Allenare mente e corpo aiuta il cervello femminile (e non solo)

L'attività fisica e mentale regolare rafforzano il cervello e proteggono dal rischio di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

“Mens sana in corpore sano”, dicevano i latini. C’è infatti uno stretto legame tra quanto si riesce a mantenere il corpo in attività, con un esercizio fisico regolare e anche attraverso il costante allenamento cerebrale, e il benessere psicologico e cognitivo. Insomma, non bisogna mai perdere la buona abitudine di muoversi, informarsi, frequentare gli altri.

Gli studi scientifici hanno dimostrato ampiamente che l’attività fisica e mentale aiuta a preservare le capacità di pensiero e a ritardare il decadimento. Ma ora una ricerca dice che questo effetto non è uguale in uomini e donne. Per le signore, infatti, se sale l’attività fisica si mantiene anche più veloce la rapidità di pensiero, mentre nei maschi questo effetto sarebbe più sfumato. La differenza di genere emerge da una ricerca apparsa sulla rivista Neurology coordinata da Judy Pa, dell’Università della California di San Diego.

Quanto conta allenarsi

Oltre a considerare l’attività fisica, la ricerca ha preso in esame gli effetti delle attività mentali, come leggere, andare a lezione o giocare a carte o giochi, sulla riserva cognitiva nelle aree della velocità di pensiero e della memoria. La riserva in pratica è quanto si mantiene in termini di capacità di pensiero anche se il cervello comincia a percorrere la via del decadimento cerebrale. Ebbene, quanto più ci si mantiene allenate con il movimento regolare tanto più elevata è la riserva di velocità di pensiero nelle donne.

Insomma: se si fa movimento regolare, secondo quanto più piace e si può praticare, tanto meglio può stare anche il sistema nervoso e si combatte meglio l’incedere degli anni che passano. L’indagine ha preso in esame 758 persone con un’età media di 76 anni. Alcuni non avevano problemi di pensiero o di memoria, alcuni avevano un lieve deterioramento cognitivo e alcuni avevano la demenza. I partecipanti sono stati sottoposti a scansioni cerebrali e hanno eseguito test di velocità di pensiero e memoria.

Alle persone è stato anche chiesto della loro consueta attività fisica settimanale. Per l’attività mentale, è stato chiesto loro se hanno partecipato a tre tipi di attività negli ultimi 13 mesi: lettura di riviste, giornali o libri; andare a lezione; e giocare a carte, giochi o bingo. Considerando l’attività mentale e l’attività fisica, con eventuali “aggiunte” sul fronte del movimento per chi è più allenato, va detto che ogni attività mentale aggiuntiva a cui le persone hanno partecipato corrispondeva a guadagno in termini di invecchiamento nella loro velocità di elaborazione nelle loro capacità di pensiero, sia per gli uomini che per le donne. Insomma: la prevenzione, che si fa con l’attività fisica ed interessandosi alla vita di ogni giorno, è fondamentale. Sia per il benessere fisico che per quello psicologico.

Sei regole da tenere presenti

La prevenzione è fondamentale. Occorre fare attenzione ai nostri comportamenti anche perché per alcuni fattori, come la predisposizione genetica o il genere, ovviamente si può fare poco. Pensate solo che in genere le donne sono più a rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, indipendentemente dalla loro più lunga aspettativa di vita.

Il crollo postmenopausale degli estrogeni è tra gli elementi che più si sospetta per aiutare a comprendere la situazione, pur se c’è ancora molto da capire nella prevenzione di quadri, Alzheimer in testa, che sicuramente incidono molto sia sul malato che su chi lo assiste. E’ fondamentale, in ogni caso, riconoscere per tempo i segni del deterioramento e puntare anche sulla prevenzione: le buone abitudini possono essere di grande aiuto per tutte le forme di decadimento cognitivo. Il che significa:

  • Controllare la pressione arteriosa: sarebbe meglio non superare i 130 millimetri di mercurio a partire dai 40 anni.
  • Fare attenzione all’udito proteggendo le orecchie da elevati livelli di rumore e con controlli regolari.
  • Cercare di limitare l’esposizione all’inquinamento atmosferico e al fumo di tabacco, anche in famiglia.
  • Contrastare l’abuso di alcolici, limitandosi, per chi beve, al classico bicchiere di vino al giorno.
  • Mantenere una vita attiva anche nella mezza età, facendo regolare movimento e combattendo il sovrappeso.
  • Cercare di essere sempre informati e frequentare gli altri, per mantenere il cervello “sveglio”.