“È con grande piacere che il Re e la Regina annunciano il fidanzamento del loro amato figlio, il Duca di York, con Lady Elizabeth Bowes-Lyon, figlia del Conte e della Contessa di Strathmore e Kinghorne”, si leggeva nella dichiarazione rilasciata da Buckingham Palace nel gennaio 1923. La coppia si sarebbe poi sposata più tardi nello stesso anno e poco dopo avrebbe messo al mondo due figlie: la Principessa Elisabetta – futura Regina Elisabetta II – e la Principessa Margaret.
Prima di arrivare al lieto fine, il figlio di Re Giorgio V faticò molto per entrare nel cuore di Elisabetta. Il futuro Re Giorgio VI, nato Principe Alberto, così chiamato in onore del suo bisnonno, il marito della Regina Vittoria, era il secondo dei sei figli di Giorgio V e della Regina Mary di Teck. Alberto – chiamato “Bertie” dalla famiglia e dagli amici più intimi – non si aspettava di diventare re perché l’erede designato era il fratello maggiore, il Principe Edoardo.
Alberto frequentò il collegio navale da adolescente e prestò servizio nella Royal Navy e nella Royal Air Force durante la Prima Guerra Mondiale. La sua posizione di “riserva” nella famiglia reale, gli permetteva un certo livello di libertà non concesso al fratello. È proprio grazie alla sua libertà che ottenne il permesso dai genitori di sposare una giovane che non apparteneva al suo stesso rango, Elisabetta Bowes-Lyon. Infatti nell’estate 1920, all’età di ventisette anni il Principe Alberto si innamorò della ventitreenne Lady Elisabetta Bowes-Lyon, durante un ballo all’Hotel Ritz di Londra.
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Il primo rifiuto di Elisabetta
All’inizio l’amore era solo da parte di Alberto che inseguì Elisabetta per trenta mesi e lei rifiutò due volte la proposta di matrimonio. La loro conoscenza si sviluppò per lo più in via epistolare; la corrispondenza ebbe inizio nel dicembre 1920, cinque mesi dopo il loro incontro sulla pista da ballo. Avevano trascorso del tempo insieme durante i fine settimana nelle case di campagna e alle feste di Londra. Elisabetta all’epoca aveva una simpatia per un affascinante aristocratico scozzese, James Stuart, che lavorava come aiutante di “Bertie”. Quando alla fine del 1921 gli fu offerto di lavorare negli Stati Uniti, Stuart colse l’occasione al volo. La sua partenza lasciò il campo libero al corteggiamento di Alberto.
Il 28 febbraio 1921, dopo il primo rifiuto, Elisabetta scriveva ad Alberto: “Sono terribilmente dispiaciuta per ieri. Mi rende infelice pensarci… Ti prego di perdonarmi… Mi preoccupa molto pensare che tu possa essere infelice… Possiamo essere buoni amici, no?”.
Il secondo rifiuto di Elisabetta
Nei mesi successivi, Alberto ed Elisabetta si incontrarono alle feste, giocarono a tennis insieme e si scambiarono lettere quotidiane. James Stuart lasciò il suo lavoro con Alberto, ma continuò a vedere Elisabetta anche quando si stava preparando a salpare per New York, nel gennaio 1922. Il mese successivo, la sorella di Alberto, la Principessa Mary, aveva chiesto a Elisabetta di essere la damigella d’onore al suo matrimonio che si celebrò il 28 febbraio 1922 e in questa occasione, Elisabetta e il Principe si incontrarono di nuovo. Una settimana dopo, il 7 marzo, Alberto le fece una seconda proposta di matrimonio. Elisabetta rifiutò di nuovo.
La risposta di Elisabetta, il giorno seguente, non lasciò scampo al romanticismo: “Sono terribilmente dispiaciuta per quello che è successo ieri e sento che è tutta colpa mia. Sei uno dei miei migliori e più fedeli amici… Sono troppo triste per questo”. Dopo uno scambio epistolare assiduo Alberto rispose al secondo rifiuto con una lettera degna di un principe: “Capisco perfettamente i tuoi sentimenti. Ma sento di doverti dire che mi sono sempre preoccupato per te e ho avuto la speranza che un giorno ti saresti preoccupata per me”. Aggiungendo: “Spero solo che mi considererai sempre più di un comune amico”.
