Perché la mia migliore amica non è più la mia migliore amica

È vero che l'amicizia, se autentica, è destinata a restare, ma è anche vero che crescendo cambiamo. E a volte diventiamo dei perfetti sconosciuti

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 10 Marzo 2022 13:48Aggiornato: 6 Agosto 2024 13:12

La verità è che non bastano i ricordi preziosi di una vita condivisa a mantenere unite due persone. Lo abbiamo imparato sulla nostra pelle quando abbiamo visto le promesse d’amore eterno, seppur forti delle migliori intenzioni, vanificate dal primo soffio di vento, neanche fosse uno tsunami. E così, come l’amore, è anche l’amicizia.

Perché è vero che chi trova un amico trova un tesoro. Perché sono gli amici a rendere la nostra vita straordinaria, sono loro che restano quando tutti gli altri vanno via in questo crocevia di incontri e di scontri, di felicità e dolore, di arrivi e partenze. Gli amici sono la famiglia che scegliamo di avere al nostro fianco, non quella obbligata dai legami di sangue.

Eppure a volte succede, semplicemente, che le persone che credevamo sarebbero rimaste al nostro fianco vanno via. Lo fanno in silenzio, per una serie di motivi che, spesso, non hanno nulla a che fare con i tradimenti e con i cuori spezzati, con i drammi e le bugie. Lo fanno perché noi, per prime, gli abbiamo chiesto di farlo, anche se non l’abbiamo detto.

Perché alcune amicizie finiscono?

A volte accade e basta. E anche a voler indagare le ragioni che spingono il cuore ad allontanarsi dalle persone che più amiamo, probabilmente, alcune domande sono destinate a restare senza risposta.

Ed è vero che ci hanno insegnato sin da bambine che l’amore, quello vero, sa resistere a ogni tempesta. E crescendo abbiamo compreso quanto questa teoria della durevolezza dei sentimenti è più reale se applicata alle amicizie. Ma è anche vero che nulla è destinato a restare così com’è. Nulla è più mutevole dei rapporti personali, e anche le amicizie più durature e intense non sono immuni ai cambiamenti.

Così succede che non sono le distanze geografiche e quelle fisiche a creare dei muri immensi e invalicabili tra noi e le persone, ma sono i cambiamenti della nostra vita. Le incomprensioni, le scelte di vita, le cose dette e le parole mai pronunciate.

Questo accade soprattutto perché crescendo, sviluppiamo inevitabilmente nuovi linguaggi, che non sempre sono compresi dalle persone con le quali abbiamo camminato fino a quel momento. Succede che ci muoviamo verso nuovi orizzonti, obiettivi e sogni, che non sono capiti da quelli che consideriamo i nostri migliori amici. Persino i valori, le credenze e le opinioni non sono più gli stessi. Ed è allora che il tempo condiviso si trasforma nello spettro di ciò che è stato e che ora non è più.

C’è chi va avanti, a velocità inaudite, e chi invece resta indietro. E poi c’è chi, ancora, si allontana da tutti quei sentieri a noi riconoscibili. Ed è vero che l’amicizia, se autentica, è destinata a restare, ma è anche vero che se i cambiamenti ci trasformano in qualcosa di diverso da ciò che siamo stati, diventare degli sconosciuti agli occhi delle persone che ci conoscono sembra inevitabile.

Quando un amica smette di essere tale in silenzio

È un dubbio doloroso che si insinua nelle mente e che chiede, con un’urgenza, una risposta. Cosa fare quando quell’amica o quell’amico non appartengono più a ciò che siamo? Quando li percepiamo come estranei alla nostra vita e al nostro essere?

Abbiamo due strade davanti a noi: provare a fare entrare di nuovo quelle persone nel nostro cuore rinnovato, o lasciarle fuori. Capire se davvero quell’amicizia è destinata a durare, se siamo disposti a far restare nella nostra vita quella che consideriamo una migliore amica e a essere migliore anche per lei. Oppure accettare la realtà, soprattutto se un certo punto nulla più sembra andare nella stessa direzione.

E quando questo accade, probabilmente, l’unica cosa che resta da fare è lasciare andare. Perché insistere solo per preservare il ricordo di quello che era ha il sapore amaro di una sconfitta già scritta in partenza. È proprio vero che ciò che è destinato ad andare via se ne andrà comunque, sta a noi accettarlo e conservare quella presenza nel cuore e nella memoria.