come asili nido, trasporto scolastico, gestione del tempo lavorativo; ma anche strategie di supporto all’occupazione, allo smart working, alle coppie giovani con bambini, alla previsione di spazi più a misura di bambino, all’abitazione, ai libri scolastici”.