Finalmente sposi
La sua terza proposta di matrimonio, il 3 gennaio 1923, mentre ballavano nel foyer del Claridge’s Hotel di Londra, fu seguita da undici giorni di tentennamenti da parte di Elisabetta, fino a quando lei disse finalmente “sì”, il 14 gennaio 1923. Quando decise di sposarlo, Elisabetta era molto innamorata di Alberto, come testimonia la lettera che gli mandò il 25 gennaio 1923: “Ti amo Bertie e sono certa che ti amerò sempre di più… Sei un angelo per me… dalla tua sempre e per sempre affettuosa E”. Elisabetta non spiegò mai completamente il motivo dei suoi precedenti rifiuti, ma chi la conosceva bene disse che era soprattutto preoccupata di lasciare la sua famiglia e i suoi amici per una vita di doveri all’interno della famiglia reale, non voleva rinunciare alla sua libertà.
Finalmente Alberto, con la sua fermezza e la sua gentilezza, era riuscito ad entrare nel cuore di Elisabetta e così la coppia decise di sposarsi nell’Abbazia di Westminster il 26 aprile 1923. La figlia Elisabetta – che venne chiamata come la madre – nacque nel 1926, seguita da Margaret nel 1930. Alberto era devoto verso la sua famiglia e il 27 agosto 1930 scrisse alla moglie, sei giorni dopo la nascita della loro seconda figlia, la Principessa Margaret: “Quanto ho odiato andare via ieri e lasciare il mio angelo e quella nostra adorabile e preziosa bambina appena nata, per non parlare della nostra adorabile Lilibet. Non sai quanto sono felice di tutto questo e quanto sono grato che tu, mio angelo, stia andando avanti così bene e forte”.
Un re “per caso”
Su incoraggiamento della moglie, Alberto iniziò a curare la balbuzie dal terapista Lionel Logue, come viene raccontato nel film Oscar del 2010, Il discorso del re, per riuscire ad adempiere agli impegni che il suo ruolo gli imponeva. Tuttavia, la vita per l’intera famiglia reale cambiò quando salì al trono Edoardo VIII, dopo la morte di Re Giorgio V, avvenuta nel 1936. Meno di un anno dopo, “Bertie”, un tempo “riserva” della famiglia reale, si ritrovò ad essere il nuovo Re Giorgio VI, dopo che Edoardo VIII decise di abdicare per sposare la sua amante, l’americana, con due divorzi alle spalle, Wallis Simpson.
Con la Regina consorte Elisabetta al suo fianco, Giorgio VI è stato un simbolo di forza e determinazione durante la seconda guerra mondiale. Il Re e la moglie rimasero per la maggior parte del tempo a Buckingham Palace, nonostante il palazzo fu bombardato nove volte durante la guerra. Insieme visitarono le aree gravemente bombardate dell’East End di Londra e di altre zone del Paese, guadagnandosi una grande popolarità. Giorgio VI era sul trono anche durante il declino dell’Impero britannico, diventando l’ultimo imperatore dell’India e il primo capo del Commonwealth. Il Re riuscì a portare all’altare sua figlia maggiore, l’amata Lilibet, allora erede al trono, per le nozze con il Principe Filippo, nell’Abbazia di Westminster, nel 1947, e a conoscere i due nipoti più grandi: il Principe Carlo – oggi Re Carlo III – e la Principessa Anna.
Un amore interrotto
Da sempre molto cagionevole di salute Giorgio VI morì per una trombosi coronarica nel 1952 a soli 56 anni. Il giorno della morte del Re, Elisabetta, distrutta dal dolore, scrisse alla suocera Mary: “Era tutta la mia vita e si può solo essere profondamente grati per gli anni assolutamente felici che abbiamo avuto insieme”. La giovane vedova rimasta sola inviò, nei giorni seguenti la morte del marito, un messaggio di ringraziamento alle persone “di ogni parte del mondo”. “Nessun uomo aveva un senso più profondo di lui del dovere e del servizio. E nessun uomo era più colmo di compassione per i suoi simili. Vi amava tutti, ognuno di voi, sinceramente”. Re Giorgio VI amava il suo popolo e profondamente la sua famiglia, soprattutto amava Elisabetta, sua moglie per oltre ventotto anni.
La Regina Elisabetta – la Regina madre – che era stata doverosamente al fianco del marito e della figlia per servire la nazione e la royal family, ha vissuto una vita in ricordo del marito, piena e lunga, prima di morire nel marzo 2002, all’età di 101 anni. Elisabetta ora è accanto al suo Alberto, insieme sono sepolti nella chiesa di St George, a Windsor. Un grande amore che è riuscito a sbocciare grazie alla tenacia e alla perseveranza di un Principe che, come nelle fiabe, ha fatto di tutto per conquistare la sua amata.