Non sempre quella che consideriamo “famiglia” è basata sui legami di sangue. Certo, quelli la rendono riconoscibile per somiglianze fisiche e caratteriali, sicuramente per il cognome e anche per il retaggio culturale che appartiene a chi considera “tradizionale” qualcosa che invece per natura non può esserlo.
Le esperienze, però, ci hanno insegnato che non sempre la famiglia è quella che ci capita, ma è quella che scegliamo. Tutte quelle persone che fanno parte della nostra vita e che sempre ci saranno, nonostante il tempo trascorso e le distanze geografiche.
Non persone qualunque, intendiamoci, ma quelle che diventano idealmente un posto sicuro, un rifugio che ci tiene al riparo dal caos e dal disordine dei giorni. Amici, con la A maiuscola, che sono fratelli e sorelle che abbiamo scelto per condividere le gioie e i dolori, i successi e i fallimenti. La vita.
Amicizia vuol dire famiglia
Un buon amico è per tutta la vita. Un legame con il passato, una strada per il futuro, la chiave per la salute mentale in un mondo pieno di matti
(Lois Wyse)
Siamo animali sociali e in quanto tali abbiamo bisogno di intessere relazioni, di essere circondati da persone. Colleghi di lavoro con i quali abbiamo buoni rapporti, conoscenti e amici con i quali trascorriamo le serate a suon di aperitivi, cene e pranzi domenicali. E poi ci sono loro, non amici qualsiasi, ma quelli che consideriamo come fratelli e sorelle. Sono gli amici della nostra infanzia, i migliori che potessimo desiderare. Sono quelli che ci conoscono meglio di chiunque altro, e che hanno sempre avuto un ruolo importantissimo nel nostro sviluppo psichico e sociale
Gli adulti di oggi, infatti, sono influenzati dalla famiglia in cui sono cresciuti, dall’educazione ricevuta e anche dagli amici che hanno incontrato durante i primi anni di vita. A sottolineare il potere degli amici d’infanzia per i bambini, ma anche per gli adulti che diventeranno, ci pensa anche la scienza. Un articolo sul Washington Post che cita, fra gli altri, gli studi di Paul Schwartz, docente di psicologia ed esperto del comportamento non fa che confermarlo.
Gli amici d’infanzia ci rendono felici, lo conferma la scienza
L’amicizia contribuisce in modo significativo allo sviluppo delle abilità sociali, come la sensibilità, la gentilezza e l’empatia. Permette anche di imparare le regole della conversazione e porta ad avere comportamenti appropriati per l’età.
Inoltre gli amici hanno una potente influenza sulle performance scolastiche di un bambino e possono anche incoraggiare, o al contrario scoraggiare, comportamenti negativi. Rispetto ai bambini solitari, quelli con “buoni amici” hanno un’autostima più alta, sono più socievoli e possono gestire meglio stress e fasi di transizione.
Nelle scuole statunitensi, soprattutto in quelle materne, l’importanza dell’amicizia durante l’infanzia è presa seriamente in considerazione. Esistono, infatti, programmi per favorire incontri e amicizie, formule per aiutare i bimbi a relazionarsi con i coetanei e per farli sentire meno sperduti nel percorso scolastico.
Inoltre anche l’esempio dei genitori ha un ruolo chiave: vederli coltivare le loro amicizie è importante per i bambini, come pure lo è aiutare i piccoli a curare questi legami.
E se mamme e papà sono invitati a favorire le amicizie, anche se questo comporta del tempo da trascorrere insieme dopo la scuola, devono sapere che non tutti siamo uguali. Alcuni bimbi saranno circondati da molti amici, ad altri basterà stare in compagnia di quello del cuore per essere felici.