Elettroencefalogramma: cos’è, svolgimento, quando farlo

L'Elettroencefalogramma (EEG) è un esame che registra l'attività elettrica del cervello per diagnosticare condizioni neurologiche

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’elettroencefalogramma (EEG) è una tecnica diagnostica che capta e registra le onde elettriche prodotte dall’attività neuronale del cervello. Si effettua in modo non invasivo, tramite elettrodi applicati sul cuoio capelluto, che catturano i segnali elettrici e li visualizzano come onde su uno schermo, consentendo ai medici di interpretare le variazioni e le anomalie del ritmo cerebrale.

Questo esame gioca un ruolo cruciale nella diagnosi e nel follow-up di condizioni come l’epilessia. È inoltre prescritto nella valutazione di neoplasie cerebrali, sospette patologie infiammatorie del sistema nervoso e altre complicazioni neurologiche. L’EEG si rivela altresì un esame ausiliario nell’indagare disturbi del sonno, cefalee persistenti, traumi del cranio e una vasta gamma di disordini neurologici, fornendo un quadro funzionale del cervello del paziente.

Cos’è e come si effettua un elettroencefalogramma

L’acquisizione di un elettroencefalogramma avviene durante un esame ambulatoriale chiamato elettroencefalografia: esso prevede l’applicazione sulla testa del paziente di una ventina di elettrodi collegati a uno strumento chiamato elettroencefalografo, il quale ha lo scopo di registrare l’attività celebrale del paziente e riprodurla graficamente su uno schermo sotto forma di tracciato.

La procedura è del tutto indolore e non invasiva, e ha una durata complessiva di circa 20-30 minuti (circa 45-60 minuti per l’EEG con privazione di sonno), ma può protrarsi anche per più di 3 ore se viene svolta mentre il paziente dorme. Durante l’esame il paziente viene fatto accomodare su di un lettino per favorirne il rilassamento, quindi un tecnico ospedaliero ne misura la dimensione della testa per segnare i punti precisi in cui andranno applicati gli elettrodi; su ogni elettrodo viene spalmato un apposito gel per favorire la lettura dei risultati.

Dopo aver posizionato gli elettrodi e aver collegato tutte le strumentazioni, si procede alla registrazione. A seconda delle finalità dell’accertamento, al paziente può essere richiesto di rimanere disteso con gli occhi chiusi oppure di svolgere semplici compiti come aprire e chiudere gli occhi, risolvere dei calcoli matematici, leggere un testo, guardare una foto o eseguire degli esercizi di respirazione. In alcuni casi questa procedura può subire delle variazioni:

  • EEG del sonno: durante il sonno l’attività encefalica è molto diversa rispetto alla fase di veglia, pertanto anche i tracciati presenteranno numerose differenze. Principalmente si ricorre all’EEG con paziente addormentato per la diagnosi di disturbi del sonno, insonnie, apnee notturne, epilessia, nel bambino al di sotto dei 4 anni (per la difficoltà ad eseguire EEG in veglia).
  • EEG dinamica: registra l’attività encefalica per almeno 24 ore. Grazie ad una strumentazione portatile che viene fissata agli indumenti, il paziente può svolgere tutte le sue normai attività; si ricorre a questo esame quando le cause del disturbo sono ancora ignote.
  • Video EEG: la video EEG è un elettroencefalogramma dinamico per diversi giorni consecutivi, durante il quale il paziente viene anche filmato nelle sue attività. Si rivela molto utile quando l’individuo sotto esame è un bambino, che difficilmente saprebbe esporre al medico la natura e le cause della propria problematica.

Registrando l’attività fisiologica del cervello l’EEG rileva diversi tipi di onde cerebrali, ognuna associata a specifici stati di coscienza e attività mentale. Le onde Alfa, per esempio, sono tipicamente associate a uno stato di veglia rilassato, con occhi chiusi, e sono spesso considerate un indicatore del rilassamento cerebrale. Al contrario, le onde Beta sono legate a stati di allerta e attenzione, prevalentemente durante attività mentali intense e veglia attiva. Le onde Teta emergono durante la sonnolenza o in stati leggeri di sonno, mentre le onde Delta sono dominanti nei pattern di sonno profondo. Ogni alterazione nel ritmo e nell’intensità di queste onde può fornire indizi cruciali per diagnosticare disordini neurologici, variazioni dello stato di coscienza, o danni cerebrali.

Quando si prescrive un elettroencefalogramma

L’EEG è in grado di registrare e localizzare le anomalie dell’attività elettrica che caratterizzano determinate malattie neurologiche. Si ricorre a questa procedura per il monitoraggio di epilessia o attacchi epilettici, tumori al cervello o metastasi cerebrali, patologie del cervello come encefaliti o ictus, ma può essere utile anche in soggetti affetti da disturbi del sonno, apnee notturne o per integrare altri accertamenti come nel caso di traumi cranici o coma indotto.

L’elettroencefalogramma è un esame indolore che non presenta controindicazioni e può essere effettuato da chiunque a qualsiasi età. Per sottoporsi alla procedura non è necessaria nessuna preparazione particolare. La sera prima dell’esame sarà sufficiente lavare accuratamente la testa e i capelli, evitando prodotti come lacche, gel o lozioni; è possibile consumare regolarmente la colazione, evitando però la caffeina e altre sostanze eccitanti che potrebbero alterare i risultati. Salvo restrizioni da parte del medico, tutte le terapie farmacologiche vanno assunte normalmente. Nel caso di EEG del sonno è possibile che al paziente venga richiesto di non dormire la sera prima.

Analisi dei risultati

L’elettroencefalogramma è un esame ambulatoriale, di conseguenza generalmente al termine della procedura, il paziente può tornare a casa. I risultati di solito sono disponibili nel giro di qualche giorno: la lettura e l’interpretazione del tracciato sono competenza esclusiva di un neurologo o di un medico specializzato in neurofisiologia. Al ritiro dell’esame è previsto un colloquio tra medico e paziente al fine di esporre i risultati emersi ed analizzare come procedere per trattare la problematica.

Fonti bibliografiche: