#SegretiDelCuore

Non mi piace nessuno: com’è possibile?

Passiamo un periodo da single e ci viene il dubbio di non essere proprio normali a non sentire più le emozioni che ci spingono verso un partner. I motivi sono diversi ma, se vogliamo, le soluzioni ci sono. Nel nostro cuore

Marina Mannino

Giornalista

Ho 20 anni e, dopo una storia di due anni che si è chiusa un anno fa, mi sembra di non provare più niente verso i ragazzi. Ci parlo, ci scherzo, ma alla resa dei conti non mi piace nessuno, né i belli con cui ci provano tutte, né i “normali” ma simpatici. Li trovo tutti un po’ stupidi, vuoti, noiosi anche se sono attraenti o brillanti, e rifiuto chi tenta un approccio con me. È possibile che alla mia età non mi piaccia nessuno? E che io abbia già chiuso con l’amore? Cosa mi sta succedendo?

Romy

Chiariamolo subito: con l’amore non si chiude mai, non illudiamoci. Possiamo innamorarci a 11 anni come a 71, ovviamente in modi diversi, ma il sentimento resta quello. Il cuore è sempre sensibile al colpo di fulmine come pure all’innamoramento lento, perché si nutre di emozioni.

Che succede, quindi, quando ci sembra che non ci piaccia nessuno? Ci sentiamo indifferenti al sex appeal anche del ragazzo più carino, che ci appare ridicolo nel suo sfoggio di sguardi killer. Ci sembra insopportabile il tipo che fa il simpatico, troviamo deprimente quello che disserta di Artificial Intelligence, pensiamo sia disgustoso l’altro che s’interessa solo di sport. Siamo diventate inesorabili.

Abbiamo sofferto (troppo)

La nostra ultima storia si è chiusa male oppure abbiamo avuto una serie di delusioni tali che ci siamo dette “Mai più!”. È comprensibile ed umano che dopo aver sofferto per una relazione che ci ha scombinato la vita ci proteggiamo da altri possibili dolori. Come dice un proverbio inglese “Once bitten, twice shy”, ovvero una volta che si è stati morsi, si è doppiamente diffidenti.

Ma anche se nessuno ci costringe a ricominciare a guardarci intorno, accadrà naturalmente, quando le cicatrici saranno guarite. L’esperienza negativa vissuta ci servirà a riconoscere i segnali d’allarme di una relazione sbagliata, e proprio per questo potremo vivere un nuovo rapporto in maniera più obiettiva e consapevole. Nessuna fretta, quindi, e godiamoci la singletudine. Non durerà molto!

Troviamo difetti in tutti quelli che conosciamo

Ecco un altro modo “furbetto” di proteggerci. Scoviamo difetti e “pizzichiamo” carenze in tutti. Ci potrebbero passare davanti Timothée Chalamet o Damiano David che li troveremmo attraenti come un piatto di zucchine lesse. Attenzione: questa intolleranza verso gli altri potrebbe essere una ferrea protezione dei nostri sentimenti. Forse abbiamo timore di lasciarci andare al potente richiamo dei sentimenti. Paura di amare? Forse sì, per non dover fare i conti con noi stesse e il nostro istinto. Riflettiamo su questa super-protezione al nostro io, che invece ha bisogno di vivere, respirare, emozionarsi.

Nel frattempo cerchiamo di ammettere che anche noi siamo piene di difetti e non è guardando quelli degli altri che miglioreremo. La perfezione non è di questa terra, fortunatamente. È per questo che incontrare gli altri, conoscerli, ascoltare i loro discorsi, scoprire che hanno anche dei pregi, non solo ci arricchisce ma ci apre la via al contatto emozionale con loro. Si comincia così e si arriva a scoprire tipi meravigliosi proprio per la loro imperfezione.

Crediamo di non essere in grado di piacere

Se stiamo vivendo un periodo di autostima in picchiata – per un fallimento sul lavoro, una serie di eventi negativi, la prolungata mancanza di qualcuno che ci fa il filo, lo specchio che non ci rimanda l’immagine che vorremmo – cominciamo a pensare di non poter piacere a nessuno. Per il nostro orribile (?) aspetto, per il nostro brutto (?) carattere, perché siamo insignificanti (?) e non possiamo reggere il confronto con le altre. Allora meglio nascondersi dietro il gelo del disinteresse verso il mondo maschile. Niente contatti, niente feedback negativi.

Ma non funziona così. Perché i riscontri negativi continuiamo a mandarceli da sole. È deleterio. Per uscirne, abbiamo bisogno proprio di quel confronto che ci spaventa così tanto. Potrebbe essere molto più positivo di quel che pensiamo. Là fuori c’è un ragazzo (o più d’uno) pronto a farci riscoprire che siamo simpatiche, spiritose, brillanti, seducenti, appassionate. Uniche. Diamogli una possibilità. E diamoci la possibilità di credere di nuovo in noi stesse e di volerci bene.

Siamo libere di amare (come e quando ci pare)

Non abbiamo l’obbligo di avere un partner. Non dobbiamo farlo perché “tutte hanno un compagno tranne me”: non è una condizione senza la quale perdiamo dignità o valore. Non dobbiamo farlo perché “una donna a un certo punto deve avere un fidanzato”: è una fesseria a cui nemmeno le nostre nonne credono più. Non dobbiamo farlo perché “se sono sola ho qualcosa che non va”, orrido pregiudizio che sa di medioevo.

Avremo un compagno quando saremo pronte, libere dai ceppi che bloccano i nostri sentimenti, guidate dal cuore e non dalla paura. La vita è emozione, cambiamento, cammino. Dobbiamo esporci, rischiare, accettare le sfide, metterci in gioco. Con noi stesse e con quei buffi, strani, sciocchi esseri umani che chiamiamo uomini e possono rivelarsi – se non proprio principi azzurri – amorevoli e piacevolissimi compagni di vita.