Come da tradizione, Re Carlo ha tenuto il suo discorso nel giorno di Natale. Un momento atteso da molti sudditi, curiosi di scoprire su quali temi si sarebbe concentrato, alla luce di un anno che non è stato affatto semplice per la Famiglia Reale, tra i problemi di salute e le vicende che hanno coinvolto il Principe Andrea. Ma il Re ha messo da parte tutto questo. Al centro del suo discorso vi sono la “compassione” e la “riconciliazione”, parole importanti e che si caricano di grande significato, ma c’è anche di più. A svelarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace.
Il discorso del Re
“Qualche settimana fa, la Regina e io siamo stati lieti di compiere una visita di Stato in Vaticano, dove abbiamo pregato con Papa Leone in uno storico momento di unità spirituale. Insieme, abbiamo celebrato il tema del Giubileo, ‘Pellegrini della speranza‘”, ha esordito così il Sovrano nel suo discorso.
Re Carlo ha scelto di partire da un termine sempre meno usato come “pellegrinaggio”, attualizzandolo: “Ha un significato particolare per il nostro mondo moderno, e soprattutto a Natale. Si tratta di un viaggio in avanti, verso il futuro, ma anche di un viaggio indietro nel tempo per ricordare il passato e imparare dalle sue lezioni”. Ha ricordato la fine della Seconda Guerra Mondiale, il “coraggio” e il “sacrificio” dei militari ma anche quello delle comunità: “Mentre sentiamo parlare di divisioni, sia in patria che all’estero, sono questi i valori che non dobbiamo mai perdere di vista”.
Per il Sovrano è stato centrale parlare di “viaggio”, un “tema ricorrente nella storia del Natale”. Per i cristiani il “viaggio” per antonomasia è quello della Sacra Famiglia verso Betlemme. Il “pellegrinaggio” è quello dei Magi, partiti dall’Oriente per adorare Gesù. Ma c’è anche quello dei pastori, alla ricerca del salvatore del mondo, che “fecero affidamento sulla compagnia e sulla gentilezza altrui. Attraverso sfide fisiche e mentali, trovarono una forza interiore”.
In questi “tempi di incertezza”, come lui stesso li ha definiti, a darci speranza sono la “resilienza di fronte alle avversità”, la “pace attraverso il perdono”, la volontà di conoscere e conoscerci nel nome del “rispetto reciproco”.
Poi ha aggiunto una citazione molto particolare: “Mentre il nostro mondo sembra girare sempre più velocemente, il nostro viaggio può fermarsi, per calmare le nostre menti – per usare le parole di T. S. Eliot, ‘Nel punto fermo del mondo che gira’ – e permettere alle nostre anime di rinnovarsi”. Re Carlo ha ribadito, infine, quanto sia importante “custodire i valori della compassione e della riconciliazione”, avere un “profondo rispetto per ogni forma di vita” e, non da meno, “trovare il tempo, nel nostro cammino di vita, per riflettere su queste virtù”, così da rendere il futuro migliore.
Il retroscena sulla citazione del Sovrano
Quella brevissima citazione di T.S. Eliot ha molto colpito gli ascoltatori. Non è stato di certo un semplice “esercizio di stile” per il Sovrano, ma un modo per esprimere un messaggio a cui tiene particolarmente. A rivelarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace al Daily Mail.
“Quando Sua Maestà fa riferimento a quella bella frase sul ‘punto fermo nel mondo che gira’ in un momento in cui, come dice lui, ‘gira sempre più velocemente’, ha in mente l’effetto che le nuove tecnologie possono avere sulla società e come possono avere un impatto sia sulla coesione della comunità che sul benessere generale, soprattutto per i più giovani. Penso che Sua Maestà speri che, se non altro, il Natale possa rappresentare un momento in cui le persone possano sperimentare una sorta di ‘disintossicazione digitale’ per concentrarsi maggiormente sulle amicizie, sulle famiglie e sulla fede per coloro che la praticano. In questo modo il Re spera che le nostre menti possano trovare maggiore pace, le nostre anime possano rinnovarsi e le nostre comunità possano rafforzarsi”, ha spiegato.
Resta sempre aggiornata: iscriviti al nostro canale WhatsApp!