Anoressia nervosa, cosa monitorare nella riabilitazione nutrizionale

L'anoressia nervosa è un grave disturbo psichiatrico che interessa soprattutto le giovani. Uno studio italiano indica i marcatori da monitorare

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 10 Marzo 2025 18:59

Le statistiche dicono che l’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento che interessa soprattutto le giovani, con un rapporto di quasi 9 a 1 in confronto ai maschi. Fa parte del pianeta dei DCA o disturbi del comportamento alimentare, come la bulimia e le classiche abbuffate nervose legate al binge eating.

Per l’ottimale gestione della situazione è fondamentale un inquadramento multidisciplinare che comprenda ovviamente anche l’aspetto nutrizionale. In questo senso, ovviamente, la disponibilità di marcatori specifici per la fase riabilitativa può aiutare a stabilire al meglio il percorso per i pazienti, a prescindere dal genere. Ed è in questo senso che va una ricerca italiana condotta dalle esperte del Centro per la cura dei disturbi alimentari di Villa Miralago (Varese) e dall’Università di Milano, pubblicata sulla rivista Nutrients.

I valori da considerare

La ricerca segnala l’importanza di considerare alcuni marcatori chiave nel percorso riabilitativo nutrizionale di pazienti con anoressia nervosa, indipendentemente dal loro genere. Tra questi ci sono: peso, indice di massa corporea o BMI, massa grassa, massa magra, massa cellulare corporea, angolo di fase e marcatori di idratazione.

I dati emersi mostrano la necessità di pianificare in modo dinamico e personalizzato l’assunzione di calorie e proteine, al fine di garantire non solo il recupero del peso, ma anche una migliore composizione corporea, entrambi essenziali per il benessere delle pazienti. Lo studio è stato coordinato da Ileana Terruzzi, professore associato in scienza dell’alimentazione dell’Università di Milano ed Eugenia Dozio, responsabile nutrizione di Villa Miralago.

L’anoressia nervosa è un grave disturbo psichiatrico caratterizzato da profondi deficit nutrizionali e alterazioni significative nella composizione corporea, nell’integrità cellulare e nell’idratazione – spiega Dozio. La riabilitazione nutrizionale è fondamentale non solo per il ripristino del peso, ma anche per migliorare la composizione corporea e le funzioni metaboliche. Tuttavia, le strategie ottimali per integrare l’assunzione calorica e proteica al fine di ottenere un recupero equilibrato rimangono poco esplorate.

Il nostro studio si è concentrato sull’analisi dell’interazione tra apporto calorico e proteico nel tempo, valutando i loro effetti sui parametri quantitativi (peso e indice di massa corporea) e qualitativi (composizione corporea e salute cellulare), con l’obiettivo di identificare marcatori predittivi di un recupero ottimale e guidare interventi nutrizionali su misura”.

Cosa dice la ricerca

Lo studio (Dynamic Nutrition Strategies for Anorexia Nervosa: Marker-Based Integration of Calories and Proteins) ha coinvolto un totale di 79 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, ricoverati per un periodo di almeno sei mesi.

Sono state analizzate le cartelle cliniche esaminando parametri antropometrici e di composizione corporea, tra cui peso, indice di massa corporea, massa grassa, massa magra, massa cellulare corporea, angolo di fase e marcatori di idratazione. Le valutazioni sono state effettuate all’inizio del percorso riabilitativo, dopo 3 e 6 mesi.

“In particolare, abbiamo analizzato l’effetto dell’assunzione calorica e proteica nel tempo – segnala Terruzzi. I risultati mostrano che l’apporto calorico ha influenzato prevalentemente il recupero precoce della massa grassa, mentre l‘assunzione proteica è risultata cruciale per preservare la massa magra e favorire la rigenerazione cellulare.

Gli effetti dell’interazione tra assunzione calorica e proteica hanno rivelato cambiamenti dinamici nella composizione corporea, indicando che non esiste una strategia nutrizionale unica e statica, ma che il percorso deve essere adattato progressivamente.

Questo studio sottolinea l’importanza di strategie nutrizionali flessibili e adattive, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente nelle diverse fasi del recupero”.

In altre parole, lo studio dimostra che non esiste un unico percorso riabilitativo nutrizionale universale e invariabile, ma che la gestione deve essere costantemente adattata ai parametri individuali.

Attenzione ai parametri

“È fondamentale un approccio dinamico che si basi su marcatori avanzati di composizione corporea e idratazione per la riabilitazione nutrizionale –– aggiunge l’esperta. Una valutazione accurata e continua di questi parametri consente interventi personalizzati e un recupero più equilibrato dalla malnutrizione conseguente all’anoressia nervosa.

I dati evidenziano che il monitoraggio della massa magra, della massa cellulare corporea e dei livelli di idratazione è un indicatore essenziale per guidare la terapia nutrizionale, superando il tradizionale approccio basato esclusivamente sul recupero del peso. Questo studio rappresenta un passo avanti nella comprensione delle esigenze nutrizionali dei pazienti, fornendo un modello di trattamento più efficace e su misura”.