Così nasce una mamma adottiva

Sa che piangerà lacrime di gioia, ma anche di dolore. Che non sarà tutto facile, eppure sarà sempre bellissimo perché ha scelto col cuore di diventare una mamma

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 15 Ottobre 2022 12:12

Essere una madre adottiva non vuol dire solo diventare genitore, vuol dire scegliere di esserlo, col cuore prima ancora che con il corpo. Perché quel bambino, che si tiene per mano, e che diventa un ragazzo e poi un uomo sotto lo sguardo vigile della mamma, non è nato dalla pancia, ma dal desiderio, dalle emozioni, dai sentimenti.

A volte nasce dalla sofferenza della rassegnazione provata da chi ha tentato di avere figli, ma non ha potuto. Ma tanto era il desiderio di sentirsi chiamare “mamma” che ha scelto di affrontare un percorso tortuoso e non privo di insidie.

Perché essere una mamma adottiva vuol dire anche questo, avere il coraggio di affrontare la burocrazia che non sempre aiuta, di andare a fondo a quei cavilli apparentemente incomprensibili. Vuol dire avere la pazienza di aspettare che quel momento arriverà, perché sarà quello in cui gli occhi torneranno a brillare e il cuore si riempirà di un amore destinato a durare per l’eternità.

Scegliere di diventare una mamma adottiva vuol dire mettere da parte la sofferenza del passato, i dubbi e le paure per concentrarsi sulla famiglia che si sta allargando. Vuol dire cambiare le priorità, le abitudini e la quotidianità per prepararsi ad assumere il ruolo più importante della vita. Faticoso sì, ma anche estremamente gratificante.

La mamma adottiva non sta intraprendendo una missione di beneficenza, anche se il bene che sta facendo a quel bambino abbandonato è più grande di quanto lei stessa possa immaginare. Sta scegliendo di diventare mamma, di costruire una famiglia, anche se non tradizionale. Perché lei, probabilmente, ha imparato prima degli altri che il significato più autentico della parola famiglia non si misura solo con i legami di sangue.

Una mamma che sceglie di diventarlo e di esserlo col cuore sa che dovrà impegnarsi come tutti gli altri genitori, e anche un po’ di più, soprattutto quando i dubbi e le paure arriveranno a tormentare la sua mente. Quando dopo aver messo a letto il suo bambino si chiederà se ha fatto abbastanza per lui, quando dovrà fare i conti con le insinuazioni di chi ipotizza che il loro non sia un legame reale, non come quello tra una madre naturale e un figlio.

Sa che non sarà tutto perfetto, perché quando si sceglie di adottare un bambino, in automatico si accoglie anche il suo passato, quello fatto anche di ombre, buio e dolore. E allora sarà suo il compito di curare le ferite, in maniera gentile e delicata, come solo una mamma sa fare.

Sa bene che sarà faticoso, soprattutto quando le incomprensioni creeranno dei muri così grandi che all’apparenza sono destinati a dividere. Gli stessi muri che solo l’amore di una mamma sa abbattere.

La madre adottiva lo sa che piangerà, per la gioia e anche per la tristezza. Lo farà anche un po’ per malinconia quando vedrà il suo bambino diventare uomo e cercare la sua strada altrove. Ma sa anche che tornerà, un giorno, perché la casa è il luogo dove si lascia il cuore. E il loro cuore li ha visti diventare madre e figlio.