Elettroencefalogramma con privazione del sonno, cos’è

L'elettroencefalogramma con privazione del sonno è un esame che registra l'attività cerebrale dopo un periodo di mancato riposo, per evidenziare anomalie che emergono con la stanchezza

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Laureanda in Medicina e Chirurgia

Studentessa di Medicina appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’elettroencefalogramma (EEG) è una tecnica diagnostica che capta e registra le onde elettriche prodotte dall’attività neuronale del cervello. Si effettua in modo non invasivo, tramite elettrodi applicati sul cuoio capelluto, che catturano i segnali elettrici e li visualizzano come onde su uno schermo, consentendo ai medici di interpretare le variazioni e le anomalie del ritmo cerebrale.

Cos’è l’elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno è una variante dell’EEG standard che valuta l’attività cerebrale in condizioni di mancanza di sonno. Questo test è suddiviso in due fasi distinte: nella prima, il paziente è invitato a dormire brevemente per circa trenta minuti, mentre nella seconda, l’analisi si svolge mentre il soggetto è sveglio. La privazione del sonno può aumentare la sensibilità del cervello a determinati disturbi, come l’epilessia, rendendo più evidenti le anomalie che altrimenti non sarebbero rilevabili. Il processo avviene in ambulatorio, con l’applicazione di elettrodi specifici sul cranio per monitorare l’attività neuronale, sia durante il riposo che in fase di attività, aumentando così le possibilità di individuare irregolarità associate a crisi epilettiche o altre condizioni neurologiche.

Per chi è indicato

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno rappresenta uno strumento diagnostico avanzato, raccomandato quando un EEG standard non evidenzia anomalie significative, nonostante i sintomi suggeriscano attività epilettiforme. La privazione del sonno, intensificando la reattività cerebrale, può facilitare l’emergere di anomalie elettriche occulte, particolarmente utili nella diagnosi di epilessia, soprattutto in forme caratterizzate da attacchi notturni o al risveglio.

Questo test è altresì prezioso per l’indagine di disturbi del ritmo circadiano, come la narcolessia, o per valutare l’architettura del sonno in presenza di disturbi quali insonnia, apnee notturne o sonnolenza eccessiva diurna. L’EEG con privazione del sonno viene anche utilizzato per pazienti che manifestano sintomi neurologici atipici, come svenimenti o episodi confusionali, per i quali è necessario distinguere tra cause epilettiche e non epilettiche. La combinazione di monitoraggio durante il sonno e in stato di veglia permette un esame più completo e una migliore correlazione tra le manifestazioni cliniche del paziente e l’attività elettrica cerebrale.

Come si effettua l’elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno si effettua in due fasi: una di sonno e l’altra di veglia. In totale l’esame dura circa 45 minuti di cui 30 trascorsi in fase dormiente e 15 in quella standard. Come si svolge? Per prima cosa vengono prese le misure del cranio, poi verrà spalmata in alcuni punti specifici una pasta adesiva per consentire l’applicazione degli elettrodi collegati al macchinario. Quest’ultimo registrerà gli impulsi elettrici, tracciandoli sul grafico. Spesso la procedura viene anche registrata per avere a disposizione dei medici ulteriori dati, non è raro che gli elettrodi siano attaccati a una cuffia speciale che dovrà essere indossata direttamente dal paziente.

La prima parte dell’elettroencefalogramma con privazione del sonno si svolge mentre il paziente è addormentato, mentre la seconda parte viene effettuata in collaborazione con la persona che dovrà rispondere ad alcuni comandi – come aprire o chiudere gli occhi – osservare dei lampi luminosi o respirare profondamente. Terminato l’EEG, gli elettrodi vengono rimossi e il paziente può tornare subito a casa. Non esistono controindicazioni riguardo la procedura medica che inoltre non comporta la somministrazione di nessun farmaco. Il test non è invasivo o doloroso. Solitamente per ottenere gli esiti del referto è necessario attendere qualche giorno per consentire allo specialista di analizzare al meglio il tracciato.

Come ci si prepara all’elettroencefalogramma con privazione del sonno

L’elettroencefalogramma con privazione del sonno richiede una preparazione particolare che consiste nell’astenersi dal dormire nella notte precedente all’esame. Inoltre, non vanno assunte sostanze psicostimolanti, in particolare la caffeina e il tè. Non a caso l’esame viene quasi sempre programmato al mattino. I tempi di privazione del sonno, soprattutto se i pazienti sono bambini, variano a seconda dell’età. Nei bambini con un’età inferiore ai 3 anni sarà sufficiente metterli a dormire un’ora più tardi e svegliarli 3-4 ore prima quella usuale. In caso di pazienti con un’età fra i 4 e i 10 anni il sonno va posticipato di 2 ore e la sveglia anticipata di 4-5.

Al test è importante presentarsi con i capelli lavati, senza gel, creme, lacche o altri prodotti che potrebbero interferire in qualsiasi modo con l’applicazione degli elettrodi. Prima dell’esame è possibile consumare una colazione senza caffè, mentre chi assume dei particolari farmaci può seguire normalmente la terapia prescritta dal medico. Prima di iniziare l’elettroencefalogramma con privazione del sonno si dovrà consegnare la propria cartella clinica al medico specialista, informandolo anche se si soffre di disturbi respiratori o cardiaci.

Si consiglia di raggiungere la struttura in cui si effettua il test accompagnati e senza guidare, la privazione del sonno infatti potrebbe comportare una mancata vigilanza e di conseguenza creare una condizione di pericolo.

Fonti bibliografiche: